Theodore Gericault, la zattera della Medusa
35 metri quadrati di pittura diventata scura con gli anni per via dell'uso del bitume di Giudea utilizzato come vernice finale. Questa piramide di carne umana, in parte marcia, in parte vibrante di speranza, fu dipinta in dimensione 491x716 centimetri da Theodore Gericault allora ventisettenne per stupire l'umanità Parigina nel Salon del 1819. Ci mise otto mesi a realizzarlo, dal novembre '18 al giugno '19, durante i quali si recluse in silenziosa concentrazione facendosi portare i pasti dalla zia e i resti umani in decomposizione dall'ospedale. Ammise solo pochi intimi che usava come modelli vivi, fra i quali l'amico Delacroix, più giovane di lui, e che dipinse bello vecchio in primo piano, al doppio del vero, mentre regge un cadavere e siede sull'altro. Sull'ultima linea dell'orizzonte d'un mare in tempesta appare la nave della salvezza. Un mondo se ne va, un altro arriva. Il dipinto fece clamore a tal punto che l'anno successivo fu esposto a Londra. Certo a molti non piacque affatto.E' questo il primo manifesto della rivoluzione romantica nella pittura francese. Il quadro di Gericault racconta un fatto di cronaca che ha duramente colpito lo spirito grandeur della Francia appena restaurata con l'ascesa al trono del fratello minore di Luigi XVI il ghigliottinato, Luigi XVIII. Negli accordi con l'Inghilterra dopo la fine dell'epoca napoleonica e in conseguenza del Congresso di Vienna era stata decisa la restituzione del Senegal alla Francia. In pompa magna era stata mandata una flottiglia con giglio a riprendere possesso dell'isola di Saint-Louis, tre navi in tutto con ambascerie, mogli e servi. Una delle tre navi, comandata da un nobile in disarmo tornato in auge, perde la rotta, si arena e succede la catastrofe: centocinquanta morti, fra i quali i poveri diavoli che non avevano trovato posto sulle scialuppe e s'erano quindi arrangiati con la costruzione di una zattera rudimentale. Erano rimasti a morire di fame e sete per due settimane finché non furono avvistati da un'altra delle tre navi. Sopravvissero in tredici. Scandalo. Forse portava iella il nome della loro nave, la Medusa. Trattasi quindi di un quadro politico, e forse critico. Senza dubbio si trattò di un lavoro dove il realismo riprende il sopravvento sulle estetiche dell'Accademia. Semplicemente STUPENDO!Se passate dal Louvre, dedicategli un po' di tempo!Possono interessarti anche questi articoli :
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