Lavorando con probabilita' di morte

Creato il 12 settembre 2013 da Alessandro @AleTrasforini
Due saldatori morti, grazie all'esplosione di un silo avvenuto durante "normali" operazioni di manutenzione.  Un altro operaio gravemente ferito, con ustioni profonde su tutto il corpo.  Tutto questo sembra avvenuto durante operazioni di manutenzione che dovrebbero essere di ordinaria abitudine. Condizionale d'obbligo, ovviamente.  L'azienda, divenuta luogo di morte, è uno stabilimento che produce oli raffinati, glicerina e biodiesel: sostanze che, a rigor di logica e teorie ingegneristiche, dovrebbero essere adeguatamente considerate nei loro effetti negativi durante qualsivoglia procedura di lavorazione e/o manutenzione.  Eppure, al verificarsi di situazioni come queste, quel poco che si potrebbe fare sembra non bastare mai. Quanto valgono due vite perse? Quanto valgono le mancate sicurezze che hanno causato questi danni? Se la sicurezza ha dei costi, purtroppo, essi sembrano spesso troppo facili da eliminare; ciò che non produce "core business" va tagliato, specialmente in tempi di crisi.  Cosa fare qualora qualcuno pretenda maggiori tutele? Cosa fare qualora chi presta lavoro voglia avere garantita una benchè minima dose di sicurezza? Cosa fare quando chi lavora rifiuta qualsivoglia forma di tutela e/o sicurezza?  A queste e molt(issim)e altre domande è possibile rispondere con la negazione estrema: in assenza di sicurezze, il lavoro può diventare fonte di morte.  Più un lavoro è fonte di morte tanto più è rischioso, in termini sia fisici che psicologici.  Dopo episodi come questi, si ricercano e si ricercheranno sempre dei perchè.  Cosa ha portato a questo? Come è avvenuta la dinamica di questo tragico incidente?  Era evitabile? Le procedure di stoccaggio e conservazione erano gestite in modo corretto?  Gli impianti erano davvero conformi alle normative di sicurezza? Fino ad un attimo prima di ogni incidente, per fortuna o purtroppo, queste domande sembrano non avere quasi mai il peso che dovrebbero meritare.  Quando il peso perso è quello di una vita, invece, tutti i conti sembrano tornare.  Quando il peso perso è quello di più di una vita ritornano a manifestarsi tante altre domande: cosa sarebbe potuto succedere se [...]? Quali misure sarebbero state necessarie per evitare che [...]? Una vita spezzata finisce per produrre un "costo", sempre e comunque: sia esso reale o psicologico, sia esso individuale o collettivo. Quanto "costa" una morte sul lavoro ad una famiglia che rimane con un dolore interiore ed infinito? Quanto "costa" una morte ad un datore di lavoro in termini psicologici?  Il valore attribuito a domande come queste è un prezzo solitamente inestimabile, incalcolabile, intangibile.  Quando le condizioni di sicurezza mancano, arriva un'improvvisa fiammata a carbonizzare due operai e a rendere gravemente ustionato un altro. Ritornano alla mente tante parole che, in chiave teorico-legislativa, dovrebbero essere state scritte e spese per impedire il verificarsi di tragedie come queste: 
"[...] Requisiti di salute e di sicurezza [...] Obblighi del Datore di Lavoro [...] Requisiti di sicurezza [...] Informazione, formazione e addestramento [...] Uso dei dispositivi di protezione individuale [...] Relazione tecnica [...] Sanzioni [...] Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro [...] Agenti fisici [...] Valutazione dei Rischi [...] Protezione dei Lavoratori da Rischi di(...) [...] Protezione da Agenti Chimici [...] Misure e Principi generali per la Prevenzione dei Rischi [...] Misure specifiche di protezione e prevenzione [...] Disposizioni in caso di incidenti od emergenze [...] Consultazione e Partecipazione dei Lavoratori [...] Valutazione del Rischio [...] Esposizione ad Agenti Biologici [...] Protezione da Atmosfere esplosive [...]Prevenzione e protezione contro le Esplosioni [...] Valutazione dei rischi di esplosione [...]Aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive [...] Disposizioni in materia penale e di procedura penale [...]"
Ognuna di queste parole comporta la necessità di essere tradotta in atti, gesti concreti e coerenti con l'ottica secondo cui il lavoro dovrebbe essere unicamente fonte di vita.  Quando si verificano episodi come questi, però, la sicurezza sembra diventare solo ed esclusivamente fonte di costo: viene fatta passare per potenziale risparmio, per voce da tagliare. Si può eliminare la sicurezza, tanto "non succede nulla". In un momento storico-economico-sociale in cui le tasse sono fra l'elevato e l'insostenibile, in un momento nel quale la produttività ha avuto in pochi anni un crollo quasi verticale, in un momento in cui [...] qualsiasi forma di sicurezza sembra essere un costo da rimuovere.  Poco importa se, quando quel "nulla" di cui sopra viene a decadere, la mancata sicurezza finisca per assumere un costo ancora più elevato, salato ed insostenibile per la vita e la dignità di quelli che rimangono a sopportare.  Si nascondono mancate sicurezze dietro ad ogni morte, dietro ad ogni vita rovinata e spezzata.  Alla fine, oltre il dolore da sopportare per chi rimane, sembrano restare solo statistiche intessute di tragedia.  Tutto il resto sarà giustizia, si spera uguale per tutti. 

Per saperne di più:  "Esplode silo in una fabbrica a Lamezia Terme: muoiono due operai, un terzo ferito è grave", La Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2013/09/12/news/eslpode_silos_in_una_fabbrica_due_morti_a_lamezia_terme-66396431/)
"Lamezia Terme, esplode fabbrica: 2 morti", Corriere.it (http://www.corriere.it/cronache/13_settembre_12/lamezia-esplosione-morti_12979fd8-1bbf-11e3-bb5a-be580d016df6.shtml)


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :