Lady Ashara Dayne di Stelle al Tramonto

Creato il 15 novembre 2012 da Martinaframmartino

Problema due, dedicato a Michele. Ashara Dayne.

Questo pezzo nelle mie intenzioni iniziali doveva costituire la seconda metà di quello di ieri ma poi, come spesso mi accade, ho scritto più del previsto e così ho separato i due argomenti. Tanto già in partenza erano cose diverse.

Cosa ci ha detto di lei George R.R. Martin? Che è morta prima dell’inizio delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, e con la maggior parte dei personaggi (e delle saghe) questo sarebbe sufficiente per farci dire “mettiamoci una pietra sopra e finiamola lì”. Con Martin però le cose sono diverse perché il passato torna costantemente e influenza gli eventi presenti e quelli futuri. All’importanza del passato nelle Cronache ho dedicato un articolo sul sesto numero di Effemme, giusto per non fare pubblicità. Articolo troppo breve per l’argomento da trattare, ma come spesso mi capita lungo il doppio della lunghezza massima consentita. Per fortuna a Emanuele piace come scrivo, altrimenti i miei testi finirebbero invariabimente affettati (e snaturati).

In questo brano gli spoiler sono molti. Arrivano fino a La danza dei draghi, e uno in particolare riguarda una svolta del tutto imprevedibile in I guerrieri del ghiaccio. Anche qui, il testo è visibile quindi chi non vuole spoiler farebbe meglio a fermarsi.

La prima volta che incontriamo lo spettro di Ashara è nel sesto capitolo di Il trono di spade, Il punto di vista è quello di Catelyn. Lei vorrebbe sapere chi è la mamma di Jon Snow e pensa ad Ashara. Noi sappiamo benissimo che si tratta di Lyanna, anche se Martin ancora non lo ha ufficialmente confermato. Sapendo in partenza che non è Ashara evitiamo di farci sviare.

Bisbigli, sussurri. Parlavano di ser Arthur Dayne, la Spada dell’Alba, il più letale dei sette cavalieri della Guardia di Aerys Targaryen, il re Folle. Parlavano di come il loro giovane lord, Eddard Stark, l’aveva decapitato in duello, e soprattutto di quanto era accaduto dopo. Eddard Stark che riporta la spada di ser Arthur alla sua giovane sorella, che aspettava nel castello delle Stelle al Tramonto, sulle rive del mare dell’Estate: lady Ashara Dayne, alta, bellissima, pelle d’alabastro, magnetici occhi viola.”

Il trono di spade, pag. 76.

A proposito di teste che volano in questa saga notiamo che la decapitazione di ser Arthur Dayne è un’altierata, visto che Martin si limita a scrivere “how their young lord had slain him in single combat”. Molto meno inutilmente sanguinario, più nello stile di Ned che in quello di Sergio Altieri. Ned fa quello che deve fare ,ma senza inutili violenze e macellamenti eccessivi. Per lui uccidere è un fardello, mai un piacere, e ritroviamo il fatto che avrebbe preferito che questo scontro non si fosse mai verificato quando assistiamo al relativo incubo nel quarto capitolo del Grande inverno

Grande Inverno

Ned non gradisce il fatto che si parli di Ashara in questo modo e, qualunque cosa faccia, “Dopo quella notte, i sussurri cessarono. Nella fortezza di Grande Inverno, il nome di lady Ashara Dayne non venne mai più pronunciato”.

Può essere poca voglia di gettare disonore su una fanciulla innocente, ma può essere che il suo nome, la sua storia, facessero ancora soffrire Ned. Comunque Catelyn non è l’unica a sospettare di Ashara, lo fa anche Cersei.

Chi era la madre? Una contadina di Dorne che hai stuprato dopo aver dato fuoco al suo villaggio? Una puttana? O la sorella inconsolabile, lady Ashara Dayne? Si gettò in mare, mi hanno detto. Perché? Per il fratello che le hai sgozzato o per il bimbo che le hai portato via?”

Il grande inverno, pag. 110.

Anche qui Altieri calca la mano e dice che Ned sgozza Arthur, gesto che fa pensare o a un colpo a tradimento o a una violenza eccessiva inferta su qualcuno già ferito, mentre Martin si limita a un “the brother you slew”, il fratello che hai ucciso.

