Lampade abbronzanti, l’abbronzatura sempre e a tutti i costi

Creato il 21 settembre 2013 da Benesserestaff @benesserestaff

L’estate è finita, il sole entra ed esce tra le nuvole e la nostra pelle inizia a tornare bianchiccia. Peccato però, dopo tutto quel tempo passato al sole per ottenere il tanto agognato colorito vacanziero. Eppure pochi secoli fa l’abbronzatura era considerato un segno di villania e di appartenenza al basso ceto. Dopo essere stata sdoganata da Coco Chanel, invece, è diventata simbolo di benessere, di uno status sociale elevato, di chi si può permettere vacanze al sole, magari ai Caraibi. E noi, povere mortali, che dobbiamo ritornare nei nostri posti di lavoro, siamo costrette, se vogliamo mantenere il colorito, a ricorrere alle lampade abbronzanti. Ma sarà davvero il caso, o forse sarebbe meglio arrendersi al pallore invernale?

Lampade abbronzanti, perché sono così demonizzate

Da diversi anni ormai, chi non ha modo di fare una vacanza invernale ricorre all’ausilio delle lampade abbronzanti per avere un colorito impeccabile tutto l’anno. Ce ne sono di vari tipi e per varie esigenze. Chi ha poco tempo può ricorrere alla lampada trifasica che abbronza solo il viso o alla doccia solare, che offre un’abbronzatura integrale in pochissimi minuti. Chi invece vuole godersi anche la piacevole sensazione delle lampade abbronzanti, può optare per un lettino in cui la seduta ha una durata di 15-20 minuti.

Ma non è solo questa la differenza. Ci sono lampade di ultima generazione, ad alta pressione, che inducono un’abbronzatura molto rapida agendo sulle riserve di melanina già prodotta dal nostro corpo ma che, purtroppo, altrettanto velocemente tende ad andar via. Le lampade abbronzanti a bassa pressione, invece, consentono un’abbronzatura più lenta e duratura perché stimolano i melanociti che producono così nuova melanina. I macchinari più nuovi hanno speciali filtri che permettono il passaggio solo a determinati raggi.

Nonostante questo le lampade abbronzanti continuano a essere demonizzate, ma sono davvero così pericolose? In realtà si, ma ci sono molti ma e molti se. In linea generale le radiazioni UVA sono sicure, al punto che vengono utilizzate anche per curare molte malattie della pelle come la vitiligine e la psoriasi. Bisogna però che le utilizziamo con buonsenso. Inutile fare la gara tra colleghe per vedere chi a Natale avrà il colorito più scuro, questo potrà solo esporci a un precoce invecchiamento della pelle. L’esposizione eccessiva è sempre e sicuramente dannosa.

Molti studi hanno appurato che un utilizzo smodato delle lampade abbronzanti ha una stretta correlazione con l’aumento delle possibilità di insorgenza del melanoma. Questi studi sono stati effettuati di recente dall’ Academy of Dermatology negli U.S.A. e riportano, come risultati, che il rischio aumenta del 75% tra le giovani di età compresa tra i 15-19 anni, le quali sono sostenitrici dell’abbronzatura incallita. Questo però non significa che le lampade abbronzanti siano da mettere al bando, sicuramente bisogna che le utilizziamo con criterio e tanta attenzione, così da poter mantenere un’abbronzatura ragionevole, ma senza rischi.

Lampade si, ecco come abbronzarsi in sicurezza

Se abbiamo deciso di voler comunque provare l’abbronzatura artificiale delle lampade abbronzanti, consapevoli dei pro e contro, almeno mettiamo in pratica delle semplici accortezze che possono consentirci di mantenere la tintarella invernale senza correre rischi. L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia l’utilizzo delle lampade per uso estetico, ma se si decide comunque di utilizzarle dobbiamo stare attente quando ci rechiamo nei centri estetici. Verifichiamo che le apparecchiature siano conformi alla normativa CEI e che quindi siano provviste di un interruttore a tempo.

Se non ci vengono forniti gli occhialetti appositi, chiediamoli, sono molto importanti.


Devono essere avvolgenti per proteggere in modo idoneo. Se volessero fornirci, e in molti centri estetici e solarium lo fanno, delle creme che stimolano l’abbronzatura, rifiutiamoli e anzi, mettiamo una protezione solare idonea anche se siamo già abbronzate. Gli stimolatori non solo sono nocivi dal punto di vista della composizione, basta leggere l’Inci, ma potrebbero causare problemi sia di macchie che di ustioni.

Dobbiamo sempre rispettare i tempi d’esposizione che nel lettino non dovrebbero mai superare i 20 minuti, nella doccia i 10-12 secondo la nostra carnagione. La prima esposizione dovrebbe avere una durata minima, proprio per verificare la nostra reazione ed evitare problemi anche gravi. Non abusiamo con le sedute. Una al mese è più che sufficiente, in ogni caso mai procedere con un’esposizione successiva a un’altra a meno che non siano passate almeno 48 ore.

Verifichiamo che le lampade abbronzanti non siano troppo datate, siano funzionanti e non presentino difetti meccanici. Un cattivo funzionamento, oltre a pregiudicare il risultato, potrebbe portare a risvolti davvero negativi il nostro desiderio di tintarella. Non effettuiamo sedute abbronzanti se stiamo assumendo farmaci incompatibili con l’esposizione ai raggi UV come per esempio gli ormoni dei contraccettivi. Dopo ogni seduta idratiamo la pelle abbondantemente, magari con un buono olio di mandorle.

Se utilizzate nel modo corretto, le lampade abbronzanti non sono più pericolose di quanto non lo sia esporsi ai raggi di una lastra o di una tac. Moderazione e buon senso, se ne siamo provviste allora possiamo tranquillamente mantenere un’abbronzatura discreta anche artificialmente. Ricordiamoci che durante l’inverno è più chic esibire una pelle magari più chiara, ma sana, levigata, ben curata e con un bel make up..


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