‘A Banda Larga’ è un gruppo di lavoratori e lavoratrici Telecom che vorrebbe dare la spallata al Sindacato, in seguito all’ultimo accordo sottoscritto dai vertici nazionali dei sindacati di categoria. “Un accordo firmato nonostante il parere contrario manifestato più volte e in tutte le forme comunicative possibili dagli stessi lavoratori”.
La scintilla che ha dato vita alla protesta dei lavoratori Telecom è l’ultimo accordo firmato con l’azienda dai vertici sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che comporta di fatto nuovi licenziamenti, la chiusura di diverse sedi, tagli ai premi di risultato, turni di lavoro estenuanti e sistemi di controllo a distanza, che i lavoratori definiscono “sovietici” sul loro sito abandalarga.it.
“Questo movimento s’impegnerà per riportare sui binari di un interesse condiviso quel miope disegno aziendale che ha ottenuto il via libera dai sindacati e a cui noi ci opponiamo”, spiegano i lavoratori del gruppo A Banda Larga. Insistono sulla necessità di un cambio generazionale della classe sindacale, “sempre più divisa, lenta, impreparata e molto costosa”, ma non solo: l’obiettivo di questo gruppo di protesta-proposta è quello di creare una rappresentanza dei lavoratori alternativa al Sindacato, per poter dialogare direttamente con l’azienda “alla ricerca di soluzioni che aprano a nuovi scenari di crescita e di sviluppo”.
Nel loro primo comunicato stampa chiedono “pulizia”, attraverso l’epurazione di tutti coloro che, in nome di altri interessi, hanno tradito irrevocabilmente la fiducia e le aspettative dei lavoratori. Una “pulizia che tutti auspicano possa arrivare con le sentenze della magistratura, tuttora impegnata ad indagare su scottanti dossier, e con l’aiuto di chi in Parlamento riaprirà i fascicoli di passate e recenti interrogazioni”.
Nei prossimi giorni vi terremo aggiornati sui nuovi risvolti di questa protesta.
di Marco Nurra | @marconurra