I prodotti “scremati” o “magri” che ormai imperversano nei nostri negozi non sono sani. State pagando denaro per alimenti scippati di una delle loro componenti più preziose, il grasso (...)Qui sotto la traduzione dell'articolo Calcium, vitamin D, and dairy product intake and prostate cancer risk: the Multiethnic Cohort Study pubblicato sul sito scientifico governativo statunitense pubmed, nonché sulla rivista specialistica di epidemiologia "American Journal di Epidemiloogy 2007 Dec 1;166(11):1259-69. E" pubblicato l' 8 ottobre 2007.
recenti studi dimostrano che la verità potrebbe essere l’esatto contrario: è l’eliminazione del grasso dal latte che aumenta l’effetto cancerogeno. Uno studio americano (National Health and Nutrition Examination Epidemiologic Followup Study), che ha coinvolto 3.600 uomini ed è durato 10 anni, ha messo in evidenza che il maggiore consumo di latticini era associato alla più alta incidenza di tumore alla prostata e viceversa. Tuttavia, quando i ricercatori hanno analizzato attentamente il tipo di latticino si sono accorti che il rischio di tumore era alto solo con i latticini “magri” o “scremati”, latte compreso, e non con quelli “interi”. Addirittura, il consumo di latte intero conferiva una certa protezione verso il cancro.
Lo Harvard’s Physicians’ Health Study, che ha coinvolto 20.000 uomini ed è durato 11 anni, è giunto alla stessa conclusione: il rischio di tumore alla prostata era maggiore in chi beveva latte scremato. Stesso risultato, lo hanno dato altri studi, come quello prospettico norvegese, che ha coinvolto 25.000 uomini, e uno condotto da un ricercatore della NASA (Dr W.B. Grant, NASA Langley Research Center Virginia), che ha valutato la relazione tra tumore della prostata e consumo di latte in 41 nazioni.
Il grasso del latte, che ormai rifiutiamo con orrore, contiene le vitamine D e A, entrambe necessarie per l’assorbimento e l’utilizzo del calcio e delle proteine a livello intestinale. Senza queste vitamine, non solo il calcio e le proteine hanno difficoltà ad entrare nel corpo, ma, se non utilizzate e in eccesso, possono addirittura fare dei seri danni. Inoltre, se al latte scremato l’industria alimentare ci aggiunge intenzionalmente altro calcio (perché il calcio fa tanto bene alle ossa…ma anche alle vendite), allora le cose si possono complicare (...) Inoltre, se al latte scremato l’industria alimentare ci aggiunge intenzionalmente altro calcio (perché il calcio fa tanto bene alle ossa…ma anche alle vendite), allora le cose si possono complicare.
Il calcio, soprattutto in quantità eccessive, ha alcuni effetti indesiderati: sopprime la produzione di calcitriolo, che è la forma ormonale della vitamina D. Siccome il calcitriolo ha proprietà anticancerogene a livello delle cellule prostatiche, gli scienziati credono che la riduzione dei livelli di questa vitamina nel sangue aumenti il rischio di tumore alla prostata
Premessa: Gli studi di coorte sono studi prospettivi, nei quali si prendono in esame due gruppi di individui sani, uno che è stato esposto (o sarà esposto) alla presunta causa di una malattia, e l'altro che non è stato esposto (non sarà esposto). Si confronterà a fine dei rilevamenti la proporzione di malati tra gli esposti e tra i non esposti.
Calcio, vitamina D, assunzione di latticini e rischio di cancro alla prostata, uno studio di coorte multietnico
Riassunto (abstract)
E' stato indicato che un'alta assunzione di calcio e di latticini è correlata al rischio di contrarre cancro alla prostata. Tali associazioni sono state esaminate in uno studio di coorte multietnico (condotto negli anni 1993-2002) che ha coinvolto 82.483 persone che hanno compilato un dettagliato questionario quantitativo sulla frequenza di assunzione dei cibi.
esempio di un generico questionario sul cibo simile a quello utilizzato nello studio in oggetto
Durante un periodo di osservazione medio di 8 anni, sono stati identificati 4.404 casi totali di cancro dalla prostata. Nei modelli di rischio proporzionali di Cox [vedi link di approfondimento su tali modelli - N.d.T.], nessuna associazione è stata trovata tra l'assunzione di calcio e vitamina D ed il rischio di cancro alla prostata totale, o di alto grado, sia riguardo all'assunzione totale, all'assunzione da cibi, o all'assunzione da integratori, tra tutti i maschi che partecipavano allo studio o tra i non utilizzatori di integratori di calcio.
Nessuna associazione tra l'assunzione di calcio o vitamina D è stata riscontrata attraverso i vari gruppi etnici/razziali. Nelle analisi dei gruppi di cibo, i latticini e l'assunzione totale di latte non è stata associata al rischio di cancro alla prostata. Tuttavia, il latte scremato e parzialmente scremato è stato associato ad un aumento del rischio ed il latte intero ad una diminuzione del rischio del cancro totale alla prostata; dopo una analisi di stratificazione, questi effetti sono stati limitati a tumori localizzati o di basso grado. Sebbene i risultati di questo studio non dimostrino un'associazione tra l'assunzione di calcio o vitamina D ed il rischio di cancro alla prostata, essi suggeriscono che un'associazione con l'assunzione del latte possa variare a seconda del contenuto di grasso, particolarmente per le forme iniziali di questo tipo di cancro.