“Fuori dal patto di stabilità sia le royalties del petrolio sia i fondi per la ricostruzione post terremoto. Occorre, inoltre, stabilire criteri di premialità per la cifra da destinare alle Regioni, relativamente alla quota sponda per la spesa dei fondi strutturali. Siamo consapevoli che si tratta di obiettivi non semplici, ma necessari e da negoziare con il Governo”.
È la valutazione che il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza ha trasferito nei giorni scorsi, condividendone le motivazioni, al Presidente della Regione Vito De Filippo e l’appello rilanciato con forza al Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Giampaolo D’Andrea, ai parlamentari, a tutte le istituzioni, all’Anci e alle forze politiche e sociali questa mattina in occasione del Consiglio provinciale che ha approvato a maggioranza, con l’astensione della minoranza, il rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2011 che si è chiuso con un avanzo pari a 1.365.828,63 euro.
“Nonostante i massicci tagli del 2011, pari a 7,2 Meuro, e i restrittivi vincoli di stabilità, viviamo il paradosso di avere un avanzo di competenza economico e di amministrazione da non poter impiegare, a causa del rispetto del Patto di stabilità.
Il Patto, inoltre, incide sui tanti cantieri in corso, e da avviare, che hanno visto in questi due anni e mezzo di consiliatura attivare investimenti per 106 Meuro che devono procedere con celerità. I lavori da avviare non possono più attendere, non solo per la necessità di portare a compimento importanti opere a servizio delle comunità e di manutenere la viabilità provinciale, ma anche per ridare ossigeno al sistema delle imprese, messo in forte difficoltà dal perdurare della crisi economica. Il rispetto dei restrittivi limiti del Patto rischia così di vanificare gli sforzi compiuti dall’Amministrazione provinciale che, grazie ai tagli e alle razionalizzazioni attuate rispetto ai costi della politica. ha aumentato la propria capacità di indebitamento per dare il via alle opere aggiudicate, tra le quali anche quelle finanziate dalla Regione nel sostenere un programma di manutenzione straordinaria della viabilità”.
Il punto fondamentale, dunque, non è uscire dal patto, che significherebbe venir meno al trattato di Maastricht e, quindi, all’adesione all’Europa monetaria, con il rischio per la nostra nazione di ripiombare in una stagione di accumulo del debito pubblico senza controllo e di una competizione del sistema produttivo, alterata dalla svalutazione della lira. Sebbene occorre rivederne alcuni aspetti, liberando ad esempio quote per investimenti in green economy, il Patto rappresenta anche un’opportunità per il sistema pubblico di diventare meno costoso e più efficiente e per il sistema delle imprese di guardare ai mercati globali come ai principali sbocchi di riferimento. Il punto è alleggerire il vincolo e sottrarre ad esso alcune risorse. Come ad esempio quelle del petrolio, che non devono concorrere al saldo del Patto perché risorse di compensazione ambientale e non frutto di indebitamento. Stesso discorso vale per i fondi per la ricostruzione post terremoto. Pur essendo fondi in gestione ordinaria devono essere trattati come quelli in gestione straordinaria – sottratti al Patto – perché tragedie come il terremoto sono uguali per tutti, indipendentemente dalle modalità con cui si gestiscono le risorse. Nella stessa ottica si colloca il tema della premialità in base alla capacità e alla qualità della spesa dei fondi comunitari in grado di produrre un alleggerimento del patto per gli enti virtuosi. C’è bisogno di dare qualità alla programmazione e di ridurre la frammentazione della spesa, il che significa da una parte obiettivi chiari, condivisi e verificabili, e dall’altra una governance più snella, in grado di ridurre i centri di costo, come ad esempio dovrà essere fatto istituendo le stazioni uniche appaltanti, così come previsto dal legislatore.
Nel ringraziare per il lavoro svolto sinergicamente tra gli uffici della Regione Basilicata, con il direttore Nardozza, e da quelli della Provincia, assieme al dirigente Pafundi e al ragionier Palazzo, che ha permesso di gestire una situazione difficile, con una proficua interlocuzione che spero porterà a passi in avanti anche se parziali, il Presidente ha aggiunto “in attesa della prossima riunione con la Regione Basilicata sul Patto di stabilità, prevista per il 7 maggio 2012, la Provincia mostra affidabilità, con fondamentali del bilancio credibili e conti in ordine, preparandosi al bilancio sperimentale, una modalità europea che è garanzia di trasparenza per i cittadini e offre solidità economica e patrimoniale all’ente. Proprio nei giorni scorsi, inoltre, la Giunta provinciale ha approvato due delibere da attuare entro fine mese, tra cui l’Avviso pubblico per ulteriori enti di credito che vorranno sottoscrivere contratti di cessione del credito pro soluto con le imprese fornitrici dell’Ente, per le quali risultino crediti certi, liquidi ed esigibili sospesi per il rispetto dei limiti del patto di stabilità”.
“Nel frattempo – ha concluso Lacorazza – attraverso la nostra tesoreria, la Banca popolare di Bari, abbiamo la disponibilità di circa 15 Meuro per il pro soluto, a cui si aggiungerà una quota residua della Banca Biis, che lo scorso agosto ha sottoscritto una convenzione con l’Ente per assicurare la liquidità alle imprese creditrici attraverso la certificazione del credito. Con la Regione Basilicata, infine, stiamo lavorando ad una quota di verticalizzazione del Patto da parte della Regione, per avviare con immediatezza i cantieri dei lavori appaltati”.
Lacorazza: “Fuori le royalties del petrolio dal Patto di stabilità”
Creato il 02 maggio 2012 da EcodibasilicataPossono interessarti anche questi articoli :
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