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Lacor Hospital (Uganda) / Una risposta ai bisogni dell'Africa che è anche sviluppo

Creato il 21 dicembre 2012 da Marianna06

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A Gulu , nell’Uganda settentrionale, nel lontano 1959, grazie  all'impegno serio e mirato dei padri missionari comboniani e di alcuni dei loro benefattori, nasce il Lacor Hospital.

Gradualmente, nel tempo, sotto la guida dei coniugi Piero Corti e Lucille Teasdale, entrambi medici, di cui abbiamo raccontato in Jambo Africa in un’ altra occasione, da piccolo ospedale il Lacor Hospital diviene un autentico ed  efficiente centro sanitario, fondamentale per i pazienti di Gulu e degli altri villaggi del circondario, che possono finalmente permettersi di curarsi con una modica spesa per quelle che sono le loro modestissime entrate.

L’Uganda, tormentata da ripetute guerre civili per lunghi anni (25 anni solo nel Nord), ha fatto del Lacor Hospital anche un centro d’accoglienza per la gente del luogo, bisognosa di tutto.

Dal cibo alle cure, ad un posto letto per trascorrere la notte.

Come non bastassero le guerre, un bel giorno, nella zona, scoppia un’epidemia di ebola, malattia contagiosa,che conduce quasi  al 90% dei casi a morte certa, causata da emorragie irrefrenabili,specie se non fermata per tempo.

Siamo nel 2000 e la mobilitazione dei volontari dell’ospedale per raggiungere gli infetti nelle aree rurali e lontane dal centro di Gulu è massiccia  oltre che molto generosa.

Tanto che tra di loro ci furono ben tredici vittime, tra cui il medico-direttore sanitario e successore di Piero Corti, il dottor Mattew Lukwiya.

Ne parliamo del Lacor Hospital perché,oltretutto, esso  è anche il maggior datore di lavoro privato della regione.

Presso il Lacor Hospital si formano attualmente infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici anestesisti ed esso costituisce il polo di studi e di ricerca della Facoltà di medicina dell’Università statale di Gulu ed è sede per i tirocinanti-medici delle altre tre facoltà del Paese.

Per sostenere l’ospedale, Piero e Lucille costituirono a loro nome , a suo tempo,  anche una Fondazione a Milano, con sede in piazza Velasca n.6, che oggi è diretta dalla figlia Dominique.

Se qualcuno, dopo aver letto, fosse intenzionato a dare anche una piccola contribuzione, l’indirizzo mail per contattare la Fondazione è il seguente :  [email protected]

Il sito web è invece :  www.fondazionecorti.it  

Il numero di telefono, per un contatto più diretto, invece è  : 02/80.54.728

Questa modalità di praticare il “bene”, non dimentichiamolo, può avere una grossa ricaduta sul piano umano e sociale in un contesto in cui manca tutto e tutto occorre.

E non sarebbe male poi  insegnare ai nostri bambini, fin da piccolissimi, che rinunciare al superfluo per una giusta causa, sottrarsi cioè alle “sirene” di un consumismo quasi sempre fine a se stesso, è allenarsi, da subito, a costruire, mattoncino dopo mattoncino, quell’edificio di un mondo migliore,che tanto auspichiamo.La cosiddetta “casa comune”.

Una casa che sia, il più possibile, agevole per tutti.

 

Girotondo

  

   a cura di Marianna  Micheluzzi (Ukundimana)

 


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