Giorni fa, l'annunico della NASA rigurado la presenza di acqua liquida su Marte ha riportato alla ribalta il pianeta rosso. A distanza di giorni, un'alra conferma arriva dal rover Curiosity, che raccogliendo nuovi dati ha mostrato come il paesaggio del cratere Gale, in epoche remote della storia di Marte, fosse dominato dalla presenza d'un sitema idrico temporaneo caratterizzato da delta fluviali e laghi. I nuovi dati stanno mettendo i ricercatori su una strada ben precisa, ovvero, che riserve d'acqua potessero accumularsi, per lunghi periodi di tempo, nei grandi crateri da impatto.
All'interno del cratere Gale, il rover s'è imbattuto in margini di bacino clinoformi che non potevano essere osservati da strumenti in orbita. Il team guidato da John Grotzinger, della Sezione di scienze geologiche e planetarie del Caltech, ha analizzato i sedimenti lungo questi clinoformi, osservando come la superficie del bacino sia salita nel corso del tempo. Combinando queste osservazioni con i calcoli sull'erosione del bordo del cratere, se ne deduce che debba aver avuto luogo un processo d' aggradazione: un aumento dell'elevazione del terreno a seguito della deposizione di sedimenti.La ghiaia e la sabbia prodotte dall'erosione del bordo e della parete nord del cratere Gale furono trasportate verso sud lungo ruscelli poco profondi. Nel corso del tempo, questi flussi sedimentari avanzarono verso l'interno del cratere, trasformandosi in grani via via più fini mano a mano che scendevano verso valle. Questi delta segnavano il confine d'un antico lago, dove i sedimenti più fini - praticamente fanghiglia - s'accumulavano. Secondo i ricercatori, la presenza di acqua in questa regione, doveva essere transitoria, tuttavia nell'antichità dovrebbero essersi succeduti più laghi. Ciascuno per periodi lunghi dai 100 ai 10 mila anni. Periodi piuttosto lunghi durante i quali almeno in teoria si sarebbe potuta sviluppare la vita.
Di: Ernesto G. Ammerata