Lavori in corso: la cameretta.

Da Suster

Quando andavo ai corsi pre-parto, una delle cose che contribuiva non poco ad abbassare il mio livello di benessere emotivo pre-gravidico e a gettarmi talvolta nel vortice più nero dei miei pensieri, era il "confronto" con le altre madri-in-fieri sull'argomento "cameretta".
Quando ero incinta di Mimi la cosa mi sembrava avesse il sapore di una ingiustificabile ingiustizia a cui mia figlia sarebbe stata esposta ancor prima di venire al mondo.
Tutti avevano una cameretta, parlavano di come l'avevano arredata, e dove l'hai comprato il fasciatoio, e di che colore l'hai messa la carta da parati, e cazzi e mazzi, erano tutte pugnalate al cuore. Al cuore di una futura neo-mamma che già prima di cominciare si sentiva inadempiente nei confronti di sua figlia, che per il momento di camerette non se ne sarebbe fatta un gran che, parcheggiata in utero fino a data da destinarsi.
Niente. Mia figlia non aveva una cameretta.
Pensai di adattare a "cameretta" il piccolo stanzino che già da tempo utilizzavamo come camera degli ospiti: in fondo lo spazio di un letto ci stava, e a volercela infilare ci stava pure la cassettiera Malm, ricevuta in dono in vista della nuova nascita...
Non se ne fece mai nulla: lo stanzino rimase tale, e Mimi continuò a dormire in camera con noi fino a... fino a ora!
Poi con la seconda, pensi che le cose siano cambiate, ormai hai una nuova consapevolezza di quel che serve e quel che no, hai una visione "essenziale" di ciò che davvero conta, e non ci ricascherai...
E invece no. Lo spettro "cameretta" si riaffaccia alla tua mente tormentata.
Triboli per sette mesi e mezzo cercando soluzioni infattibili.
Ti ritiri da tutte le discussioni sul tema che si svolgono sul Forum per future madri che bazzichi (ora lo posso dire: sì, ho bazzicato un forum per future mamme!) dove tutte pubblicano foto di camerette rosa e blu con stickers alle pareti e peluches sugli scaffali...
Ti chiedi anche come farete a entrare in quattro in una stanza, e sogni un luogo ove poter riunire in un'unica libreria i librini di Mimi, attualmente sparpagliati per casa su ogni ripiano utile (man mano che diventavano sempre di più hanno colonizzato i comodini del corridoio e della cucina), dove riporre ordinatamente i suoi giochi e dove, magari un giorno, mettere a dormire le bambine facendole sloggiare dalla nostra intimità coniugale...
Poi finalmente ti riesce il salto di qualità. Un po' faticoso a dire il vero: comporta il raddoppio del canone di affitto mensile che pagavate finora, datosi che si tratta di prendere possesso dell'altra camera, quella finora occupata dall'altra inquilina (eh, sì: alla fine ce l'hai fatta!), ma, ragazzi, vuoi mettere l'ebbrezza di darti finalmente e follemente all'allestimento della CAMERA DELLE BIMBE?
E così ho iniziato.
L'inizio a dire il vero è stato un po' faticoso, non solo a causa delle elefantiache proporzioni della mia pancia da ottavo mese, ma perché si trattava di svuotare, imbiancare e risistemare una camera che da almeno sei anni non aveva ricevuto interventi del genere, e io ero in pratica sola con la mia panza, data anche l'irreperibilità del beduino che in quei giorni lavorava full time da procuratore-interprete di certi libici determinati ad investire in Italia... cose sue.
Comunque riuscii a ingaggiare con un mezzo sotterfugio gli operai albanesi che lavoravano per il mio padrone di casa all'appartamento del piano terra. Lui, il padrone di casa, dopo avermi assicurato che mi avrebbe assistito nei lavori a casa, aveva avuto l'alzata d'ingegno di partire per Dubai, e inoltre mi avvertì solo il giorno stesso, ché per caso lo chiamai per sapere "quando" pensava di iniziarli, questi lavori. "No, sai, sto partendo per Dubai. Facciamo al mio ritorno, tra un mesetto?" Al che mi incazzai un poco, perché io tra un mesetto sarei stata prossima alla sala parto, e speravo, per quella data di avere già la mia tanto agognata "cameretta"...
Quindi gli strappai il consenso a farmi aiutare dai suoi operai, e poi dissi a loro che lui mi aveva dato carta bianca, e che poi, per il pagamento dei lavori, se la sarebbero vista con lui.
La dipartita del mobilio vetusto, coscenziosamente e letteralmente defenestrato dai nostri operai, portò alla luce una mega macchia di umidità e muffa dietro l'armadio, e ci volle quasi un mese prima che si decidessero a rifare l'intonaco, dopo aver individuato e, almeno così affermano, sanato, la falla nella guaina del tetto.
Ma comunque alla fine ne siamo pur venuti a capo, e io ho dato alloggio ai millemila vestitini da neonata che in quei mesi avevo raccolto da amici/conoscenti, stipato, e da ultimo lavato-stirato-inscatolato in ordine di taglia e stagione. Un lavoro al limite del maniacale, soprattutto perchè non avevo un guardaroba dove infilarli.
Nel frattempo ho passato spugnature di candeggina sulla muffa (mi dicono che funziona come l'ammoniaca... mah!) e abbiamo reimbiancato la camera.
E poi? Poi sono stata vittima di un'influenza killer che ha arrestato i lavori in corso per una buona quindicina di giorni.
Poi ho iniziato a girovagare per grandi magazzini e mercatini dell'usato in cerca del mobilio più adatto all'occorrenza, da me individuato in un armadio a ponte con letti due di cui uno estraibile, unica soluzione utile alla conformazione oblunga della camera.
Presa dall'ansia della nascita imminente, a due settimane della DPP (data presunta del parto per i non addetti ai lavori, data poi confermata pienamente da Rania) mi faccio recapitare a casa la gemella di MALM, trovata su e-bay a prezzo scontato (ma con la spedizione arrivo a pagarla qualcosina di più che non da IKEA. Pazienza: il servizio a domicilio li vale tutti, considerato il fatto che l'IKEA più vicina a casa io ce l'ho a Firenze).
A questo punto la monto con grande tribolazione, a causa della mia panza in stadio molto avanzato che mi rende estremamente faticoso lavorare carponi.
Ma ne esco vittoriosa.

