La vittoria dei Dongria.

Creato il 26 agosto 2010 da Enricobo2
Oggi una buona notizia. Sembra che, una volta tanto, abbia vinto il piccolo e debole contro il gigante potente. Ricorderete che vi avevo parlato della vicenda dei Dongria Kondh, una piccola tribù dell’Orissa di Adivasi (i primi abitanti dell’India) a cui il colosso minerario Vedanta Resources voleva portar via le terre, includenti la loro montagna sacra, cacciandoli con quattro soldi in qualche lurido slum di una disperata periferia indiana. Una storia alla Avatar molto più reale e concreta della favola del film. Pochi davano la partita giocabile, figuriamoci, un gruppo di selvaggi seminudi contro un gigante dell’economia, oltretutto in uno stato come l’India, di cui si parla così male a riguardo della corruzione e della serietà dei suoi tribunali quando i diritti dei deboli si scontrano contro quelli che contano.

Nessuno lo avrebbe mai creduto possibile. Ma il coraggio dei Dongria, che come avrete visto nei video disponibili, sono abbastanza tosti, sorretto dalla forza di una forte campagna internazionale guidata da Survival e guarda caso dalla potenza del Web, attraverso il quale, migliaia di lettere da tutto il mondo sono arrivate al governo indiano (addirittura, e vi ringrazio, qualcuna attraverso la lettura del mio modesto post), ha trasformato una missione disperata in un commovente successo. Così, nonostante le enormi pressioni politiche ed economiche contrarie, Jairam Ramesh, Ministro indiano all’Ambiente, ha compiuto un atto eccezionale e ha bocciato la controversa miniera. Proprio così, niente ruspe ed escavatori ad abbattere le capanne di frasche, nelle foreste umide dei Nilgiri, niente cave e sventramento nei fianchi della loro dea madre; il palo dei sacrifici, al centro del villaggio vicino al quale mi sono fatto fotografare tromboneggiando, rimarrà diritto, in piedi, orgoglioso e inquietante come una statua di Giacometti.

Io non mi farei troppe illusioni, perché questa genteè sempre astuta e perde le battaglie, ma difficilmente le guerre ed è ingenuo credere che per qualche giudice “infame”, si rinunci alla montagna di bauxite da predare, lasciandola intonsa e vergine sotto le chiappe dei nostri amici Dongria; d’altra parte si sa che, quando giudicano in danno di qualche potente, i magistrati sono dei farabutti della peggiore specie, oppure dei biechi comunisti trinariciuti, quantomeno da mettere da parte, per cui credo che i nostri selvaggi, che hanno sì, l’anello al naso, anzi ne portano normalmente tre, ma solo materialmente, faranno bene a stare in campana. Comunque il Web vigila ed è un grave errore sottovalutarlo.



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