Piglio narrativo e buona partenza per “Il mattino ha l’oro in bocca” di Marika Cassimatis, brusco, però, il passaggio a una chiusura volutamente surreale, dove dialoghi ed immagini perdono armonia e riducono l’imprevedibilità del finale.
Il sonno del mattino, il più dolce, quello che maggiormente ristora, specie dopo una serata di bagordi, viene interrotto dal suono perforante, acuto e spietato del campanello d’ingresso.Un sussulto, il risveglio difficile, una voce anonima al di là della porta. Ed inizia un’altalena di pensieri, parole, mescolati ad immagini oniriche della mente ancora offuscata. Poi, la soluzione, anzi, la risoluzione. Ed il sonno riprende… Ma il risveglio definitivo riserva una sorpresa…
Una situazione fortemente ambigua dove l’uomo del contatore risulta un mistero.Egli porta il parrucchino sui capelli rasati, ha un anello d’argento, appare e scompare, suadente come il diavolo, inesorabile, cattivo come il demonio.
È un racconto dal ritmo veloce, quasi incalzante, con uno stile piacevole che ricorre al monologo interiore e che invoglia alla lettura.
Patrizia Poli e Ida Verrei