Last action hero - L'ultimo grande eroe

Creato il 31 ottobre 2012 da Misterjamesford
Regia: John McTiernanOrigine: USAAnno: 1993Durata: 130'
La trama (con parole mie): Danny Madigan è un fan sfegatato di Jack Slater, protagonista di una saga action interpretato da Arnold Schwarzenegger nella migliore tradizione dei film tamarri arricchiti da esplosioni e sparatorie a ripetizione.Quando, grazie ad un biglietto magico, il ragazzino scopre di poter entrare nella pellicola e vivere le avventure che ha sempre sognato accanto al suo eroe, pare che si realizzi il desiderio più incredibile che potesse esprimere: peccato che il nemico giurato di Jack Slater riesca a mettere le mani sull'incantato artefatto liberando nel mondo che tutti noi conosciamo i personaggi figli della settima arte.L'eroe di Danny, catapultato in una realtà all'interno della quale può essere ferito e ucciso, dovrà scovare dentro una nuova forza e compiere la sua impresa più incredibile per ristabilire l'ordine delle cose.

Era l'inizio del 1988 quando nell'allora casa Ford comparve per la prima volta un videoregistratore: senza neppure attraversare la strada potevo facilmente raggiungere Strike!, un posto dal look acidissimo che avrebbe dovuto essere il primo di una serie di negozi in stile Blockbuster e che scomparve dopo pochissimo, giusto in tempo perchè riuscissi a noleggiare una marea di film Disney e tutti i Bud Spencer e Terence Hill.Ma la vera manna dal cielo per la mia nascente passione cinematografica giunse con la scoperta della videoteca di Paolo - personaggio ormai mitico qui al Saloon - e della sua famiglia, luogo in cui riuscivo a passare ore scegliendo dai dettagliatissimi cataloghi divisi per generi i film che avrebbero fatto compagnia a me e mio fratello: il suddetto Paolo, che allora doveva essere più o meno attorno alla trentina, mi prese in simpatia e cominciò a consigliarmi rispetto ai titoli, permettendomi di scoprire perle quali Gremlins, Labyrinth ed un'infinità di horror.Ovviamente, ad ogni mia scorribanda nel suo negozio, non poteva mancare la proposta action, considerato che si trattava dell'unico genere che avrebbe convinto papà Ford, perennemente irrequieto e in movimento, abituato agli allenamenti in bicicletta ogni volta che poteva, a sedersi sul divano e concedersi una visione: Last action hero fu uno dei consigli più azzeccati che, in quel periodo, il buon Paolo riuscì a darmi.In fondo, quasi quattordicenne e ancora immerso nel mondo delle medie - qualche mese dopo sarebbe giunta la famigerata peggior sezione del liceo a procurarmi una bella doccia gelata - un film in cui il protagonista, amante del Cinema e degli action, entrava in possesso di un biglietto magico che gli permetteva di vivere incredibili avventure accanto al suo eroe preferito non poteva che fare breccia nel cuore del piccolo Ford, e nonostante già da allora preferissi Sly a Schwarzy riuscii ad accontentarmi godendomi dal primo all'ultimo minuto questa tamarrata insolitamente lunga con tutta la gioia possibile.Non sapevo nulla di metacinema - alla base di tutto il gioco del biglietto e sfruttato con l'idea di parodizzare il buon Arnold e compagni come sarebbe riuscito a fare decisamente meglio True lies ed avrebbero portato a modello Expendables ed Expendables 2 soltanto molti anni dopo -, o avevo idea che il John McTiernan dietro la macchina da presa fosse lo stesso del primo, mitico Die hard o del mio cult personale Predator: mi bastava poter immaginare di entrare in ogni pellicola e che la nemesi di Schwarzenegger fosse Charles Dance, che ora sarà pure noto come il Tywin Lannister di Game of thrones, ma che ai tempi per me era solo ed esclusivamente il cattivo de Il bambino d'oro.Per il resto non c'è nulla che un prodotto a cavallo tra gli anni ottanta e novanta di grana grossa non avesse, anche se le comparsate di gente come Van Damme o James Belushi nel ruolo di loro stessi o l'apparizione della Morte da Il settimo sigillo - interpretata da Ian McKellen - riescono ad apparire cult ai miei occhi anche ora.L'interrogativo più grande resta rispetto al perchè una pellicola così tamarra e casinara non abbia riscosso, tutto sommato, il successo di altre a lei affini, di fatto entrando in un quasi dimenticatoio che ancora oggi non rende giustizia ad uno degli ultimi acuti di un genere assolutamente mitico: forse il mondo non era più lo stesso, e i decisamente meno sopra le righe nineties si preparavano a fare tabula rasa del precedente decennio da Luna Park, ma in questo periodo di revival e vintage anche un titolo "perduto" come questo meriterebbe un recupero.
In fondo, ha tutte le carte in regola per essere la gioia di grandi e piccini.
MrFord
"Un fascio di luce va dal proiettore
per un sogno da duemila lire
porti addosso qualche segno provero' a tirarteli via
posso solo questo sogno scusa per la mia fantasia
giu' in platea sedie di legno
gole secche per la sete d'eroi."
Ligabue - "Marlon Brando è sempre lui" -


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