L’iter ottimale della lagnanza dovrebbe essere questo: soffro per una cosa —-> mi concedo di latrare in libertà le mie disgrazie—-> ricevo solidarietà e/o inaspettati punti di vista —-> ho passato mezz’ora e vuotato il sacco del mio dolore —-> fine tempo lamentela, ritorno alle regolari attività.
Purtroppo non va mai così. La lamentela è reiterata, è una litania che si ripete, ad intervalli regolari, uguale a se stessa per temi e toni: è una sorta di confortevole divano sul quale ci piace accomodarci prima di prendere una decisione. Ad esempio, ho passato anni a lamentarmi di un fidanzato prima di lasciarlo, di essere pigra prima di correre, di essere grassa prima di seguire una dieta*. Quando ho smesso di lagnarmi di quelle cose, ho dovuto trovarne subito delle altre (ultimamente vanno per la maggiore: insoddisfazione professionale e doppie punte). Insomma, chi sono io per negarvi un po’ di comfort-complaining?
Vorrei quindi sapere dal popolo della rete perché, quando potreste dedicarvi a sviscerare argomenti very, very, very crunchy (la burocrazia, gli inceneritori, il carovita, lo strapotere delle multinazionali, il terrorismo, le unghie incarnite, le scie chimiche) continuate a lamentarvi del lunedì. Sappiate che il male e il bene sono egualmente spalmati in tutti e 7 i giorni della settimana. Se volete, al fondo trovate anche una playlist Spotify a tema.
lunedì. Adesso ascoltatemi bene. Il lunedì viene dopo il weekend e nel weekend (nei Paesi Occidentali, da cui proviene il 99% dei lettori di questo blog) nessuno lavora. Difficilmente troverete una valanga di email appena arriverete al lavoro. Come voi siete rallentati dall’ozio domenicale, lo sono anche i capi, i clienti, i fornitori, i consumatori. I nodi arriveranno al pettine intorno alle 12:30 e avrete tutto il giorno o tutto il resto della settimana per risolverli. Oltretutto, se avete un esercizio commerciale, spesso il lunedì non lavorate o lavorate mezza giornata.
martedì. Essendo nata sotto il segno di Marte, dovrebbe essere il mio giorno. Ma io vi metto in guardia dal martedì, anzi da una specie molto specifica di martedì: i martedì-vestiti-da-lunedì. Sono questi i giorni in cui siete legittimati a lamentarvi! Ma molti hanno stoltamente esaurito tutte le energie accanendosi contro un innocente (il lunedì) e quindi vivono il martedì come un qualsiasi giorno lavorativo. La sera arrivano a casa sfatti e sbuffano “Son distrutto, ed è solo martedì”. Sveglia! Non vedete? Il martedì è un parafulmine acchiappamerdoni, e per farvi fronte occorre sfoderare tecniche quali bagno caldo, scrub, maschera, massaggio (smetterete così di lagnarvi del fatto che non riuscite a prendervi cura di voi stesse e premiarvi). Caldamente sconsigliato di martedì: andare dal parrucchiere, perché il martedì è il suo lunedì ed è scoglionato come eravate voi ieri.
mercoledì. Siamo a metà della settimana! Il grosso è quasi fatto! Se avete un flirt in corso, potete iniziare ad sperare che vi mandi un messaggio e vi inviti a uscire (notoriamente nessuno ha idea di dove andare il lunedì e martedì, è per questo che non vi ha chiamate prima). Si può iniziare a pensare al weekend senza sentirsi dei folli visionari utopisti. La sera si può andare a correre all’ora dell’aperitivo senza sentirsi nel deserto dei Tartari. Che ve lo dico a fare? Si scrive mercoledì sera ma si legge scollinare. Caldamente consigliato di mercoledì: tutto quello che siete solite fare il sabato (smetterete così di lagnarvi del fatto che vi siete fottute tutta la giornata libera): andare a cena dai genitori (questa sono io), la spesa alimentare, lo shopping rapido in pausa pranzo, la ceretta, il parrucchiere e in generale tutte le attività propedeutiche al giorno migliore della settimana. Sì, parliamo del
giovedì. Il fatto che Cristo abbia organizzato l’ultima Cena proprio in questo giorno ci offre interessanti spunti di riflessione: invece di andare mangiare fuori il sabato, (giorno in cui notoriamente aprono le gabbie**), prenotate giovedì. Se avete un nuovo flirt, fatevi invitare fuori: non ci sarà troppa ressa e potrete parlare, così se è un coglione lo capite subito e ve ne farete una ragione velocemente. Il giovedì escono anche cose belle, come la Settimana Enigmistica, i nuovi film, la programmazione cinematografica della settimana, il numero di Internazionale con il relativo oroscopo. Credo non occorra insistere troppo sul fatto che Thursday is the new Friday.
venerdì. Dal punto di vista professionale, il venerdì è sopravvalutatissimo. “Non vedo l’ora che sia venerdì” è una frase ottusa: fate bene attenzione ai desideri che esprimete.
