Alla radio una vecchia canzone la riportò indietro nel tempo, a molti anni prima quando la musica si sentiva solo dalla radio o dal juke-box, apparecchio che era stato soppiantato da tempo, ma che lei ricordava benissimo.
Era una di quelle canzoni impossibili da ricordare, che avevano segnato un'unica stagione e poi era passata direttamente nel dimenticatoio, ma la riconobbe subito perchè aveva segnato un periodo particolare della sua vita. Quello che lei chiamava della sua "cura", Niente di strano, solo che per la prima volta qualcuno si era preso cura di lei, come persona e la cosa le sconvolse parecchio la vita.
Le aveva insegnato ad essere adulta, a respirare autonomamente, a prendersi delle libertà, ad esprimersi senza paura dell'autoritarismo che la circondava.
Mentre pensava, squillò il telefono e dall'altra parte un vecchio, caro amico le comunicò che lui non c'era più.
Tagliò corto, le lacrime cominciarono a scendere sempre più copiose, in silenzio, come faceva da bimba.
Ricordò che era stato lui ad insegnarle a piangere senza vergognarsene, perchè, le disse, anche quello era esprimere sentimenti. Lei lo aveva imparato a fatica, come le tante altre cose che adesso le venivano in mente in un vortice di pensieri tristi e dolcissimi che le stringevano il cuore.
Non lo aveva mai dimenticato, per la sua pazienza, per quel suo sguardo dolce, fermo e convincente che la seguiva curioso ovunque, per quei suoi riccioli neri un po' ribelli, per la pacatezza con cui le insegnava a vivere. Era stato un bel periodo, importantissimo ma se ne rese conto anni dopo e non lo aveva mai ringraziato abbastanza.
Ricordò con una punta di dolore la prima volta che le prese la mano e la tenne ferma tra le sue mentre le parlava, impedendole di ritrarla e le sembrò per un attimo di risentire quella stessa stretta, quasi volesse salutarla ancora una volta. Ecco, forse era questo il gesto che li rappresentava.
Pensò che adesso, finalmente, avrebbe potuto dirgli quanto le era grata di quel periodo lontanissimo e dolce senza che gli altri lo sapessero, perchè, in fin dei conti, non erano mai stati appariscenti.
Lo avrebbe sempre ricordato così, con gli occhi sgranati su di lei mentre le diceva che aveva diritto a vivere come voleva, con la mano stretta tra le sue e le lacrime continuavano impercettibilmente a rigarle le guance.