Più messaggio che racconto, più insegnamento di vita che novella, “Tu chiamala se vuoi… Fortuna…” di Maria Cristina Valeri ha tuttavia un accenno di trama. Esiste la fortuna? L’autrice del testo ci propone una serie di riflessioni sulla casualità, sulle scelte di vita, sul libero arbitrio. Considerazioni fatte con una sorta di leggerezza divertita, un po’ ingenua, un po’ ironica. Si è portati ad attribuire alla buona o cattiva sorte gli eventi che ci capitano, dice la Valeri, ed è più semplice, ci consente di rimuovere sensi di colpa e frustrazioni, ma è in realtà una rinuncia a mettersi in gioco, un espediente per sfuggire alle proprie responsabilità e al confronto deludente. La fortuna bisogna afferrarla per i capelli, e la vita va vissuta, la porta di casa va spalancata… : ottimo consiglio!
Il corsivo segna gli accadimenti, la concatenazione, forse non solo logica ma addirittura predestinata, di eventi all’apparenza banali. Ciò che non è scritto in corsivo, invece, definisce le riflessioni “filosofiche” dell’autrice, che si possono riassumere tutte in quel “le cose capitano a chi si mette nelle condizioni di farle capitare”, a chi “sorride e prova”.
Patrizia Poli e Ida Verrei
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