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Laicità, Chiesa e diritti. In un’intervista il segretario provinciale del Pd Titta Magnoli lancia il sasso nello stagno: “Siamo pronti come individui ad accettare che la società cambia sotto i nostri piedi ogni minuto?”

Creato il 08 settembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il registro delle Unioni civili del Comune di Milano è una realtà: il Comune ieri ha fatto sapere che si potrà iscrivere dal 18 settembre, con prenotazioni dal 10 settembre. Perché a Cremona non se ne può ancora parlare? Forse il Comune è sottomesso dalla Chiesa?

Laicità, Chiesa e diritti. In un’intervista il segretario provinciale del Pd Titta Magnoli lancia il sasso nello stagno: “Siamo pronti come individui ad accettare che la società cambia sotto i nostri piedi ogni minuto?”

Pd, il segretario provinciale Titta Magnoli

“Credo – risponde il segretario provinciale del Pd Titta Magnoli – che il tema del registro delle unioni civili sia un simbolo, pur importante. Ma non sufficiente. I diritti che si riconoscono sono infatti ancora pochissimi, molti dei quali si possono ottenere comunque con atti burocratici come il mettersi sullo stesso stato di famiglia. Occorre che il diritto di famiglia italiano faccia un balzo in avanti più significativo. A Cremona come altrove. Studiando il diritto, insegnano che se la società cambia, occorre che la legge la segua e sia in grado di accompagnarla. Credo che il momento per un cambiamento sia ormai maturo. Altrimenti abbiamo semplicemente una legislazione che si volta davanti alla realtà. A Cremona, per fortuna, possiamo parlare di tutto ciò che il Comune può fare per allargare i diritti, e invito a non pensare che su questo ci siano due fazioni. Il pensiero cattolico su questi temi è talora molto più avanti di quanto si voglia dire. Per contro esistono fior di atei o di laicisti che sull’omosessualità e sui diritti sono su posizioni paleolitiche. Ho sentito parole di grande rispetto da cattolici e battute da bettola da persone che poi si mostrano in pubblico progressiste. Non è un tema solo di idee ma anche di costume e di arretratezze culturali. La cultura di una società è un organismo ben complesso, e non descrivibile in un bel quadro bicromatico, bianco e nero. E poi, lo lasci dire a un laico vero, non continuiamo a tirare in ballo la chiesa, che svolge una funzione sociale precisa e dichiarata,  ma guardiamoci allo specchio. Siamo pronti, come individui, ad accettare che la società cambia sotto i nostri piedi ogni minuto?

La Chiesa cremonese non è troppo chiusa nel suo guscio? Perché non partecipa di più al dibattito pubblico? Ad esempio don Bruno Bignami ha presentato anche ieri, a Regona di Pizzighettone, il suo libro sui beni comuni. Ma la Chiesa cremonese è d’accordo con con don Bruno o no? Non esistono risposte. La diocesi ci passa comunicati nazionali della Cei.

Non sono certo nelle condizioni di giudicare un’istituzione millenaria come la chiesa in poche parole e non è il mio compito, per fortuna. Ma le ribalto la domanda. Lei dice che la chiesa partecipa poco al dibattito pubblico. Io le chiedo, esiste a Cremona un dibattito pubblico a cui partecipare? Se ci fosse, se esistesse un fermento, parteciperebbero tutti volentieri, le assicuro. Oggi una cappa di conformismo blocca molti spunti di riflessione. Le assicuro che pur facendo il politico, ed essendo per mestiere portato a vivere di dibattito, talora sono il primo a scoraggiarmi. Per avere un bel dibattito occorrono bei dubbi, non certezze levigate in anni di autocompiacimento. Molti personaggi oggi si fermano, purtroppo, solo a quello”.

Credo che si siano sprecate energie enormi in guerre di religione, con un gran bombardamento delle coscienze, per poi scoprire che sarebbero state necessarie delle pragmatiche riforme che non sono state fatte. Gli enti locali sono su questa lunghezza d’onda. Lotte enormi e nessuna innovazione. Di passaggio noto che il Documento strategico della Provincia è stato presentato ed è scomparso, per fare un esempio.

Temo che le coscienze non siano proprio bombardate da imperativi religiosi, quella sarebbe una ricchezza di cui purtroppo non possiamo godere. Discutere di temi eticamente sensibili con chi non la pensa come noi è un momento di arricchimento unico. Occorrerebbe distinguere però fra i dibattiti che avvicinano le coscienze e quelli usati per allontanarle. Volutamente. Cosa c’entri questo con i documenti strategici, fatico a coglierlo, ma voglio stare alla sua suggestione. Diciamo che l’attesa di una strategia politica a Cremona è un’attesa quasi messianica, per restare in questa venatura mistica che la avvolge.

Allora a che cosa serve il continuo richiamo ai valori, all’identità? Si dovrebbero valorizzare le nuove professionalità, adatte al mondo che cambia, a questa società multietnica, così variegata. Il mondo è cambiato, la politica ha guardato indietro, non avanti. E a Cremona pare che sia andata così.

L’identità è importante e la laicità è un aspetto dell’identità, non dobbiamo dimenticarlo. La società multietnica costituisce una complessità che è ricchezza, e che a Cremona è già una realtà da anni. Non lasciamoci scoraggiare. So che per i suoi gusti sono stato un po’ curiale, forse solo per spirito di contraddizione. Ma l’invito che faccio a me stesso è di diffidare dei falsi profeti, di chi predica per i beni comuni e persegue solo l’arricchimento personale, di chi parla di altruismo e non tende la mano per aiutare l’altro. Non è un tema di chiesa, di politica, di società, è un tema di uomini. E di buona volontà. Sogno solo una società in cui ognuno di noi segua seriamente ciò in cui crede, con onestà. Purtroppo temo sia solo un sogno, e neanche tanto originale, ma non è detto…

 

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