Jon Snow in un disegno di Michael Komarck

Sia Catelyn che Cersei, che certo non si amano e non si scambiano confidenze, pensano ad Ashara, quindi qualcosa sotto ci dev’essere. Il fatto che Ned è evidentemente attratto da lei, ma anche il fatto che lei (nobile) sia incinta, altrimenti i sospetti non starebbero in piedi. Se Cersei ipotizza che lei si sia suicidata perché Ned le ha portato via il figlio significa che lo ha fatto dopo la partenza di Ned. Ce lo vediamo lui rubare il figlio alla madre? Ned si preoccupa del benessere dei bambini, di tutti i bambini, compresa quell’ameba sanguinaria di Robert Arryn (ok, Ned non lo vede probabilmente da cinque anni quindi non sa che è diventato un’ameba sanguinaria). Ruberebbe il figlio alla madre per portarlo dalla moglie, sapendo che lei avrebbe potuto odiarlo per questo? Direi che è improbabile quanto un Ned che fa le corna a Catelyn per puro divertimento.

Quanto sappiamo di Ashara? Poco. Lei è morta da tanti anni, e anche la maggior parte delle persone che la conoscevano.

Se come alcuni bisbigliavano, la madre di Jon era Ashara Dayne, lady di Stelle al Tramonto, sorella di ser Arthur Dayne, la Spada dell’Alba, leggendario cavaliere della Guardia reale del vecchio re Aerys, la donna era morta da molto tempo”.

La regina dei draghi, pag. 172.

Doveva comunque essere abbastanza nota, visto che era la lady di un’antica e nobile casata e la bellissima sorella di uno dei più noti cavalieri dei Sette Regni. Se non fosse stata davvero incinta nessuno avrebbe potuto sospettarla di essere la mamma di Jon. Per vederla un po’ meglio però dobbiamo aspettare il romanzo successivo, e una scena in cui non viene fatto nessun nome. Martin si diverte a giocare con noi, scrive frasi oscure che diventano chiarissime quando si coglie l’indizio nascosto, semina dettagli qua e là e aspetta di vedere quanto tempo impieghiamo a ricostruire il puzzle, e intanto, fra una cosa e l’altra, ammazza qualcuno. Ma perché Ashara si è ammazzata?

«Ci fu un Arthur Dayne» ricordò. «Lo chiamavano la Spada dell’alba.»

«Mio padre era il fratello maggiore di ser Arthur. Lady Ashara era mia zia. Io però non l’ho mai conosciuta. Si è gettata in mare dalla Spada di Roccia Pallida prima che io nascessi.»

«E perché ha fatto una cosa del genere?» Arya era turbata.

E di nuovo Ned apparve a disagio. Forse temeva che lei gli lanciasse addosso qualcosa. «Il lord tuo padre non ti ha mai parlato di lei?» chiese. «Lady Ashara Dayne di Stelle al Tramonto.»

«No. La conosceva?»

«Da prima che Robert diventasse re. Lady Ashara incontrò tuo padre e i suoi fratelli al torneo di Harrenhal, l’anno della falsa primavera.»

«Oh.» Arya non sapeva che cosa dire. «Ma perché si è gettata in mare?»

«Aveva il cuore spezzato.»

Di fronte a questo, Sansa avrebbe emesso un lungo sospiro e versato una lacrima per il vero amore. Arya invece pensò solo che era stato un gesto stupido. Ma non poteva dirlo a Ned, in fondo si trattava di sua zia. «E chi fu a spezzarglielo?»

Ned esitò. «Forse non spetta a me…»

«Dimmelo!»

«Mia zia Allyria dice che lady Ashara e tuo padre s’innamorarono a Harrenhal.»

«Non può essere. Lui amava la lady mia madre.»”

I fiumi della guerra, pagine 249-240.

Accidenti al carattere infiammabile di Arya. È stata bravissima a portare la conversazione su un terreno interessante e poi va a finire sulla questione Jon Snow (e corna di Catelyn) e perde di vista Ashara. Comunque almeno in certi ambienti sembra abbastanza evidente un forte legame fra Eddard e la fanciulla, nato al torneo di Harrenhal. È lì che avviene tutto, e che segna l’inizio della fine. Per fortuna che da quelle parti c’è Harwin, che è meno informato di Edric Storm ma aggiunge qualche dettaglio.

