Lassù qualcuno non mi ama più
Da Astonvilla
La domanda oggi non è più “se” il berlusconismo sia finito, ma “come” finirà. Siamo a quello che nel basket americano si chiama il “garbage time”, i minuti finali spazzatura delle partite ormai decise quando giocano i panchinari affamati di comparsate e si rischiano infortuni seri nella improvvisazione e nel caos. Un uomo di stato che avesse il rispetto della nazione e per la nazione che ha a lungo governato dovrebbe ora muoversi per assicurare a se stesso e all’Italia un finale morbido e non traumatico della propria parabola, senza lanciare colpi di coda all’impazzata per fare la sola cosa che ormai gli importa: non arrivare a condanne penali e salvarsi da se stesso. Ma questo, soltanto i suoi amici, alleati e complici possono farlo, come fecero i Repubblicani con un Nixon che stava uscendo di testa e trascinando con sè l’America del 1974, cercando di aiutarlo a ragionare e accompagnarlo alla porta con stile e grazia. Il timore, invece, è che di fronte al rigetto totale che queste comunali hanno sancito, essendosi presentato lui come il salvatore e dunque essendo il vero sconfitto, scelga la tragica ostinazione del vecchio pugile suonato che vuole salire ancora una volta sul ring e finisce per farsi molto male. In questo caso, per fare molto male agli altri. (PS: Non è Paese per Letizie, a Nord o a Sud.)
VITTORIO ZUCCONI