Primitiva. L’aggettivo più vicino (anche se non del tutto esaustivo) per definire la musica di Laurie Anderson e del suo gruppo temporaneo. Artista dalle mille sfaccettature, una poetessa in musica, concettuale e storicizzata insieme. Home of the Brave ne è l’esempio più vivido, un progetto nato come concerto a se stante, poi pubblicato anche in formato cd con 8 tracce. Sharkey’s Night è la settima traccia. C’è anche una Sharkey’s Day, ma questa in live rende di più.
Laurie si cimenta in movenze tribali, tutta la sua musica è permeata di sonorità hawaiiane e la sua voce modulata diventa quella di un nero afroamericano. Coinvolto alla chitarra Adrian Belew, anche lui come tutto il resto degli attori sul palcoscenico indossa una maschera che lo spersonalizza. I tratti somatici restano due cerchi (gli occhi) e un triangolo (la bocca), anche se il suo marchio è indelebile quando la sua chitarra (anch’essa con occhi, bocca e naso) emette suoni fusion elettronici. Alle percussioni c’è David Van Tieghem. Buon ascolto.