«È che Ned ha detto…»

«Aye, lo ha detto anche a me. Lady Ashara Dayne. È una vecchia storia, quella. L’ho sentita tanto tempo fa, a Grande Inverno, quando avevo più o meno la tua età.» Si protese ad afferrare solidamente le briglie di Arya e fece voltare il suo cavallo. «Dubito che ci sia qualcosa di vero. Ma se anche fosse, che cosa cambia? Quando il lord tuo padre ha incontrato questa signora dorniana, suo fratello Brandon era ancora vivo, ed era lui a essere il promesso sposo di lady Catelyn, non lord Eddard. Quindi non c’è nessuna macchia sull’onore di tuo padre. E non c’è niente come un torneo per far bollire il sangue degli uomini. E delle donzelle. Per cui forse qualche parola è stata davvero sussurrata dentro una tenda, una notte, chi può dirlo? Parole o baci, forse anche qualcosa di più, ma che male c’è in questo? La primavera era arrivata, o almeno così pensavano, e nessuno dei due, lord Eddard e lady Ashara, era impegnato.»

«Lei però si è uccisa.» Arya era piena d’incertezza. «Ned dice che si è gettata in mare da una torre.»

«Lo ha fatto» ammise Harwin «ma dev’essere stato per il dolore, sarei pronto a giurarci. Lady Ashara aveva perduto suo fratello, la Spada dell’alba.»”

I fiumi della guerra, pag. 241.

Breve ripasso, magari ne parlo meglio un’altra volta visto che già così mi sto dilungando troppo.

Jaime Lannister entra nella Guardia reale. Tywin Lannister, incazzato nero per aver perso l’erede, lascia il posto di Primo cavaliere del re. Nascita dell’amicizia fra Howland Reed e Ned Stark, e comparsa di un cavaliere misterioso al torneo. Rhaegar vince il torneo e incorona Lyanna Stark regina d’amore e bellezza anche se lui è già sposato con Elia Martell e lei fidanzata con Robert Baratheon. Il quale è già lord di Capo Tempesta visto che i suoi genitori sono morti in un naufragio.

Vediamo meglio un paio di dettagli.

Per gli Stark erano presenti tutti i figli di Rickard: Brandon, Eddard, Lyanna e Benjen. Un racconto un po’ oscuro (altrimenti che gusto ci sarebbe?) ci viene fatto da Meera Reed in Tempesta di spade

C’era anche il re, assieme a suo figlio, il principe del Drago. Erano venuti anche i cavalieri delle Spade Bianche, a dare il benvenuto nei loro ranghi a un nuovo confratello. C’era il lord della tempesta e il lord della rosa. Il grande leone di Castel Granito aveva litigato con il re e si era tenuto lontano dal torneo”

Tempesta di spade, pag. 377.

Eccoli, presenti Aerys il folle e Rhaegar, le Guardie reali che accolgono Jaime, Robert Baratheon, Mace Tyrell e assente, incavolato, Tywin Lannister.

Howland Reed, perché ovviamente è lui il protagonista del racconto della figlia, viene aggredito da tre scudieri e salvato da Lyanna. Lasciamo stare le sue capacità con le armi, questa è un’altra questione lunga e non riesco a parlarne qui. Lei, la lupa a due zampe, salva Howland e lo porta dal “branco dei suoi fratelli: il lupo selvaggio che li guidava, il lupo più quieto e il cucciolo che era il più giovane dei quattro.” (Tempesta di spade, pag. 378).

Piccola tappa su Brandon Stark. Il suo carattere era ben diverso da quello di Ned, come sa Ned stesso.

«Oh, Arya, piccola mia, soffiano venti selvaggi dentro di te. Il “sangue del lupo”, queste sono le parole che avrebbe usato mio padre. Lyanna ne aveva qualche goccia, e mio fratello Brandon molto più di qualche goccia. Solo che il sangue del lupo li ha portati entrambi in un sepolcro ben prima del loro tempo.»

Il trono di spade, pag. 249.