Nota: un giorno non lontano, chissà, riuscirò pure a scrivere per intero i nomi delle bimbe su ciascuna cassettiera, non disperate! Mi mancano solo nove lettere, in fondo... (per fortuna abbiamo scelto nomi abbastanza brevi).
Infine, a poco più di una settimana dalla data X, individuo al mercatino dell'usato a Livorno l'armadio in questione (grazie, o mio amico Cileno scarrozzatore di donne gravide e un tantino sclerate!), a un prezzo ragionevole incluso trasporto e montaggio. C'è poco tempo, e prendo quel che c'è, per quanto avrei ben potuto andare avanti ancora per mesi a girarmi tutti i magazzini e i capannoni della provincia e non solo in cerca dell'armadio "azzullo" voluto da Mimi.
L'armadio è arrivato con un anticipo di un buon 4 giorni sull'arrivo di Rania, quando io già temevo di dovermi ritrovare a dovermi gestire un travaglio durante la fase di montaggio dello stesso (ricordate?).

E' stata in pratica una corsa contro il tempo.
Ma ne è valsa la pena.
Ora Mimi ha un "negozio dei puzzle" tutto suo, un ripiano per i suoi innumerevoli zainetti, e io una marea di spazio in cui confinare gli accessori delle bimbe.



Per il resto, che dire...La "camera delle bimbe" è ancora molto di là dal divenire la camera che era nei miei sogni.
Diciamo che è molto approssimativa...


E dovrei sistemare i cassetti dell'armadio (ci sarà pure un motivo per cui l'ho pagato il prezzo che l'ho pagato, no?) e farmi fare i ripiani e comprare le aste, che tanto se speri di trovarle incluse nel prezzo, sei una povera illusa...

E anche la mia agognata libreria, per il momento, dovrà aspettare, ché i soldi mica li cachiamo noi!

Diciamo che ho un progetto in mente: farmela da sola.
Ne ho cercate in giro, ma nessuna mi soddisfaceva in quanto a misure: per lo più rischiavano di essere inutilmente ingombranti senza riuscire nemmeno a contenere tutti i libri di Mimi (sempre in aumento peraltro...)
Ma in quanto alla sua realizzazione, possiamo dire che ancora "ci stiamo lavorando".
Niente: mi piaceva riassumere qui la storia della nostra sofferta cameretta.
Così almeno chissaquando vedrete anche voi i progressi che farà...
La speranza è l'ultima a morire!

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