Tant'è che l'attività di revisione degli studi si settore viene effettuata da parte dell'amministrazione finanziaria sulla base delle dichiarazione dei redditi in suo possesso e quindi relative all'anno precedente rispetto a quello che si intende monitorare con gli studi. Ciò significa che gli studi applicabili per l'anno 2012, sono determinati prevalentemente sulla base dei dati relativi all'anno 2011,e quindi colgono le dinamiche economiche di quell'anno(2011), ma non dell'anno oggetto del monitoraggio (2012). E' del tutto evidente che l'accelerazione che ha avuto la crisi nel corso del 2012 non ha nulla a che vedere con le dinamiche economiche del 2011, sulle quali gli studi di settore determinano i ricavi che ciascuna impresa avrebbe dovuto realizzare per l'anno 2012. Le distorsioni sono evidenti. Così come è altrettanto evidente l'incapacità espressa dallo studio di cogliere le peculiarità di questa crisi che, chiaramente, si esprime sul livello dei ricavi realizzati dalle imprese in maniera del tutto differente. Tutto ciò, unito anche all'impossibilità delle imprese di sostenere un carico tributario oltre le soglie derivanti dalla corretta applicazione della disciplina fiscale, già insostenibile di suo, evidentemente, disincentiverà l'imprenditore ad adeguarsi alle risultanze dello studio di settore, poiché egli avrà una minore sensibilità a conformarsi alle indicazioni degli studi rispetto agli anni passati, stante anche la crisi di liquidità che sta affliggendo le imprese. Un numero inferiore di imprese che si adeguano ai livelli di ricavi più alti rispetto a quelli realizzati, significa minori imposte da pagare e quindi contrazione del gettito tributario. Le previsioni di gettito elaborate dal governo, oltre a basarsi su dati puramente astratti e per nulla attinenti alla situazione reale del paese e dell'economia, non potranno mai cogliere il numero di imprese che dichiareranno un livello di ricavi piuttosto che un'altro. E' evidente che se il ragionamento sopra osservato, dovesse essere confermato dai numeri, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, assisteremo ad una forte diminuzione del gettito tributario che non potrà essere compensato da tagli alla spesa o da ulteriori extragettiti.
Ma c'è dell'altro. Non è affatto remota la possibilità che un numero considerevole di imprese, o di persone fisiche, nell'impossibilità di poter conciliare la pretesa tributaria con le naturali ragioni di sopravvivenza, scelgano la strada di differire il pagamento delle imposte più avanti, negli anni successivi, avvalendosi della possibilità di rateizzare gli importi dovuti al fisco e scontando un regime sanzionatorio tutto sommato permissivo (circa il 10% di sanzioni più interessi).
SEGUI VINCITORI E VINTI SU FACEBOOKE SUTWITTER
SEGUI METEOECONOMY SU FACEBOOK: TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
LETTURE SUGGERITE: ECCO COME IL FISCO DISTRUGGE LE IMPRESE FISCO: GLI AIUTI CHE NON AIUTANO VOLETE APRIRE UN'IMPRESA IN ITALIA? SIETE FOTTUTI IN PARTENZA IL COLPO GOLBO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE IN ITALIA LA PRESSIONE FISCALE E' AI LIMITI DELL'ESPROPRIO QUEL MILIARDO DI EURO REGALATO AI SUPER RICCHI