LADEE si fracassò proprio lì

Creato il 29 ottobre 2014 da Media Inaf

Questa immagine del sito di impatto di LADEE è stata ottenuta combinando due immagini riprese da LRO prima e dopo l’evento. Crediti: NASA/Goddard/Arizona State University

Mark Robinson, della Arizona State University e responsabile scientifico del sistema di fotocamere LROC a bordo della sonda NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), sorride mentre racconta l’ultima scoperta realizzata grazie alla camera a campo stretto da 250 megapixel, in grado di fornire dettagliatissime riprese di piccole porzioni della superficie lunare. “Il nostro team ha recentemente messo a punto un nuovo software – spiega Robinson – per la ricerca di nuovi crateri in coppie di immagini della stessa zona ripresa in tempi diversi dalla Narrow Angle Camera. L’evento dell’impatto di LADEE ci ha fornito un divertente test”.

Robinson si riferisce alla navicella spaziale LADEE, una piccola missione NASA che ha raccolto informazioni sulla sottile atmosfera lunare per chiarire, tra l’altro, se vi permanessero o meno particelle di polvere. Lanciata il 6 settembre 2013, LADEE non ha trovato polveri in quota, ma ha sicuramente sollevato un bel polverone quando, terminata brillantemente la sua breve vita scientifica, il 18 aprile 2014 si è conficcata nella faccia nascosta del nostro satellite, all’estremità orientale del cratere Sundman V. Proprio là dove Robinson ha prontamente puntato il teleobbiettivo di LRO, prima e dopo l’impatto. “A quanto pare ci sono stati diversi piccoli cambiamenti di superficie nella zona prevista d’impatto, di cui il più grande e caratteristico entro 300 metri dal punto in cui i responsabili della missione LADEE si aspettavano di trovarlo basandosi sui dati di monitoraggio. Che divertimento!”, ha concluso Robinson.

Se gli ultimi istanti della folgorante parabola di LADEE sono memorabili, le sue vestigia sono invece meno appariscenti. Il cratere risultante dall’impatto è infatti piuttosto piccolo, meno di tre metri di diametro, al limite della soglia di visibilità per l’occhio di falco di LRO. Il cratere è piccolo perché il veicolo spaziale, al contrario della maggior parte dei corpi celesti che colpiscono la Luna, non viaggiava molto veloce, ma ad appena un decimo della velocità tipica di un asteroide. Inoltre la massa di LADEE all’impatto era piuttosto contenuta, attorno ai due quintali e mezzo, e la sua densità era tra le sette e otto volte più bassa rispetto a quella di una ordinaria meteorite condritica. Le minute dimensioni del cratere da impatto ne hanno reso difficile l’identificazione tra la miriade di piccoli crateri recenti presenti sulla superficie lunare. Fondamentale è stato quindi il confronto tra le immagini acquisite prima e dopo l’impatto della sonda che, se messe esattamente “a registro” e sottratte nelle parti uguali (compito del sofware di cui si diceva all’inizio), evidenziano immediatamente le modifiche intervenute sulla superficie nell’intervallo temporale intercorso tra i due scatti.

Nelle immagini si può vedere che il materiale espulso dall’impatto forma un triangolo principale verso ovest che si estende per 200-300 metri dal luogo dell’impatto. Si scorge anche una piccola area triangolare di materiale espulso in senso opposto, che si estende solo per 20-30 metri. La traiettoria del materiale espulso è orientata verso nord-ovest, in linea con la direzione che il veicolo spaziale aveva quando era in procinto di colpire la superficie.

Due immagini alternate dell’area dov’è caduta LADEE riprese da LRO prima e dopo l’impatto programmato della sonda. Se l’animazione non si avvia, cliccarci sopra per aprirla in una nuova finestra. Crediti: NASA/Goddard/Arizona State University

“Sono contento che il gruppo di ricerca di LROC sia stata in grado di confermare il punto di impatto della nostra LADEE”, ha detto Butler Hine, LADEE project manager allo Ames Research Center NASA. “Conoscere esattamente dove il prodotto del loro duro lavoro abbia terminato le operazioni, aiuta davvero la squadra di LADEE a mettere una parola di chiusura sulla missione.”

La “macchina fotografica” LROC è uno dei sette strumenti scientifici a bordo della sonda LRO. Lanciata il 18 settembre 2009, LRO continua a inviarci immagini mozzafiato della nostra compagna d’orbita e a raccogliere una considerevole collezione di dati lunari per la ricerca scientifica, grazie anche alla recente seconda estensione della missione per ulteriori due anni. Durante questo ulteriore periodo, LRO si occuperà di studiare il ciclo stagionale degli elementi volatili, determinare il numero di piccoli meteoriti che colpiscono la Luna e i loro effetti, caratterizzare la struttura della polvere che la ricopre, indagare l’interazione del nostro satellite con l’ambiente spaziale, e altro ancora.

“Con LRO, la NASA studierà il nostro vicino celeste per almeno altri due anni,” ha detto John Keller, responsabile scientifico di LRO al Goddard Space Flight Center NASA. “LRO continua ad aumentare la nostra comprensione della Luna e del suo ambiente.”

Guarda i servizi video di Media INAF sulla fine e sull’inizio della missione LADEE

Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini


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