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La Voce del Tifoso; Alex Buccino intervista Erika Vettori, tifosa dell’Inter

Creato il 26 febbraio 2014 da Tuttocalcio @cmercato24h

erika vettoriRitorna la rubrica ” La Voce del Tifoso”, questa settimana e’ il turno della brava e bella Erika Vettori, nata a Pistoia (Toscana) il 20 settembre 1987. La 26enne,  studentessa in Comunicazione, Media e Giornalismo presso l’Università degli Studi di Firenze, che nel tempo libero fa da babysitter ad una bimba di quasi 3 anni, ed inoltre collabora con alcuni blog che si occupano di calcio, e’ una grande tifosa dell’Inter.

Perché il calcio, e come nasce la passione per questo sport?

In casa mia ho sempre sentito parlare di calcio, in tutte le salse. Serie A, Serie B e inferiori. Era inevitabile che ne assorbissi l’influenza, dato che a casa mia si mangia “pane e calcio”, come si suol dire. Mio fratello e mio padre sono due grossi appassionati di pallone, prima ancora di essere grandi tifosi. Inutile dire che sono stata contagiata da loro, che mi hanno trasmesso la passione per questo sport, che seguo fin da piccola.

 Perché l’Inter?

Devo tutto a mio padre, è lui che ha trasmesso a me e a mio fratello l’amore per i colori nerazzurri. Mio padre è stato bambino al tempo della Grande Inter, quell’Inter che vinceva tutto. Ho sempre sentito parlare di Mazzola, Facchetti, Corso e ho visto nei suoi occhi l’emozione ogni volta che ne ho sentito parlare. La stessa emozione che noi interisti più giovani proviamo quando parliamo di Javier Zanetti. Uomini oltre il gioco, professionisti di vita e non solo di calcio. Ho scelto l’Inter perché è una passione che mi ha trasmesso babbo (così come diciamo noi in Toscana) Alessandro.

 Per te oggi essere interista che significa?

Oggi come oggi direi che significa essere derisa. No, scherzi a parte, l’interista è per forza di cose un essere nostalgico, fortunatamente non più di cose riferite a 45 anni fa ma appena di 4 anni fa. Ma la nomea di nostalgici ci è comunque rimasta, così come la nomea di sfigati. Essere interista significa per me essere cittadina del mondo, un mondo in cui non dovrebbero esistere barriere sociali né razzismi di ogni genere. Un mondo internazionale, se vogliamo fare il gioco di parole. Essere interista per me significa soffrire come un cane per 90 minuti, però poi.. quando arriva la vittoria è una gioia che nessuno può capire. Il tifoso dell’Inter non è un tifoso occasionale, c’è sempre, anche quando le cose vanno male. Soprattutto quando le cose vanno male.

Il tuo ricordo più bello di questi colori?

Dire la Champions sarebbe troppo scontato. Quindi dico il primo scudetto che abbiamo vinto dopo un bel po’ di tempo. Non mi riferisco allo scudetto di cartone, intendo quello conquistato “sul campo”. Eravamo disillusi da oramai troppo tempo, quello scudetto ci ha dato una botta d’ossigeno che ci serviva per riattivare la nostra autostima. E’ così è stato. E’ stato bello conquistare un titolo che ci mancava da così tanto tempo.

Chi è il più forte calciatore che hai visto giocare nell’Inter?

Beh, probabilmente il Ronaldo dei tempi d’oro. Era un vero fenomeno. All’epoca avevo 10 anni e ne capivo poco, ma faceva cose veramente strabilianti. Ce lo invidiavano. L’infortunio lo ha poi bruciato. Ma credo che l’appellativo di Fenomeno se lo sia meritato. Ci fosse stata più giustizia avremmo probabilmente vinto qualcosa, gli anni in cui c’è stato. Ma è andata così.

Chi è il tuo calciatore preferito?

Non posso non citare lui.. il nostro Capitano Javier Zanetti. Una persona straordinaria, in campo e fuori. Un esempio da seguire. Un calciatore che, indipendentemente dalla squadra per la quale uno tifa, non può non essere da esempio. Mi piace perché è la nostra Bandiera, come Totti per i romanisti o Del Piero per gli juventini. Sono loro le persone che hanno fatto la storia del calcio.

 Colui con cui usciresti a cena?

Direi Diego Milito. Sì, cenare con il Principe non dev’essere affatto male. Credo che anche lui sia una persona corretta e all’Inter ha dato molto. Ci ha regalato autentiche gioie, cenare con lui sarebbe un modo per ringraziarlo. Ormai all’Inter non può più dare molto, ma è uno degli eroi del Triplete e tale rimarrà nella nostra memoria.

 Mazzarri è l’uomo giusto?

Io credo che sia l’uomo giusto per l’Inter che abbiamo adesso, cioè una squadra in via di crescita, in via di sviluppo e via di transizione. Diciamo che è l’uomo giusto in attesa di tempi migliori. Ma non credo che abbia la mentalità da vincente, non è una personalità vincente. E poi si lamenta troppo. E’ anche un po’ troppo provinciale, quando lo senti parlare pensi inevitabilmente alla Toscana. Io sorrido, perché sono toscana. Ma forse, a chi non lo è, la sua troppa genuinità può far storcere il naso.

 Quale calciatore vorresti all’Inter? Sogniamo un po’?

Leo Messi. Ma credo sia impossibile.. Costa troppo

Secondo te l’Inter tornerà ai fasti di un tempo?

Voglio essere sincera, credo proprio di sì. Ma ci vorrà del tempo. Tutti criticano Thohir perché si aspettavano che, appena arrivato, potesse compiere chissà quali imprese. Ma non è ancora giunto il momento perché Thohir possa fare qualcosa. Prima c’è da risanare il bilancio, uno dei più disastrosi della Serie A. Poi ci sarà da fare cassa e solo dopo sarà possibile fare nuovi acquisti. Credo che i prossimi 4 o 5 anni saranno di transizione, al massimo sarà possibile partecipare all’Europa League. Poi torneremo, sicuramente.. Ma non c’è fretta.

Un augurio a tutti gli interisti?

Auguro a tutti coloro che hanno la mia fede di non abbattersi e di non arrabbiarsi nonostante gli insuccessi. Il nostro ciclo è finito con il 2010, adesso è inevitabile che vincano gli altri, non ci siamo solo noi. E’ giusto così. Dobbiamo cercare di vedere la nostra Inter come un bambino che sta imparando a camminare e che ogni tanto perde l’equilibrio. Ma c’è sempre la possibilità di rialzarlo di nuovo e di insegnargli ancora. “Uniti, Feri, Mai Domi”. Forza Inter!!!!!!!!!!!!!!!


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