LAENUR, di Vlad Sandrini
La Ponga Edizioni, Ebook, € 2,49
Genere: high fantasy
Voto: 4/5
Dopo un mirevole esordio nella fantascienza, Vlad Sandrini torna in libreria (o negli store ebook, dipende dal formato in cui preferite leggere) con un breve romanzo fantasy, Laenur.
Inaugura la collana fantasy de "La Ponga Edizioni", dal titolo piuttosto ironico "Tanto è Fantasy" (che mi piace un sacco, a dirla tutta).
Vael Dahur è un veterano di guerra ed è ora diventato uno Sciamano. Suo compito è insegnare ai novizi i segreti della mente.
Melei è una giovane novizia con il dono della preveggenza, dono che deve rimanere segreto se desidera diventare uno Sciamano.
Attraverso una visione lei, e attraverso la lettera crittografata di un vecchio commilitone lui, i due vengono a sapere che nella città di Laenur uno stregone negromante trama per la conquista del mondo; ma nessuno dei due può dirlo a qualcuno.
Non resta altro da fare che partire per risolvere in qualche modo la situazione.
Se vogliamo partire dai difetti, in realtà il romanzo è un racconto lungo.
Non parlo di lunghezza in termini di pagine, ma proprio di struttura narrativa; gli avvenimenti vengono raccontati dando per scontato il mondo che vi sta attorno, nel senso che tutto viene introdotto come se il lettore già sapesse che cosa sono gli Sciamani, che cos'è un determinato di tipo di magia e come è strutturata la geografia.
Questo è ciò che si fa in un racconto, dove si hanno poche pagine a disposizione e non ci si può perdere in infodump; nemmeno nei romanzi si può abusare degli infodump, per carità, ma mia opinione personale è che un romanzo permette un respiro un pochettino più ampio e che sia necessario soffermarsi di più sui dettagli.
Detto ciò, è impossibile negare che sia un racconto lungo di alta qualità; ben scritto, con una trama solida, personaggi e situazioni non scontati (cosa che sembra sempre più difficile in un fantasy; in un fantasy classico come questo, poi).
Ed è ironico, il che non guasta. I fantasy che si prendono troppo sul serio sono noiosi.
L'uomo incappucciato sapeva di non essere il solo a usare strumenti simili. Anni prima aveva avuto occasione di sbirciarne uno, a Tarazed, custodito dagli Sciamani Divinatori. Ma gli strumenti degli sciamani non potevano essere precisi come questo. La figura nera l'aveva costruito secondo le specifiche di Nadir di Curil. Non si era fatto scrupolo di procurarsi gli ingredienti dettati dalle formule originali della negromanzia, e lo teneva in funzione recuperando sangue e ossa da donatori non necessariamente volontari. C'era sempre bisogno di sangue e ossa, più che mai in tempo di pace. L'uomo pensava, in genere, che la pace fosse una grossa seccatura per un serio studioso.