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Lavoro: in Italia raddoppia la disoccupazione. Solo gli Usa in ripresa

Creato il 20 gennaio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Nel 2013 i disoccupati nel mondo erano 202 milioni con un aumento di 5 milioni sul 2012 (il tasso al 6%).

(crescentbizreport.com)

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E’ quanto si legge nel Rapporto Ilo sull’occupazione secondo il quale entro il 2018 sono previsti ancora 13 milioni di disoccupati in più. La ripresa senza occupazione penalizza soprattutto i giovani (74,5 mln i 15-24enni senza lavoro). Nei prossimi anni, però, si prevede la creazione di 40 milioni di nuovi posti di lavoro l’anno a fronte di almeno 42,6 milioni di nuovi entrati nel mercato del lavoro. Entro il 2018, così facendo, ci si aspettano oltre 13 milioni di disoccupati in più.

La disoccupazione in Italia nel 2013 ha raggiunto il 12,2% e continuerà ad aumentare fino al 2015 toccando il 12,7%. Rispetto al 2007 (6,1%) nel nostro Paese la percentuale dei senza lavoro nel 2013 è raddoppiata. Nel mondo tra il 2007 e il 2013 si è passati dal 5,5% al 6% mentre in Europa e nelle economie sviluppate si è passati dal 5,8% del 2007 all’8,6% del 2013.

“La crescita dell’occupazione – si legge nel Rapporto - rimane debole, la disoccupazione continua a crescere, in particolare quella giovanile, e sono molti i lavoratori scoraggiati che restano ancora al di fuori del mercato del lavoro”. Sono molti i settori in cui si iniziano a vedere profitti, che però, si legge nel Rapporto – “si riversano principalmente nei mercati finanziari e non nell’economia reale, pregiudicando in questo modo le prospettive occupazionali di lungo termine”. Ai ritmi attuali entro il 2018 saranno creati 200 milioni di posti di lavoro supplementari ma è un dato comunque “inferiore al livello necessario ad assorbire il numero crescente di ingressi sul mercato del lavoro”.

“Sono necessari maggiori sforzi – dice il direttore generale Ilo, Guy Ryder – per accelerare la creazione di posti di lavoro e sostenere le imprese che creano occupazione”. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni ci sono 74,5 milioni di disoccupati con un tasso di senza lavoro del 13,1% (oltre il doppio di quello complessivo per le persone in età da lavoro stimato per il 2013 al 6%). Nell’Unione Europea e nelle economie avanzate il tasso di disoccupazione è all’8% con 45,2 milioni di senza lavoro. L’Ilo si aspetta una “graduale diminuzione” di questo tasso nei prossimi anni e la discesa al di sotto dell’8% intorno al 2018. “La ripresa fragile – scrive l’Ilo è in parte dovuta al perseguimento delle politiche di austerità nella regione”.

Il numero dei lavoratori poveri diminuisce ma molto lentamente e nel 2013 c’erano ancora 839 milioni di lavoratori, il 26,7% del totale) che vivevano con meno di due dollari al giorno e sono 375 milioni gli occupati con meno di 1,25 dollari al giorno. L’Ilo sottolinea che il numero dei “lavoratori poveri” continua a diminuire anche se a un ritmo minore che nei decenni precedenti. Nel 2013, 839 milioni di lavoratori potevano contare su meno di due dollari al giorno a fronte di 1,1 miliardi all’inizio degli anni Duemila ma si tratta comune di oltre un quarto degli occupati nel mondo (il 26,7%). Tra questi 375 milioni di lavoratori (l’11,9% del totale) può contare su meno di 1,25 dollari al giorno (meno di un euro). Questo secondo gruppo di lavoratori era molto più ampio all’inizio del 20000 (circa 600 milioni).

Il numero dei lavoratori in estrema povertà nel 2013, scrive l’Ilo, è diminuito di appena il 2,7% registrando uno dei più bassi tassi di riduzione nell’ultimo decennio con l’eccezione dell’anno della crisi economica. Gli impieghi “vulnerabili” come l’auto-impiego o la contribuzione al lavoro di un familiare pesa per almeno il 48% dell’occupazione totale.

Tra le economie sviluppate solo gli Stati Uniti assisteranno nel medio termine a un “sostanziale calo del tasso di disoccupazione”, tasso che non tornerà però nemmeno in questo caso a livelli pre-crisi. Tra i paesi del G7, si legge nel rapporto, solo il Regno Unito, oltre agli Usa, ha assistito a un calo della disoccupazione, che è invece aumentata in Francia e Italia. Germania, Giappone e Canada, prosegue l’Ilo, hanno invece registrato “solo piccoli miglioramenti”.

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