Lady Zwack

Creato il 26 giugno 2014 da Ilbicchierediverso

Izabella Zwack ha il fascino di chi porta con sé solide basi tradizionali e uno sguardo lungimirante. Riesce a trasmettere all’interlocutore eleganza, stile e femminilità in ogni suo gesto e parola, contraendo lo spazio e il tempo che la circondano.
La nostra chiacchierata -che vi avevamo promesso tempo fa nel nostro articolo su UNICUM- è la dimostrazione di come solidità familiare, ideali comuni e costanza possano essere non soltanto la base solida per un impero come quello di Unicum e quindi della famiglia, ma il motore principale, il più importante per chi ha davvero volontà di miglioramenti privi di snaturamento. Di chi crede che la crescita avvenga ogni giorno e in ogni momento. Su ogni scelta.
Quindi vi presentiamo Lady Zwack una donna forte del suo passato, del suo presente e del suo futuro.

Buona scelta
IBD
ilbicchierediverso@gmail.com

Qual è il suo rapporto con la tradizione che hai alle spalle?

Noi siamo state generazioni strane perché mio padre, che era la quinta, fra virgolette, ha perso tutto quando con mio nonno è scappato restando con nulla in mano.

Poi nell’87 sono ritornati in Ungheria, abbiamo ricomprato l’Azienda, sempre dal niente e l’hanno ricostituita.

Quindi la generazione di mio padre sarebbe l’ultima e la prima, dunque noi saremmo o la sesta o la seconda. Io, personalmente, la sento un po’ come seconda da un punto di vista di ciò che è il nostro ruolo: mio padre ha avuto la capacità di andare contro ogni pronostico, ha vinto avversità di ogni tipo e noi abbiamo la responsabilità di custodire questo gioiello e, questo mi dà un profondo senso di fierezza.

Ecco la sensazione più forte, palpabile è proprio la fierezza.

Poi la tradizione, le vecchie famiglie, uno se le immagina un po’ noiose, invece la nostra è dinamica, fatta di tanta passione e quindi la tradizione è ancor di più una gioia da vivere e far continuare a vivere.

Tradizione e modernità allora come vengono bilanciate?

Mio padre disse una volta in un’intervista “La tradizione ti obbliga a pensare al futuro”, quindi non è qualcosa che ti lega, ma un vero e proprio motore propulsivo verso un Domani. E se ci pensi questa azienda, in tutte le sue fasi ha avuto tutti e due gli sguardi: quello tradizionale e quello proiettato verso questo “giorno dopo”.  Non si possono scindere e nemmeno sbilanciare. Su come trovare il giusto equilibrio posso dirti che è qui il vero istinto  dell’imprenditore, il saper intuire il modo per bilanciare.

Voi siete in due ora. Com’è il rapporto con suo fratello?

Il rapporto funziona benissimo. La famiglia funziona benissimo è una relazione idilliaca. Si sente spesso di grandi aziende o imperi che crollano per ragioni famigliari e per rapporti disastrosi, con noi non è così.

Siamo molto diversi ma molto complementari e le nostre qualità si intersecano. Lui è calmo, saggio. Io molto analitica, molto puntigliosa e alcune volte vado a complicare delle cose e lui con il suo modo di fare mi permette di sbrogliare questo gap, ma allo stesso tempo io, facendo così, vedo delle cose che a lui sfuggono  e quindi è un continuo scambio. La cosa più bella che abbiamo è la fiducia. Sappiamo che possiamo fidarci al 100% di noi e in questo mondo aziendale, così “duro”, sapere che c’è questo valore è fantastico. Inoltre sai che se tu non sarai presente ci sarà una specie di tuo alias, che sarai rappresentata al massimo e come se fossi tu.

Il suo ruolo femminile come viene vissuto?

(Ride ndr.)È una domanda che mi viene fatta spesso, ma io non me la pongo mai… Non faccio mai caso a questo essere donna in mezzo agli uomini…

Però un po’ di tempo fa, dopo una negoziazione abbastanza dura, sono uscita con mio fratello e mi ha detto se mi fossi accorta che i nostri interlocutori fossero arrossiti durante l’incontro.

Un po’ me ne ero accorta, e secondo me era perché, essendo donna, essendo preparata, sapendo dire la mia ho spiazzato quegli uomini che forse in un maschio avrebbero visto altre reazioni, magari più prevedibili. In generale comunque, direi, non ci ho mai pensato troppo.

Progetti futuri? Qualcosa che vi piacerebbe fare?

Intanto stiamo per lanciare tre nuovi prodotti in Ungheria, di cui presto avrete notizie.

L’anno prossimo avremo una sorta di Grappa molto esclusiva. Un liquore alle erbe… progetti che ci intrigano molto.

Per me e mio fratello il sogno è che il marchio UNICUM diventi internazionale completamente, ed è un sogno grande in questo mondo, anche perché tutti i paesi dell’Est partono con 40 anni di ritardo e quando siamo rientrati, con l’intenzione di espanderci abbiamo trovato mercati molto saturi.

In più bisogna anche scalfire l’immagine di prodotto del paese dell’Est.

Una cosa che vorrei fare invece sarebbe aprire un locale a Budapest, una specie di “Casa dell’Unicum”, ma visto che non è il nostro settore quello della ristorazione, ci vorrebbe davvero uno studio e una volontà di nuovo e spesso (fortunatamente) non c’è tempo per farlo, però mio piacerebbe molto.

Bevete Unicum perché…?

Perché è il più vecchio e originale digestivo al mondo.


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