E, giusto per rincalzare la dose, Jaime Lannister afferma esplicitamente che “Brandon era diverso da suo fratello, non è forse così? Nelle vene aveva sangue, non acqua fredda. Era più simile a me” (La regina dei draghi, pag. 307), e lady Dustin ricorda che “Mio padre aveva grandi ambizioni per la Casa Ryswell. Era più che pronto a offrire la mia verginità a qualsiasi Stark si fosse presentato, ma non ce ne fu mai bisogno. Brandon Stark non aveva esitazioni nel prendersi quello che voleva” (I fuochi di Valyria, pag. 295). Fra le cose che Brandon voleva, e che ha ottenuto, c’era anche la verginità dell’allora giovane figlia di lord Dustin. Va bene, il lupo selvaggio è Brandon, e queste opinioni ci confermano quello che già sapevamo grazie all’indicazione della minore età degli altri due lupi. E Brandon non esita a prendersi la verginità di una nobildonna, ben sapendo che in questo modo difficilmente lei potrà fare il matrimonio che altrimenti avrebbe potuto aspettarsi. Ancora adesso lady Dustin rimpiange Brandon, il quale non aveva certo il matrimonio con Catelyn in cima alla sua lista di priorità: “Brandon non voleva Cat, te lo garantisco. Me lo disse, l’ultima notte che passammo insieme… ma Rickard Stark aveva grandi ambizioni.” (I fuochi di Valyria, pag. 295). Lo abbiamo visto, dove sono finite le sue ambizioni.

Bene, tornando ad Harrenhall abbiamo Howland Reed che vede

una fanciulla dai ridenti occhi violetti danzare con una delle Spade Bianche, con un serpente rosso, con il lord dei grifoni e infine con il lupo più quieto… ma questo fu solo dopo che il lupo selvaggio era andato a parlarle, in quanto suo fratello era troppo timido per lasciare la panca.”

Tempesta di spade, pagine 378-379.

Ned è innamorato di Ashara ma è talmente timido che non riesce nemmeno a parlarle. Chi parla con lei è Brandon, il donnaiolo.

Ashara rimane incinta. Ser Barristan ci dice esplicitamente che è stata disonorata, il che ci conferma tutte le precedenti supposizioni sulla sua gravidanza. Ned era innamorato di Ashara, ma chi ci dice che Ashara fosse innamorata di Ned? A parte Altieri, ovviamente, che in una scena fondamentale aggiunge il nome Eddard al semplice cognome Stark scritto da Martin.

“ “Complotti, cospirazioni, sussurri, menzogne, segreti dentro altri segreti, e in qualche modo anch’io ne sono diventato parte.”

Ormai avrebbe dovuto esserci abituato. Anche la Fortezza Rossa aveva i suoi segreti. “Perfino Rhaegar ne aveva.” Il principe di Roccia del Drago non aveva mai nutrito nei suoi confronti la fiducia che riponeva in Arthur Dayne. Harrenhal ne era stata la prova. “L’anno della falsa primavera”.

Quel ricordo riempiva ancora ser Barristan di amarezza. L’anziano lord Whent aveva annunciato il torneo poco dopo la visita del fratello, ser Oswell Whent della Guardia Reale. Con Varys che gli sussurrava all’orecchio, re Aerys si era convinto che suo figlio stesse cospirando per deporlo, e che il torneo di Whent fosse solo una scusa per fornire a Rhaegar il pretesto di incontrarsi con quanti più alti lord potessero essere radunati insieme. Aerys non era più uscito dalla Fortezza Rossa dall’epoca di Duskendale, ma all’improvviso annunciò che avrebbe accompagnato Rhaegar a Harrenhal, e da lì in poi tutto era andato storto.

“Se fossi stato un cavaliere migliore… Se nell’ultima quintana avessi disarcionato il principe, come ne avevo disarcionati tanti altri, allora avrei scelto io la regina dell’amore e della bellezza…”

Rhaegar aveva scelto Lyanna Stark di Grande Inverno. La scelta di Barristan Selmy sarebbe stata diversa. Non la regina Rhaella, che non era presente, né Elia di Dorne, anche se era buona e gentile; se la scelta fosse caduta su di lei, molti lutti e conflitti sarebbero stati evitati. Ser Barristan avrebbe scelto una fanciulla non da lungo tempo a corte, una delle dame di compagnia di Elia, anche se… confronto ad Ashara Dayne, la principessa di Dorne sembrava una servetta delle cucine.

