Lasciami entrare, Tomas Alfredson

Da Mariparacchini
Titolo originale: Lat den ratte komma in
Anno: 2008
Durata: 114 minuti
Trailer:

Delicatezza s.f. 1 Caratteristica di delicato. 2 Gentilezza di sentimenti, di maniere: d. d'animo. Discrezione. Atto gentile.
Lasciami entrare è la favola di Oskar ed Eli. Maltrattato dai compagni di classe e alle prese con i genitori separati lui, vampira lei. Si conoscono, con tutta l'assenza di malizia che dovrebbe essere caratteristica dei 12enni, diventano amici, entrambi così 'diversi' dalla normalità convenzionale.
Quindi, cosa ci fa un film del genere nella categoria 'horror'?
Ah, non ne ho idea.
Quel che è certo è che ognuno di voi, ogni singola persona che per qualche motivo, e in chissà quale modo, è arrivata in questo spazietto rosso, dovrebbe cercare questo film, al di là di qualsiasi genere o categoria, e aprire il proprio cuore alla sua bellezza.
Inizia la pellicola e conosciamo il giovane Oskar, lo vediamo sfogare la rabbia che gli si è accumulata dentro durante la giornata, con i suoi capelli biondissimi e la sua 'passione' per i coltelli. Gli si vuole già bene, perchè non potrebbe essere altrimenti.
E poi arriva lei, Eli, si conoscono in quel modo goffo e spontaneo che hanno i ragazzini, con la curiosità e l'orgoglio, il 'sì ti parlo, ma guarda che di te non me ne frega niente'.
Chiaramente gliene frega qualcosa, visto il crescendo di affetto che li coinvolge. Come accade sempre, con questi affetti così piccoli, e innocenti, il mondo lo si dimentica. Ci siamo solo noi due, ill resto non conta.
Ma Eli deve nutrirsi, la sua natura non può annullarsi solo perchè lei, consapevole della sua drammatica situazione, è stanca di uccidere e non ne può più (sentirla sfogare col padre, vedere lo sguardo disperato di lui, vi spezzerà il cuore). Questo porterà delle conseguenze, è piuttosto ovvio che gli omicidi non possono passare inosservati.

Questi due ragazzini, ognuno così complesso nel proprio essere diverso, sono interpretati splendidamente da due giovani (Kare Hedebrandt e Lina Leandersson - non immaginate quanto ci ho messo a copiare i nomi!) che spero di rivedere presto e che mantengano quello sguardo disincantato che mi ha conquistata.
Tanto per fare un esempio: quando i due si conoscono, la ragazzina è vestita leggerissima, quando siamo in Svezia e pare chiaro che fa un freddone. Passa il tempo, il loro legame si rafforza, e la sensazione (poi ditemi se sono folle e l'ho colto solo io) è che Oskar l'abbia 'riportata' sulla Terra, abbia riportato la sua attenzione sul mondo reale e lei finalmente potesse percepire il freddo.
E sono un fantastico esempio di come le cose sarebbero molto più semplici per tutti noi se fossimo tutti più diretti e sinceri. Eli chiede: 'Io ti piaccio?' e lui risponde 'Sì, molto.' Se le relazioni fossero davvero così, se tutto si potesse ridurre ad un 'Ti piaccio?' forse le persone sarebbero meno tese e ciniche.
Ma aldilà della questione sentimentale, quello che più ho amato di Lasciami entrare è che tutto è così semplice. Non ci sono elucubrazioni mentali da fare, è tutto incredibilmente lineare, chiaro, quasi basilare. Non ci sono elementi di troppo, non troppe argomentazioni tirate in ballo, perchè tutto quello che c'è riempie a sufficienza il cuore di chi guarda.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora entrata prepotentemente tra le mie preferite di sempre.
Prima che io mi metta a frignare di nuovo, davvero, concedetegli una visione.