La voce della Francia libera ( per quel che ne resta)

Creato il 16 novembre 2015 da Albertocapece

La strage di Parigi ha indotto uno dei più famosi siti francesi di informazione alternativa, Le Grand Soir, a presentare ai propri lettori il comunicato che avrebbe dovuto fare l’Eliseo, quello che i francesi “non leggeranno mai”. Lo traduco anche per i lettori italiani rimbambiti da televisioni modello fox news e da giornali infeudati, oltre che da piccoli politicanti privi di pensiero e dignità.

1) Considerando il sostegno di certi Paesi ai movimenti terroristici, sia con la loro creazione a fini geostrategici, sia con il loro finanziamento, sia per una sorta di compiacenza nei loro confronti, la Francia rivedrà le proprie relazioni con gli Stati Uniti,  il Qatar, l’Arabia Saudita, Israele e la Turchia.

2) Considerando il ruolo attivo giocato dalla stessa Francia al punto 1 i membri degli ultimi governi succedutisi annunciano le loro dimissioni in blocco e si mettono a disposizione della giustizia francese e internazionale, non senza aver prima iniziato azioni contro i personaggi della politica, della cultura e dei media che hanno difeso e incoraggiato queste politiche criminali

3) Considerando che i 5 anni di intervento occidentale in Siria e i 15 anni di campagne “contro il terrorismo” hanno prodotto risultati inferiori a quello di un mese di intervento russo, la Francia rivedrà le sue alleanze strategiche in materia di lotta al terrorismo e riconsidererà i piani della Russia e di altri per una pace in Medio Oriente.

4) Constatando il ruolo aggressivo e distruttivo della Nato negli ultimi 30 anni, la Francia si ritira da questa organizzazione e rinvia ai tribunali il compito di esaminare la responsabilità dei dirigenti di questa organizzazione per le sue guerre illegali e i suoi crimini contro l’umanità

5) Riconoscendo il ruolo centrale dell’industria bellica in queste guerre, lo Stato Francese procederà alla nazionalizzazione senza indennizzo e alla liquidazione di tutte le industrie private impegnate nel commercio delle armi. Verrà organizzato un referendum popolare sul futuro di un eventuale settore pubblico dedicato esclusivamente alla difesa.

6) Constatando che circolano liberamente armi proibite dalle convenzioni internazionali, la Francia chiederà dei mandati d’arresto contro i fabbricanti di armi e i gestori dei settori ricerca e sviluppo. L’argomento “non facevo che seguire le istruzioni” o ” se non lo facevamo noi lo avrebbero fatto altri” non sarò ritenuto valido ai fini processuali.

7) Considerando che ” quando le nostre reazioni sono prevedibili diventiamo manipolabili” il governo francese si rifiuta di cascare nelle trappole e ritira tutte le misure di sorveglianza di massa che attentano alla libertà dei cittadini. Ingaggerà invece una vera lotta contro il terrorismo, in tutte le sue forme e da qualunque parte venga, contro i suoi promotori, alleati o sedicenti tali.

Viva la Francia (per ciò che ne resta), viva la Repubblica (per quello che ormai vale).

Scritto all’ Eliseo il 14 novembre 2015

Il testo originale lo trovate qui