Fate occhio ai desideri che esprimete
E’ il giorno di Venere, dea dell’amore ma, diciamolo, soprattutto della fregola. Il venerdì, infatti, hanno tutti una smodata fregola di chiudere questioni, ordini, fatturazioni, ratei, risconti, spedizioni, email, conferme, sconferme, revoche, presentazioni. Al pari del martedì, il venerdì è un catalizzatore di problemi, con due aggravanti: l’urgenza e la stanchezza. E’ universalmente nota la capacità del venerdì di crearvi aspettative intorno alle 16:30 (“Dai, finisco ‘sto file di merda e vado a casa”) per poi distruggervele senza pietà alle 17:00 (Driiiin: “Valeria, le spiace salire che diamo un’occhiata al riepilogo generale di tutti i fatturati 2014?”). Caldamente consigliato il venerdì: visto che sarete comunque stanche come mondine vercellesi, andate in palestra/in piscina che il venerdì non c’è un cane. La coscienza ne guadagnerà (smetterete così di lagnarvi della vostra stessa pigrizia e cellulite) e vi resteranno in circolo quelle 4 sparute endorfine necessarie ad affrontare degnamente la serata, se siete di quelle che amano fare tardi e frequentare locali affollati nella speranza di conoscere qualcuno di interessante e limonarci un po’ (insomma, se siete come me prima di mettermi con voi-sapete-chi)
sabato. Se avrete seguito i miei suggerimenti, avrete gestito in settimana la spesa alimentare, la visita ai genitori, la palestra e la piscina. Quindi potrete godervi la giornata facendo le cose che più vi aggradano: questo di sette è il più gradito giorno, suggeriva Leopardi tipo 200 anni fa. Volete idee? Specialità outdoor: girare per mercati, fare shopping, prendere il tè con le amiche. Specialità indoor: dormire come bradipi narcolettici per riprendersi dalla serata precedente, fare lavoretti di bricolage, (ri)leggere da cima a fondo il bellissimo blog Gynepraio, recuperare puntate arretrate di una serie TV, riprovare tutto l’armadio per comporre nuovi outfit (smetterete così di lagnarvi del fatto che non avete niente da mettervi). La sera del sabato, di solito, io la dedico a cose tranquille tipo cucinare e invitare gente a cena o, meglio ancora, farmi invitare cavandomela con un pasticcio di sfoglia e spinaci surgelati spacciato per un’altisonante “quiche vegetariana”. Se andate a ballare il sabato sera, siete molto più giovani di me e pertanto vi invidio.
domenica. Il giorno più vituperato, dopo il lunedì, è la domenica: per alcuni -capitanati da Venditti- è tristezza, noia, disperazione, solitudine. Per quanto mi riguarda, gli unici che hanno diritto a detestare la domenica sono gli studenti: ho ricordi orribili di domeniche passate a ripetere paradigmi di verbi greci o fare esercizi di matematica finanziaria. Ma per tutti gli altri, single o accoppiati, la domenica è un giorno bellissimo. Di mattino si può dormire, correre o passeggiare al parco, andare ai mercatini dell’antiquariato, fare il brunch con le amiche o il fidanzato.Di pomeriggio si può vedere le partite, andare a una mostra, al cinema. Si può stare su Pinterest a cercare idee, su Monster a cercare lavoro, su Expedia a cercare vacanze, su Anobii a cercare libri belli. Se si ha un blog, si può elaborare un post, oppure cercare contenuti per articoli futuri. Caldamente sconsigliato di domenica: andare all’Ikea a vedere tutte le brutture del genere umano, (visto che chiude alle 21:00 o addirittura alle 22:00 ci potete andare una sera in settimana dopo il lavoro) rovinandovi così la giornata. Caldamente consigliato di domenica: mangiare la pastina, cioè la mia personale madeleine Proustiana. Del resto, come cantavano gli 883 in quel capolavoro di nichilismo provinciale che è Weekend, la domenica si deve cenare leggero: “Pasta in brodo o forse minestrone, ad andar bene un po’ d’affettato”.
Buona settimana a tutti.
*spoiler: sono ancora grassa
** famiglie numerose e maleducate, zarri, cesse e in generale gente che sta segregata in casa dal 1998