Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso); in lingua originale sottotitolato.
Intanto bisogna subito dire che il film è ben realizzato. Stavolta sia alla sceneggiatura, sia dietro la macchina da presa c'è qualcuno che come minimo conosce il proprio lavoro. La confezione è ben fatta.
La storia poi non spicca per originalità; è la solita storia del singolo contro un sistema, della giustizia personale portata avanti dalla sola forza di volontà che, ovviamente, si scopre essere vincente... però in questo film il finale tira fuori qualcosina di nuovo. Solitamente il politicamente corretto è sempre presente in questo genere, invece qui la giustizia finale viene ottenuta con la minaccia, la forza, il rischio di omicidio legalizzato e soprattutto una violenza mai realizzata, ma sempre sul punto di esplodere; in fondo siamo comunque in un dopo guerra. Per carità è solo un accenno che poi si stempera nel lieto fine classico... però è qualcosa in più rispetto alla norma.
Il film è stato anticipato dal corto "Garagouz" di Abdenour Zahzah. La storia è quella di un burattinaio e suo figlio in viaggio verso un villaggio dell'Algeria dove dovranno fare uno spettacolo per dei bambini. Durante il viaggio però, ad uno ad uno i burattini vengono regalati, usati come tangente o distrutti da dei fondamentalisti. Rimarranno senza spettacolo e dovranno inventarsi qualcosa... Per carità non è proprio malvagio, ma ha il difetto di molti cortometraggi, non ha un vero e proprio obbiettivo e si limita a mostrare una serie di eventi.