La figura di Johnny Smith (un grande Christopher Walken) è probabilmente la parte più interessante della pellicola diretta da Cronenberg - qui al suo primo film "hollywoodiano" e al primo scritto da altri - poiché, al di là del provare a rispondere alla domanda "cosa faresti se sapessi che Tizio nel prossimo futuro commetterà un crimine orrendo?", egli rappresenta quasi un'entità divina. Smith diventa (non nasce) un deus ex machina, un uomo che grazie alla sua facoltà chiaroveggente può decidere di cambiare il corso della storia, un uomo che non vive questa sua nuova vita (ha una vera e propria rinascita/resurrezione) come una gioia ma bensì come un fardello. Per come il regista canadese ce lo mostra sembra quasi di avere di fronte una figura comparabile a quella di un santo/messia se a quanto già detto vi aggiungiamo la sua castità e moralità come il suo calvario e definitivo martirio.
Leggendo in rete (debbo ammettere la mia ignoranza) pare inoltre che La zona morta sia uno dei film più fedeli tratti da King e che il famoso scrittori abbia apprezzato, non poco, la trasposizione.
Sicuramente La zona morta non è il miglior Cronenberg di sempre così come non è il film nel quale ammirare l'estro del regista, eppure è una signora pellicola che porta bene i suoi 30 anni.
Da vedere.
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