Guardala come si specchia sulla lattina, ha certe rughe sul suo volto quotidiano che sembra una pagnotta di pane azzimo. “Amò appena vinco al superenalotto mi rifaccio tutta. ” Di rimando lui: “Ho fame, sbrigati, ma come fai a vincere se non giochi mai”.
“E poi ti mollo me ne cerco uno che non mi fa mangiare solo cibi in scatola, ma che mi porta in ristoranti di lusso.” La pagnotta rinsecchita mastica tra i denti le sue parole accidiose e i suoi rimbrotti, lui è preso dalla sua birra e dalla conduttrice sciacallo che sorride ebete, allampata dalle luci di studio, mostra denti candidi e neppure una ruga, anche quelle del cervello sono lisce uguali.
Giuro io non c’entro niente, ma avrei tanto voluto, l’avrei bloccata con la bocca aperta in un continuo interminabile ohhhhh.
Ops, che succede? Scivolo in una grande ciotola abbracciato ai cetriolini che improvvisamente liberi, si mescolano in un abbraccio dietetico a una mega insalata, ho lasciato la mia lattina.
Anche qui c’è un neon ma pieno di polvere, la luce è poca come l’atmosfera, sta donna è proprio sciatta. Le condizioni non sono ottimali, ma assolverò il mio compito in maniera esemplare, preso a piccole dosi, sono formidabile, non ti accorgi neppure di me, sono insapore e incolore, non disturbo l’ospite, non ne muto il colore, non subito almeno. Vedrai pagnottina azzima come sarai liscia e tirata tra qualche ora. Con affetto tuo botulino dei poveri.
Adele Musso