Un allievo passato decisamente più sottotraccia è sicuramente Lawrence English. Che, se pensi all’Australia – lui viene da Brisbane -, di certo quei paesaggi cupi che lui disegna con la sua musica non paiono evocare il surf, le spiagge o altri idioti stereotipi di quella terra.
La sua carriera copre ormai quindici anni. Però, tra la fondazione dell’eccellente Room40 – label dedita all’ambient e all’elettroacustica -, le collaborazioni con gente del calibro di Grouper o Tujiko Noriko, la fama – dove per fama si intende i quattro sfigati che lo conoscono – è riuscito a conquistarsela col penultimo “Wilderness Of Mirrors”, una immersione da brividi in suoni pastosissimi e granulari e mura digitali ai confini della musica sacra. Il nuovo album, un field recording intitolato “Viento” – nomen omen – non ritrova quella magia. Però dietro c’è una carriera che parla per lui. Il presente invece vi riserva tre possibilità per vedervelo dal vivo. Stasera a Milano a Macao – dove si inaugura la rassegna Plunge -, domani sera a Roma al Nur Bar dai ragazzi di Elsewhere, mentre sabato sera a Napoli all’Ex-Asilo Filangeri. L’abrasione è garantita.
Un carissimo amico degli Stato Sociale, vedendolo ieri sera in concerto di spalla ad un altro gigante – Biosphere – a Bologna, mi ha scritto “più Sunn O))) che ambient”. Che, fondamentalmente, è uno dei motivi per i quali il suo tour italiano non potete perdervelo.
The post Lawrence English, il tour (de force) di un sound artist appeared first on Il Fatto Quotidiano.
Magazine Lifestyle
Lawrence English, il tour (de force) di un sound artist
Creato il 08 ottobre 2015 da Trescic @loredanagenna
A voler trovare qualche nome tutelare del panorama della musica drone, si potrebbe fare una certa fatica visto l’universo di fittissime relase che l’accompagnano. Edizioni ultralimitatissime nelle ritornate-di-moda-cassette (so che pare impossibile ma è effettivamente così) o 7’’ che vanno a ruba. Se c’è da fare qualche nome, ovvio che il pensiero vada subito a Tim Hecker – la cui discografia è né più né meno che un capolavoro su tutta la linea.
Un allievo passato decisamente più sottotraccia è sicuramente Lawrence English. Che, se pensi all’Australia – lui viene da Brisbane -, di certo quei paesaggi cupi che lui disegna con la sua musica non paiono evocare il surf, le spiagge o altri idioti stereotipi di quella terra.
La sua carriera copre ormai quindici anni. Però, tra la fondazione dell’eccellente Room40 – label dedita all’ambient e all’elettroacustica -, le collaborazioni con gente del calibro di Grouper o Tujiko Noriko, la fama – dove per fama si intende i quattro sfigati che lo conoscono – è riuscito a conquistarsela col penultimo “Wilderness Of Mirrors”, una immersione da brividi in suoni pastosissimi e granulari e mura digitali ai confini della musica sacra. Il nuovo album, un field recording intitolato “Viento” – nomen omen – non ritrova quella magia. Però dietro c’è una carriera che parla per lui. Il presente invece vi riserva tre possibilità per vedervelo dal vivo. Stasera a Milano a Macao – dove si inaugura la rassegna Plunge -, domani sera a Roma al Nur Bar dai ragazzi di Elsewhere, mentre sabato sera a Napoli all’Ex-Asilo Filangeri. L’abrasione è garantita.
Un carissimo amico degli Stato Sociale, vedendolo ieri sera in concerto di spalla ad un altro gigante – Biosphere – a Bologna, mi ha scritto “più Sunn O))) che ambient”. Che, fondamentalmente, è uno dei motivi per i quali il suo tour italiano non potete perdervelo.
The post Lawrence English, il tour (de force) di un sound artist appeared first on Il Fatto Quotidiano.
Un allievo passato decisamente più sottotraccia è sicuramente Lawrence English. Che, se pensi all’Australia – lui viene da Brisbane -, di certo quei paesaggi cupi che lui disegna con la sua musica non paiono evocare il surf, le spiagge o altri idioti stereotipi di quella terra.
La sua carriera copre ormai quindici anni. Però, tra la fondazione dell’eccellente Room40 – label dedita all’ambient e all’elettroacustica -, le collaborazioni con gente del calibro di Grouper o Tujiko Noriko, la fama – dove per fama si intende i quattro sfigati che lo conoscono – è riuscito a conquistarsela col penultimo “Wilderness Of Mirrors”, una immersione da brividi in suoni pastosissimi e granulari e mura digitali ai confini della musica sacra. Il nuovo album, un field recording intitolato “Viento” – nomen omen – non ritrova quella magia. Però dietro c’è una carriera che parla per lui. Il presente invece vi riserva tre possibilità per vedervelo dal vivo. Stasera a Milano a Macao – dove si inaugura la rassegna Plunge -, domani sera a Roma al Nur Bar dai ragazzi di Elsewhere, mentre sabato sera a Napoli all’Ex-Asilo Filangeri. L’abrasione è garantita.
Un carissimo amico degli Stato Sociale, vedendolo ieri sera in concerto di spalla ad un altro gigante – Biosphere – a Bologna, mi ha scritto “più Sunn O))) che ambient”. Che, fondamentalmente, è uno dei motivi per i quali il suo tour italiano non potete perdervelo.
The post Lawrence English, il tour (de force) di un sound artist appeared first on Il Fatto Quotidiano.
Potrebbero interessarti anche :