Anche dopo così tanti anni, ser Barristan ricordava ancora il sorriso di Ashara, il suono della sua risata. Per vederla, gli bastava chiudere gli occhi: i lunghi capelli scuri che le scendevano sulle spalle e quegli ipnotici occhi viola… “Daenerys ha gli occhi come i suoi.” E a volte, quando la regina dei draghi lo guardava, aveva come l’impressione di essere osservato dalla figlia di Ashara…

Ma la figlia di Ashara era nata morta, e la sua splendida lady poco tempo dopo si era gettata da una torre, straziata dal dolore per l’infante che aveva perduto, e forse anche per l’uomo che l’aveva disonorata ad Harrenhal. Ashara era morta senza mai sapere che ser Barristan l’amava. “E come avrebbe potuto immaginarlo?” Lui era un cavaliere della Guardia reale, che aveva prestato giuramento di celibato. Non sarebbe accaduto nulla di buono, anche se lui le avesse rivelato i propri sentimenti. “Ma non è accaduto nulla di buono neanche rimanendo in silenzio. Se avessi disarcionato Rhaegar e incoronato Ashara come regina dell’amore e della bellezza, lei avrebbe guardato me invece di Stark?”

Non l’avrebbe mai saputo. Ma di tutti i suoi fallimenti, nessuno lo assillava come quello.”

La danza dei draghi, pagine 321-322.

Stavolta ho trascritto un brano bello lungo, poco più di una pagina, ma l’episodio è davvero importante. Amori, odi, congiure, tradimenti, alleanze… molto di quel che è accaduto in seguito ha le sue basi proprio nel torneo di Harrenhal, quindi gli indizi da tenere d’occhio sono davvero tanti e un riassunto è praticamente impossibile. Verrebbe più lungo del testo originario.

Rispetto a quel che si legge sul volume italiano io ho fatto una piccola modifica, ho tolto il nome di Eddard là dove lo aveva messo Altieri e dove non lo aveva messo Martin. I punti sono tantissimi, la maggior parte li indico solamente.

Anche Rhaegar ha i suoi segreti, e ser Barristan non li conosce. Ormai siamo arrivati a rispettare l’erede al trono, dopo avergli tolto quel manto infamante di stupratore che aveva gettato su di lui Robert Baratheon, ma segreti ne aveva. Per esempio non era innamorato di sua moglie, e le ha donato un bel paio di corna, ma di questo ho parlato in passato e parlerò ancora in futuro. Notare però che il suo grande amico, Arthur Dayne, quello che conosceva i suoi segreti, era a Torre della Gioia con Lyanna e non sul Tridente con lui. Alla Torre c’era anche il Lord comandante delle Guardie reali, mi verrebbe quasi da dire che Rhaegar ha lasciato il ragazzino inesperto (Jaime Lannister, bravissimo spadaccino ma pur sempre ragazzino inesperto in determinati contesti) con il papà, ha mandato i tre migliori con Lyanna e si è preso i tre rimasti, bravi ma non fenomenali.

Varys sussurrava all’orecchio di Aerys? Ma quanto è intrigante quell’uomo? E in quel caso, cosa voleva? Su questo punto al momento non ho una risposta.

Accenno a Duskendale, e prima o poi dovrò parlarne bene, ricostruire tutta la cronologia, ma devo andare avanti nella rilettura perché le informazioni sono così sparpagliate che a volte ricordo che ci sono ma non dove sono, e se non le trovo e le rileggo magari perdo dettagli fondamentali.

Lyanna. Sì, ok, sappiamo cosa c’è dietro. Anche qui, serve una sequenza dei fatti precisa.

Ashara. Eccola, finalmente. Bellissima, occhi viola come i Targaryen e no, non sto insinuando che lei faccia parte di quella famiglia, è solo una constatazione. Ecco qui comunque che è stata disonorata e ha avuto una figlia, che però è nata morta.

Chi l’ha disonorata? Io propendo per Brandon, lo Stark che non si faceva problemi a sverginare le fanciulle. Ned, troppo timido pure per chiederle un ballo, probabilmente si sarebbe annodato le dita con i lacci dei pantaloni e non avrebbe concluso nulla.

