Signore e signori si riparte,il letargo è finito e,come dicevo,Cyrano è cresciuto e sa ballare da solo.
La starting grid del 2011 sono le giornate di primavera del FAI,fondo per l'ambiente italiano,fondazione nata nel 1975 per promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità.
Nelle giornate di primavera il FAI propone una visita guidata presso le sue proprietà a fronte di un'offerta libera.
Ovvio che in questo periodo di crisi l'occasione si fa ghiotta,quest'anno una delle strutture aperte in Trentino è il castello di Sabbionara d'Avio.
Il castello è stato di proprietà dei Castelbarco che nel 1977 lo hanno donato al FAI.Il maniero è in condizioni decenti,l'apparenza è quella spartana di una fortezza difensiva e non di un palazzo signorile,a prova del fatto ci sono le battaglie,storicamente documentate,che il castello ha affrontato nei suoi anni d'attività,nonostante questo presentava anche delle particolarità più "casalinghe" quali la corte delle donne,un'ala del castello ove le donzelle potevano sentirsi riparate e al sicuro.
Arrivare al castello,non è troppo difficile,i cartelli ci sono e sono esaustivi...anche se vederli nel mezzo di tutta la segnaletica turistica non è proprio semplice.
Comunque,dopo solo un paio di perdite di rotta arrivo al parcheggio sotto al castello,immancabile si propone il must dell'epoca:la salita!!
Superata l'amica di tanti manieri,arrivo all'entrata e inizia il tour,i nostri ciceroni sono i ragazzi della locale scuola media che,con un pò d'imbarazzo,ci illustrano le stanze del castello.
La casa delle guardie è la prima che si vede,dentro ci sono dei bellissimi affreschi che hanno destato molti dubbi nei critici:la tecnica era di una certa epoca ma il tratto era di un epoca antecedente,questo ha dato da pensare agli studiosi che hanno concluso che...il pittore era indigeno e che,alla fine,era edotto sulle nuove tecniche ma non sui nuovi stili,una soluzione che salva capra e cavoli.
All'interno della casa c'era una stanza con affrescate delle lettere,narra la leggenda,che se il condannato avesse messo assieme una frase di senso compiuto con tutte le lettere che c'erano sul muro sarebbe stato graziato...sarà che erano analfabeti,sarà che erano bendati ma nessuno è mai riuscito a salvarsi la pelle.
Da qui il tapino veniva condotto alla torre della Picadora,che dietro un nome così spagnoleggiante nascondeva un'etimologia più nostrana:era una torre a tetto aperto dove venivano impiccati i condannati a morte.
Dalla dependance delle guardie si sale verso il mastio con le sue scale e i sui "affreschi",o meglio ciò che ne rimaneva visto che se ne vedevano assai pochi.
Durante la visita ho scoperto anche l'etimologia della parola "scarsela",la borsetta che si vede attaccata alla cintura dei personaggi nei dipinti medioevali si chiamava "scarsella" e da qui il nome moderno.
Nota di colore è che,alla fine del tour,per chi volesse a Avio c'è uno spaccio degli Intimissimi,a buon intenditor...