Laura Tullio ha vinto la quarta serata di 8×8

Creato il 18 aprile 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

È Laura Tullio, con il racconto Rumori nella pancia, la vincitrice della quarta serata di 8×8. Una vittoria sancita dall’ampio consenso del pubblico nonostante la giuria di qualità si fosse espressa a favore di Cecilia Ghidotti che è arrivata terza con il racconto Tile Hill. Secondo classificato Giuseppe Bisceglia con il racconto Acqua nelle orecchie.
Laura Tullio, pugliese di Bari, ha trentacinque anni e vive a Roma. «Ha scritto un racconto molto suggestivo, pieno di umiltà», hanno commentato i giurati, «un racconto che funziona, compiuto, con una lingua che si fa annusare».

Proponiamo una breve recensione di Rumori nella pancia di Emanuela D’Alessio

La bambina guarda la madre sdraiata sul divano, ha l’emicrania, «i capelli sono sudati, un fazzoletto grosso le copre la faccia»; poi guarda fuori dalla finestra, è buio, sente abbaiare un cane. La bambina ha paura dei cani randagi, ha paura del buio perché «nel buio arriva tutto all’improvviso e non ci puoi fare più niente», ha fame e non le piace averla, perché «la fame è il vuoto che si fa il nido nello stomaco e poi si sentono i rumori delle cose che si muovono dentro» mentre se la pancia è piena «ti viene dentro come una calma, una stanchezza che ti rallenta il cuore». La nonna entra nella stanza portando con sé l’odore «di lana polvere terra pietre freddo neve e patate», accarezza la nipote, scuote la figlia, le chiede dove è andato il  marito, esce a cercarlo.
Un piccolo e intenso racconto dove si annusano gli odori della tragedia e della tristezza senza venirne sopraffatti. È abile l’autrice nel tracciare i contorni della sofferenza senza retorica e ostentazione, affidando agli occhi attenti e ai pensieri rapidi di una bambina la descrizione di un contesto famigliare tutto al femminile. È l’assenza del padre la causa del dolore che sovrasta il racconto, ma ce ne rendiamo conto a poco a poco, attraverso la bella metafora della fame, che è vuoto di cibo ma anche di amore. La Tullio restituisce senza sbavature la prospettiva della bambina protagonista, con una capacità persuasiva e suggestiva apprezzabili. Adoperandosi a modificare l’incipit, unico vero punto debole della narrazione e concedendosi qualche battuta in più nel finale, il racconto non potrà che migliorare.


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