Quanto tempo dopo Harrenhal inizia la rivolta Baratheon? Devo reperire il dato, disperso da qualche parte nei romanzi. Comunque dopo che Rhaegar e Lyanna spariscono Brandon va dal re folle, alza un po’ troppo la voce e finisce con lo strozzarsi da solo mentre il paparino va in fumo. A questo punto ben quattro case, Baratheon, Stark, Tully e Arryn si sollevano, e scoppia il putiferio. Barristan doveva essere impegnato a proteggere la famiglia reale, a marciare con Rhaegar, a farsi ferire seriamente sul Tridente, per poter prestare attenzione a questioni di donne.

Non dobbiamo credere a Martin, è un bugiardo di prima categoria. Pensiamo alla lettera di Lysa che nel Trono di spade ci ha fatto credere che fosse stata Cersei ad assassinare Jon Arryn, mentre era stata lei stessa. Pensiamo a come ci ha presi per il naso con la mamma di Jon Snow. Pensiamo ad Aerys Targaryen morto, con il cranio sfracellato dalla Montagna che cavalca al punto da essere trasformato in un ammasso di carne sanguinolento e irriconoscibile. Perché Aerys è quello vero, non un impostore. Che Varys dica a Kevan che “Non è morto” (La danza dei draghi, pag. 423) importa poco visto che nessuno si fa scrupoli a mentire per il proprio tornaconto, anche se le spiegazioni successive sull’addestramento del giovane sembrano ragionevoli. Ciò che conta è il pensiero di John Connington, che ha conosciuto Rhaegar, ha cresciuto Aegon e quindi probabilmente conosce la vera identità del ragazzo e sta parlando da solo ad alta voce, quindi è come se stesse pensando e non può mentire.

«Ho deluso il padre» disse Jon Connington ad alta voce «ma non deluderò il figlio.»”

La regina dei draghi, pag. 227.

Aegon è quello vero, e al suo ritorno possiamo aspettarci anche una scena alla Ulisse e Argo con il gattino di Rhaenys, e a chi non ha capito di cosa sto parlando lo spiegherò chissà quando. Se Aegon è quello vero serviva un altro neonato da far sfracellare alla Montagna che cavalca. La figlia, o meglio il figlio, di Ashara.

Qui sto speculando, attenzione. Se sulla maggior parte delle cose che ho scritto ormai c’è certezza, queste sono ipotesi. Brandon mette incinta Ashara, che partorisce un bambino. Siccome però siamo già in guerra, e la situazione è preoccupante, probabilmente con Rhaegar già morto, bisogna fare tutto il possibile per proteggere la famiglia reale. È compito di tutti, compresa la dama di compagnia di Elia che non può certo impugnare le armi ma può fare qualcos’altro. Fornire un bambino per la sostituzione, con la speranza che non debba mai servire. Si proclama che Ashara ha avuto una bambina, così che nessuno pensi mai ad associare la piccola ad Aegon, e si afferma che è nata morta. In questo modo Aegon viene fatto sparire nel silenzio e nella sicurezza più totali, e nessuno si domanda come mai Ashara sia senza un figlio, visto che era incinta. Accidenti a Martin, ce l’ha pure detto in A Feast for Crows che gli scambi di neonati possono essere utili, quando Sam ha portato via Gilly con il figlio di Dalla, e il figlio di Gilly è rimasto alla Barriera per imbrogliare Melisandre. E visto che ser Barristan al Tridente era stato ferito seriamente non ha potuto assistere a questi fatti. Gli sono stati raccontati dopo, ma le informazioni di riporto valgono meno di quello che vale ora una banconota da mille lire falsa.

La Montagna che cavalca fa quello che fa. Conseguenza uno: il bambino è irriconoscibile, e nessuno può negare che si tratti di Aegon. Conseguenza due: Ashara, che già aveva visto ammazzare l’uomo di cui era innamorata (Brandon), scopre che anche suo figlio è stato massacrato. Quando Ned le riporta la spada del suo amato fratello non ce la fa più, e al terzo lutto si butta giù dalla torre.

Questo per il momento è tutto, in attesa di finire in un altro di quei complicatissimi intrighi che George R.R. Martin sa realizzare tanto bene.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :