Larghe intese, il matrimonio non s’ha da fare

Creato il 27 aprile 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire

Comunicare è un po’ come riflettere fuori di sé quello che si ha ed è dentro, il contenuto. Non si tratta solo di modelli comunicativi, che pure sono importanti, eccome. Se non si ha qualcosa da comunicare, stili e tecniche comunicative vanno a farsi friggere.

Ora, a mio parere, difronte a quanto viene imputato al PD soprattutto dalla base, rispetto alle scelte politiche (quelle delle larghe intese, per intenderci), il problema è innanzitutto di contenuti. Con le primarie, infatti, si era scelta la coalizione Italia Bene Comune. E dunque, rispetto ai contenuti le opzioni sembrano essere tre, e pure cumulabili. 1) il PD e coloro che lo dirigono hanno tutt’altro da comunicare, rispetto a istanze e rivendicazioni della base; 2) o/e non lo sanno fare, scegliendo modelli inadeguati; 3) e/o non conoscono il loro reale contenuto: insomma non si conoscono, o magari non si riconoscono, più. Il risultato, in tutta la sua evidenza, sarebbe sotto gli occhi di tutti. Lo è?

Enrico Letta, sembra muoversi nella stessa direzione di Bersani, costretto a dover smacchiare giaguari e pettinare bambole (inconsapevolmente?), sin da prima di ricevere il mandato di presidente del consiglio per il governo delle larghe intese. Ma non aveva detto che “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”?

«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013).

«I contrasti aspri tra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali» (Enrico Letta, 29 marzo 2013).

Enrico Letta, tutto e il suo contrario, appunto: le larghe intese.


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