Lady Insigne: “Vi racconto Lorenzo e la nostra vita. Si ispira a…”

Creato il 15 marzo 2014 da Vesuviolive

Lorenzo Insigne e sua moglie Jenny un amore grande ma semplice, come semplice tra due ragazzi semplici di Napoli. Entrambi della di Frattamaggiore paesino in provincia di Napoli. Stessa scuola ma classi diverse, stesse feste, stesse gite, insomma cresciuti insieme. A raccontare il Lorenzo Insigne marito e padre, è la sua metà Jenny che ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del giornale Il Mattino. Si esce poco. «Pochissimo. Soprattutto adesso». Troppi impegni. «Certo. Tra ritiri e trasferte diventa sempre più difficile». Zero vita sociale, dunque. «Mai nel fine settimana. Un po’ mi dispiace. I nostri amici si incontrano il sabato e la domenica e noi quasi sempre siamo costretti a dire no». Pazienza. «Ci mancherebbe. Va benissimo così. A qualcosa bisogna pur rinunciare, non è che si può avere tutto». Infatti. «Lo so. Mica mi lamento. Abbiamo abolito la nostra vita privata ma in compenso ne abbiamo guadagnato una agiata con tutti i vantaggi e le opportunità che ne derivano». Quali? «Intanto il grande privilegio di guardare al nostro futuro, e a quello del piccolo Carmine, con serenità. Di questi tempi non è roba da poco». Lorenzo se l’è meritato. «Direi proprio di sì. E’ stato bravo, ha assecondato la sua grande passione a colpi di rinunce e sacrifici». Quali? «Basta dire che, ancora ragazzino, la mattina lavorava, faceva il venditore ambulante, e il pomeriggio correva ad allenarsi mettendo da parte ogni cosa». Niente scuola? «Si è fermato al primo anno delle superiori. Non gli piaceva, erano più le assenze che le presenze. E quando stava in classe era insofferente. Alla fine ha lasciato perdere e si è concentrato solo ed esclusivamente sul calcio». Ha fatto bene. «Mi dicono che è bravo». Le dicono? «Di calcio ne capisco molto poco, devo fidarmi. Quello che invece posso dirvi, e qui dovete fidarvi voi, che è un ottimo marito». Caspita. «Con il bambino è bravissimo, cambia i pannaloni alla grande. Lo fa mangiare, ci gioca, diciamo che – quando c’è – Lorenzo se ne occupa quasi completamente. L’importante è tenerlo lontano dai fornelli». Pessimo cuoco. «Ci prova ma i risultati sono piuttosto scadenti. Apprezzo comunque impegno e buona volontà». Chi cucina? «Io. Anche perché, visto che alla fine si esce poco, spesso vengono a trovarci amici e parenti e allora preparo qualcosa da mangiare. Un piatto di spaghetti, un bicchiere di vino e poi… Provate a indovinare». Le partite di pallone. «Come avete fatto?» Non era difficile. «A tutto calcio, ma è pure normale». Qualche alternativa ci sarà. «Due telegiornali al giorno e poi programmi leggeri, tipo Zelig, C’è posta per te, il Festival di Sanremo, un classico a cui non si rinuncia mai. Anche se le canzoni non sono sempre bellissime è proprio lo spettacolo che ci piace assai». Gran relax, insomma. «Assolutamente. Pure al cinema, niente polpettoni». A proposito di cinema. Film preferiti? «Quelli del presidente». Piaggeria pura. «A noi piacciono veramente, non è piaggeria. E’ chiaro che li vediamo perché li produce De Laurentiis ma non facciamo alcuno sforzo. Sono divertenti». Qualcosa oltre il cinepanettone? «Non so». Piccolo sforzo. «Ecco, la settimana scorsa ho visto ”La grande bellezza”». Le è piaciuto? «Ammetto di non essere riuscita ad apprezzarlo fino in fondo». Non le è piaciuto. «Non troppo». E a Lorenzo? «L’ho visto da sola, lui era in Spagna con la Nazionale. A me aveva incuriosito, ho pensato ”sarà un grande film, ha vinto pure l’Oscar a Los Angeles, invece devo ammettere che sono rimasta un po’ delusa. Al cinema e, pure a teatro, mi piacciono cose più leggere». Made in Sud? «Il nostro programma preferito. E poi sono tutti amici». Amici? «Sì. Quando ci siamo sposati a farci gli auguri arrivò lo staff di Made in Sud al gran completo, Biagio Izzo in testa. Fu un regalo bellissimo». A proposito di nozze. «Ci siamo sposati il 31 dicembre del 2012». A Capodanno? «Lo abbiamo fatto apposta. Era l’unico modo per festeggiare tutti insieme l’anno nuovo». Passiamo agli invitati. «Non tantissimi. Abbiamo preferito una cerimonia semplice con le nostre famiglie, qualche amico e gli agenti di Lorenzo con le mogli. La scelta del 31 dicembre purtroppo ha impedito ai suoi compagni di squadra di partecipare». A proposito di calcio. A chi si ispira Lorenzo Insigne? «A Del Piero». Un campione. «Su questo Lorenzo ha le idee chiare, dice sempre che Alex è stato un maestro di correttezza, così come vuole essere anche lui. Anche se però ci tiene a sottolineare che lui è Lorenzo e basta. Niente idoli e nessun modello». Un po’ presuntuoso. «Consapevole delle sue capacità». Bravo è bravo. «Dicono di sì». Anche i tifosi. «Lo adorano. Lo considerano uno di loro». Questo lo dicono a tutti. «Non credo. In ogni caso con Lorenzo c’è un rapporto di grande cordialità. Pure con me per la verità». Lei frequenta i tifosi? «Ma no. Li incontro quando sono con lui. Anche se spuntano davvero dappertutto. Perfino quando ci siamo sposati, la notte di Capodanno, si piazzarono sulla porta del Comune di Frattamaggiore e lì sono rimasti fino a quando non siamo usciti». Il tifoso non sente ragioni. «Altrimenti che tifoso sarebbe?» E le tifose? «Facessero il tifo senza esagerare». Che vuol dire? «Che sono gelosa». Fa bene, il calciatore va a ruba. «Appunto. Sono molto corteggiati. In più mettici che Lorenzo è anche bellissimo, pensate un po’ alla mia situazione». Vita dura. «Ognuno è meglio che si guarda i fatti suoi. Lo dice pure lui». Possessivo? «Apparentemente anche più di me, in realtà non è così. In ogni caso ci provo pure a far finta che non sono troppo gelosa». E ci riesce? «Non sempre, anzi quasi mai». Pazienza. «Ce ne vuole». Il prezzo della popolarità. «Per carità, va benissimo. L’importante è che nessuno tocchi Lorenzo». Grande amore. «Ci siamo conosciuti da bambini. Stavo in classe con sua cugina. L’ho perso di vista quando ha deciso di abbandonare gli studi». Quindi? «Ci rivedemmo a una festa, poi si organizzò una gita alla quale partecipammo tutti e due. Lorenzo cominciò a corteggiarmi». Dica. «Lo incontravo ovunque, […]


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