La Camusso ha un chiodo fisso, l'occupazione giovanile. "Basta con gli stage che si susseguono uno dopo l'altro - afferma Camusso - basta con l'idea che si possa far lavorare le persone gratis. I contratti formativi devono avere come obiettivo la stabilizzazione del rapporto di lavoro". E verso la stabilizzazione del rapporti di lavoro va indirizzata anche la politica fiscale: non un sistema di defiscalizzazione a pioggia bensì "servirebbe un meccanismo premiale: lo sconto fiscale va a chi stabilizza nel tempo il rapporto di lavoro".
Chiaramente però questo non è sufficiente per creare lavoro, occorre che si intervenga sul fronte degli investimenti. Senza parlare al momento di nuovi investimenti, basterebbe per iniziare a mettere "in moto gli investimenti già a bilancio e quelli autorizzati dal Cipe di cui si è persa traccia. E ancora va attuata la ristrutturazione dei fondi strutturali europei avviata dal ministro Fabrizio Barca. Dentro questa politica una parte degli investimenti andrebbe vincolata alla creazione di lavoro giovanile".
Investimenti ed interventi sulla fiscalità devono, secondo la Camusso, essere anche accompagnati da una modifica anche sostanziale della riforma Fornero che preveda un ridisegno degli ammortizzatori sociali affinchè possano essere rivolti realmente all'intera platea dei lavoratori: "Ogni giorno che passa dimostra quanto fosse sbagliata quella legge. Credo che si debba smettere di proporre regole per costruire eccezioni e, invece, si dovrebbe puntare sul ruolo della contrattazione tra le parti sociali. Per esempio tra le urgenze non c'è quella di ridurre i vincoli ai contratti a termine bensì quello di disegnare un sistema di ammortizzatori sociali universali".
Ed infine la questione della democrazia sul posto di lavoro. L'accordo tra Cgil Cisl e Uil sulla rappresentanza, firmato lo scorso 30 aprile, deve essere siglato anche con Confindustria. Si deve chiudere una lunga stagione di scontro e lo si può fare dando regole ai rapporti tra le parti. "I tempi - secondo il Segretario della Cgil - sono più che maturi e i sindacati sono pronti: hanno una proposta unitaria che speriamo possa essere accolta dalla Confindustria nelle prossime ore. Speriamo che prevalga il buonsenso e non la vecchia logica delle divisioni".
La Cgil quindi chiede investimenti pubblici e privati per rilanciare l'occupazione, Contratti di solidarietà per difendere l'esistente. Propone di estendere a tutte le aziende la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e sollecita un salario di cittadinanza per chi il lavoro non ce l’ha. Ne discuta il Governo. Letta accetti la sfida. Non faccia come fecero invece Sacconi, Brunetta, Tremonti e Fornero i quali preferirono far ricadere le conseguenze della crisi solo sulle spalle dei lavoratori e su coloro che li rappresentano.