4 marzo 2011, ore 18, Società Letteraria di Verona
Piazzetta Scalette Rubiani 1, 37121 Verona,
Tavola rotonda sul tema
Informare o comunicare? Dal paternalismo all’alleanza terapeutica
Introduce
Daniela Brunelli presidente della Società Letteraria di Verona
Coordina e modera
Michele Gangemi già presidente dell’Associazione culturale pediatri
Partecipanti
Cristina Lonardi docente di Sociologia, Università di Verona: Tra rimozione e comunicazione: il posto della morte
Eddy Puttini psicologa dell’ADO: La relazione come fondamento per comunicare
Michele Gangemi già presidente dell’Associazione culturale pediatri: II ruolo della comunicazione efficace
Gianvito Romanelli medico di famiglia, consigliere ADO: La narrazione come approccio relazionale
Maria Galati psichiatra e psicoterapeuta: Il primo dovere del medico è chiedere perdono
Letture a cura del Circolo dei lettori di Verona
“Nella società occidentale contemporanea la malattia, in particolare la malattia cronica o grave, costituisce una minaccia alla nostra sicurezza ontologica. La medicalizzazione delle problematiche inerenti salute e malattia ha portato ad una visione miope che non permette di mettere a fuoco il vissuto personale e il significato sociale della malattia.
L’autoreferenzialità della medicina, unitamente agli indiscutibili progressi tecnologici, ha fatto perdere agli
operatori sanitari, pur animati dalle migliori intenzioni, l’attenzione agli aspetti comunicativi relazionali. Partecipiamo ad una società che nega la morte e la malattia, così come tenta di cancellare dal corpo i segni del decadimento fisico associati all’invecchiamento.
Quotidianamente ci vengono proposte immagini di una popolazione senza età e senza difetti, in cui l’unico vero culto sembra essere quello della giovinezza e del vigore fisico. È noto che ogni cultura elabora una risposta alla morte, nei suoi miti e riti e nei discorsi che li circondano. Anche il silenzio e l’evitamento, che da svariati decenni informano la cultura occidentale, sono un tipo di risposta che va indagata e compresa.
Lo sguardo storico, filosofico, scientifico, medico, antropologico, psicologico, archeologico, sociologico e così via, troveranno nel ciclo di incontri che ci proponiamo di realizzare, il modo di arricchirsi reciprocamente e di dialogare in profondità, poiché il tema della morte è, al contempo, il più arduo e il più sfuggente, il più multiforme e il più controverso che si possa affrontare.” ( societaletteraria.it)
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