Di seguito comunicato stampa inviato da ReteCapri:
Purtroppo la telenovela non sembra avere ancora un epilogo: giovedì scorso il Consiglio di Stato con Ordinanza N. 05041/2014 ha nuovamente sospeso i lavori del Commissario ad acta il quale nelle determinazioni N. 2 e 3/2014 del 28/03/14 aveva stabilito per le tv nazionali generaliste il range LCN 1-8 spostando la sola posizione n. 9 a favore delle tv locali. Il ricorso di Telenorba (che aveva prodotto la sentenza di annullamento della delibera N. 366) recriminava anche la posizione N. 8, così come riportato anche nelle censure alle determinazioni del Commissario. Per questo, il Consiglio di Stato ha voluto fermare l'attività del Prof. Ruggieri prima che varasse la determinazione finale, specificando altresì che i supremi giudici "impartiranno al Commissario le direttive ritenute necessarie per il corretto svolgimento dell'incarico", per dare piena attuazione a quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato.
A questo punto i tempi continuano a dilatarsi. Una situazione pienamente insostenibile - tuona ReteCapri - poiché è da ricordare che i giudici del Tar prima e quelli del Consiglio di Stato poi, avevano espressamente indicato il carattere di urgenza con cui si sarebbe dovuto procedere, proprio perché numerose emittenti locali e nazionali (tra cui ReteCapri stessa) hanno e stanno continuando a subire danni economici e di immagine incalcolabili derivanti da posizioni discriminatorie.
Posto che questa decisione del Consiglio di Stato fornisce il colpo di grazia per MTV e DeeJayTV ingiustamente premiate dalla scellerata delibera AGCom N. 366, sfrattandole definitivamente dal primo range previsto per le tv nazionali ex analogiche a carattere generalista, resta di fatto il prolungarsi dello stallo in attesa che si possa finalmente arrivare alla determinazione finale del Commissario (e successivi iter burocratici per l'assegnazione finale delle numerazioni).
Per questo ReteCapri sta valutando assieme ai propri legali l'avvio per la richiesta di risarcimento danni nei confronti di chi ha ideato il disastro con la delibera N. 366 causa di discriminazione e successiva montagna di contenzioso tra ricorsi e sospensive infinite.