La Voce di un nuovo Governo

Creato il 09 agosto 2011 da Lucas
Stamani sono stato in una delle mie biblioteche preferite.Ho preso la suddetta antologia de La Voce 1908/1916, pubblicata da Luciano Landi editore, S.Giovanni Valdarno/Roma, 1961.Che soddisfazione trovare e prendere libri così. Avere un libro di cinquant'anni nelle mani. Lo apro a caso, dato che il caso è l'unica guida del mio eclettismo pseudo intellettuale (ah, ah). Non è vero, non a caso. Vado a cercare quel che viene pubblicato de La Voce del 1911. Cento anni fa. Ecco, ora sfoglio a caso. Ma no, non ancora. M'intriga il titolo di un articolo, La morte del socialismo, e il nome dell'autore, Falea di Calcedonia, uno pseudonimo, tipo un blogger ante-litteram, dietro il quale pare si nascondesse Benedetto Croce (tale articolo in forma di dialogo fu letto anche da Gramsci, e poi Calcedonia è anche il nome di una sorgente ove spesso vado a prendere l'acqua, anche se Croce si riferiva a questo Falea).Ne riporto un passo.
«Marx fu come tanti altri della sua generazione, e più vivamente di altri, colpito dallo spettacolo grandioso della rivoluzione francese e dalla trasformazione sociale che essa produsse non solo in Francia, ma in gran parte dell'Europa. Il secolare feudalismo spazzato via; una nuova classe, la borghesia, padrona della ricchezza sociale e dello stato: idee, sentimenti, religione, profondamente mutati. E gli parve che la borghesia avesse creato al tempo stesso, altrettanti e più problemi che non ne aveva risoluto, come comprovavano le grandi crisi periodiche, la necessità di una sovrapopolazione, tutta l'anarchia morale, economica e sociale del liberismo, che si nutriva del sopralavoro o sopravalore e, continuamente squilibrantesi, si rimetteva in equilibrio solo mercé immani distruzioni di ricchezza*. Gli parve vedere, uscente dal seno medesimo della borghesia, qualcosa di analogo a ciò che la borghesia era stata rispetto al feudalesimo, un elemento di corrosione e di sostituzione: il proletariato o la classe operaia. E gli parve altresì che la vita della società moderna si fosse fatta, per opera della borghesia industriale, oltremodo rapida e intensa; sicché quel processo di dissoluzione e ricomposizione sociale, che aveva occupato secoli nel periodo feudale e semifeudale, si sarebbe dovuto ora svolgere con intensità e rapidità assai maggiore: e che perciò il proletariato avrebbe sostituito in un tempo ben prossimo la borghesia nella direzione della vita sociale, creando una nuova società, la società lavoratrice, nella quale l'altra si sarebbe sciolta».
Croce vide la morte del socialismo nel fatto che esso perdeva la sua carica rivoluzionaria in favore di un sindacalismo riformista. E questo prima che la prima Rivoluzione socialista russa avesse luogo. Vale a dire: nelle società "occidentali", Croce percepiva già qual era l'unica strada del socialismo: il riformismo. Perché? Perché non poteva darsi una contrapposizione tra borghese e operaio analoga a quella che c'era tra nobile e borghese e servo. La Rivoluzione ebbe luogo in Russia dove al potere non c'erano i borghesi ma un potere feudale (se sto dicendo delle cazzate ditemelo).Al galoppo ad oggi. Finite le tensioni "rivoluzionarie" occidentali del terrorismo brigatista o del pacifismo alla un altro mondo è possibile, dato che - a parte le eccezioni: "morti di fame" e "morti di fama" - tutte le classi sociali si sono sciolte in borghesia (è la mia impressione, insomma), come uscire da questo ciclico ripetersi delle crisi provocate dal capitale? Non ci siamo rotti i coglioni insomma? Sì, ce li siamo rotti, ma non sappiamo bene con chi prendercela, con quali strumenti porre rimedio; non abbiamo insomma un'idea alternativa, un sogno utopico diverso dall'essere dei miseri borghesi. Ci siamo arenati di fronte ai nostri teleschermi, ai nostri piccoli godimenti, ferie comprese.La colpa è tutta dei politici! Ma le avete viste quelle facce? Non sono in tutto e per tutto simili alle nostre? Siamo sicuri di essere più capaci di Calderoli? Sì, ne siamo sicuri. Ok, era facile.Ma con quale forza cambiare le facce? Al grido di quale slogan? Magari in giro c'è qualcuno che aspetta ancora un duce. Eia, eia, mavalà! Ammesso e non concesso che i Break Brok non siano eterodiretti.Ammesso e non concesso che l'Esercito e la Polizia vadano a occupare viale Mazzini e Cologno Monzese.Ammesso e non concesso che si possa riuscire in un colpo di mano.Proviamo a fare un toto governo?Sì.Presidente del Consiglio? Malvino.Agli esteri? Formamentis (glielo avevo promesso).Agli interni? Leonardo.All'economia? Phastidio.Al welfare? Olympe de Gouges.All'istruzione? Galatea.Alla giustizia? Metilparaben.Alla cultura? Sempre un po' a disagio (entrambi i tenutari).Alla difesa? Giovanni Fontana.Alle pari opportunità? Lalli & Regalzi.Alle politiche europee? Nonunacosaseria.Allo sviluppo economico? Tooby.Alle infrastrutture e trasporti? Popinga.Alla sanità? Federica Sgaggio.All'ambiente? LeucophaeaAll'agricoltura? Ocasapiens.Al turismo? Fabristol.All'innovazione? Luca De Biase.Alla gioventù? Arturo Smeriglia.Alle riforme per il federalismo? Galassia Malinconica.Ai rapporti col Parlamento? Giglioli.Alla pubblica amministrazione? Wildestwoman.Ai rapporti con le regioni? Chiara di Notte.All'attuazione del programma di governo? Sono Gians.Alla semplificazione? Giulio Mozzi.
Tutti gli altri blogger del mio reader e altri ancora che non sono entrati in lista saranno, ovviamente, sottosegretari. A scelta loro di quale ministero.E io? Io voglio essere governato e guardarli lavorare. E leggermi l'Antologia della Voce.
*Grassetto mio

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