Lavoriamo sott’acqua

Creato il 28 aprile 2013 da Lavostraprof

l’argenteo Argentero

C’è questo ragazzo nuovo nuovo.
Arrivato dall’Egitto, più o meno.
Parla arabo, più o meno.
Non parla italiano, meno e meno.
Si chiama come altri tre miei alunni, uguale uguale.
L’altro giorno, prima che -durante il ponte del 25 aprile!- cadessi in preda di una temperatura che mi ha riportato nel mio letto a guardare i film con Luca Argentero (apperò), è venuto a scuola per dirci una cosa sul figliolo.
L’applicata di segreteria, invece di chiamare la coordinatrice, ha chiamato me, che quella classe la vedo tre ore in croce e se c’è un ponte la vedo ogni quindici giorni.
Io le dico: ma perché non hai chiamato la coordinatrice?
Lei risponde: ah, perché tra me e te c’è un bel feeling, preferisco chiamare te.
E intanto rideva, la disgraziata.
Quasi quasi la mando in quel programma dove ti fanno perdere 50 chili facendoti trascinare su un prato una mucca gravida.
Comunque.
Il papà viene, dice che il figlio partirà presto e ti saluto la scuola fino a settembre.
Poi chiede: sarà promosso?
(cioè, lo chiede alla sua maniera, ma il significato era chiaro)
Io dico: eh, mah!, vedremo, sa, di qui, di là, non sa italiano, non sa matematica, su e giù, eccetera.
L’applicata dice: non si preoccupi, adesso gli danno da fare tante cose e in due settimane recupera un intero anno. Poi parte, poi torna ed è in terza (media).
E intanto ride.
Credo potrei aggiungere alla mucca anche un bel pallet di quadrelli da pavimentazione.
Comunque, il padre fa capire che gli sembrerebbe giusto avvisare il Preside e l’applicata dice: sì, sì, come no, adesso laVostraProf (sarei io) prepara una lettera, poi lei viene a firmarla e io la do al Preside.
(mucca, pallet, e badilate di acqua fredda)
Insomma, adesso mi sono alzata, devo ancora corrggere le vecchie verifiche e preparare le nuove verifiche, e andare a prendere la farina per il mio pane quotidiano, tutte cose che credevo di fare in questi giorni di ponte e invece: febbre e letto (e Luca Argentero, però).
Intanto che il maritino cucina paccheri e pomodorini (per loro) e riso scondito (per me, esso uomo mi ha messo a dieta, dice che mi è venuta la febbre perché ho mangiato schifezze), intanto che un figlio lavora, l’altra pulisce un bagno e l’altra guarda delle giuovani donne sovrappeso che perdono 50 chili alla volta, come dovrebbe fare la mia applicata, io scrivo la lettera al preside in vece del padre d’Egitto.
Poi, in sovrappiù, faccio questa bella cosa: prendo la letterina e la traduco in arabo, così il padre d’Egitto sa che non ho scritto brutte cose, ma esattamente quello che lui voleva.
Poi spedisco tutto alla scuola, intanto che sono in piedi, ché se poi torno nel mio letto di dolore (alleviato da Luca Argentero) domani quello viene a firmare e non c’è nulla.
Poi mi viene la brillante idea di prendere la letterina (già spedita a scuola) e di ritradurla dall’arabo all’italiano, così, tanto per controllare di aver fatto tutto per bene.
Ecco.
Vi dico solo che è saltato fuori anche un subacqueo.

Si vede che vogliono andare in Egitto a nuoto.



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