Lavello e il carnevale, la figura oscura del domino

Creato il 29 marzo 2011 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
La tradizione carnascialesca lavellese è sempre viva attraverso la sua maschera tipica, il domino. # vedi gruppo facebook
Le strade di Lavello invase da gruppi mascherati con la tipica maschera lavellese, il domino con un garante chiamato conduttore (vestito normalmente senza maschera), che era la persona che garantiva per il gruppo e all'interno dei luoghi dove si ballava, i festini, ogni sabato con l'entrata di Carnevale e in occasione della Pentolaccia (domenica dopo le Ceneri) rappresentano uno spaccato di folclore e di usanze uniche. Già la maschera lavellese, il domino affonda le sue origini lontane in un misto di sacralità,devozione e simbolo di allegria e baldoria. Il suo caratteristico tessuto in stoffa di raso prevalentemente di colore rosso (che stava ad indicare il ceto popolare di appartenenza di chi lo indossava) era un saio che ricopriva tutto il corpo con un cordone in vita. Poi c'era anche annesso un cappuccio di egual colore e una maschera di stoffa per coprire il
volto. Inoltre il figurante mascherato era dotato di una sacca sempre intonata con il colore del domino dove c'erano dolciumi vari, tra cui soprattutto caramelle da donare in modo particolare a chi si prendeva a ballare nei luoghi esclusivi della festa, cioè i festini.
I colori naturalmente dei Domini potevano variare a seconda di chi li indossava specialmente per il ceto sociale di appartenenza e variavano dal colore azzurro al verde, al nero, eccetera. Secondo alcune fonti il costume carnevalesco lavellese prende le mosse per la sua esistenza e foggia da un consuetudinario costume della Confraternita della Buona Morte esistente presso la chiesa dell'Annunziata di Lavello (vedi foto) e ricalca lo stilema dei confratelli che usavano un abbigliamento formato da un saio con cappuccio per le loro processioni e manifestazioni religioso-sacrali. Un tempo lo si festeggiava non solo ogni sabato dopo il 17 gennaio (entrata ufficiale del periodo carnevalesco) ma anche il giovedì e i domini il più delle volte si affittavano
Infine, l’ultima sera dei festeggiamenti, viene messo in piedi il processo a Carnevale che verrà condannato e bruciato sul rogo.
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Post In parte estratto dal Quotidiano della Basilicata

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