Al di là dei moralismi, eviterò comunque di parlare di quei comportamenti contro i quali questo paese sta cercando di lottare e che hanno tristemente reso famosa la Thailandia soprattutto come meta per il turismo sessuale: pedofilia, sfruttamento della prostituzione e uso di sostanze stupefacenti non sono semplicemente cose da non fare, SONO REATI GRAVI puniti con pene severe.
La prima considerazione è che la Thailandia è un paese con usi, costumi e tradizioni completamente diverse dalle nostre. Il fatto che sia una nazione caratterizzata da una spiccata tolleranza e molto accogliente non deve far presupporre che tutto sia lecito e che ognuno possa fare ciò che vuole. Ci sono cose che NON si devono fare perché è la legge che lo stabilisce, altre che nessuno vi impedirà di fare ma che dalle persone del posto NON sono ben viste per cui è buona norma nel rispetto di chi ci ospita evitarle a prescindere. C’è poi da dire che essendo la Thailandia un paese ricco di contraddizioni, quello che va bene in un certo posto può essere assolutamente inappropriato in un altro.“Mai esprimere opinioni negative nei confronti del Re o della Famiglia Reale”La lesa maestà qui in Thailandia è un crimine e criticare il Re è di fatto punibile in base all’Articolo 112 del Codice Penale. Chi è ritenuto colpevole di aver mancato di rispetto alla Famiglia Reale può dover scontare fino a 15 anni di carcere per ogni infrazione riscontrata. Sembra che anche fermare con un piede una banconota (sulla quale è stampata l’immagine del Re) che stia volando via sia ritenuto reato. Dal 2007 le pene e i controlli sembrano essere diventi più pesanti. Meglio astenersi da qualsiasi conversazione di tipo politico, tanto per non sbagliare.“Non indossare scarpe dentro i templi e le case”Un’abitudine secondo me bellissima quella di togliersi le scarpe prima di entrare in un tempio o di varcare la soglia di casa di un tailandese (ma anche in Vietnam, Laos, Cambogia, Corea, Giappone e altri paesi dell’Asia) che consente un più intimo rapporto con il luogo in cui ci si trova. È segno di rispetto e, al tempo stesso, serve a mantenere i pavimenti puliti. È un’usanza che può essere estesa anche a musei ed edifici pubblici dove sarà indicato eventualmente da un cartello all’ingresso.Prima di entrare ci si deve anche scoprire il capo togliendo cappelli o bandane. Sempre in relazione aipiedi, la parte più bassa del corpo e anche più impura, è considerato come estremamente irrispettoso puntare i piedi verso una persona o un’immagine di Buddha. Le norme da considerare in relazioni a luoghi sacri e monaci sono molte - qui potete trovare maggiori informazioni:http://goseasia.about.com/od/travelplanning/a/visiting_buddhist_temples.htm“Topless in spiaggia e costume in città: 2 cose da non fare tutt’altro che scontate ”Nessuno vi dirà nulla - o meglio, nessuno avrà il coraggio di dirvi che il vostro comportamento è sbagliato. Mi è capitato spesso di vedere in piena Bangkok baldi giovani girare a torso nudo o ragazze accaldate sfoggiare pantaloncino e costume senza considerare che non sono in spiaggia (eccezione durante i festeggiamenti del Songkran – Capodanno Tailandese); stesso dicasi per i seni al vento nelle spiagge affollate. Basterà guardarsi attorno per accorgersi che la gente del posto, fingendo d’ignorare l’esibizionismo, sarà imbarazzata da questi comportamenti. Anche atteggiamenti affettivi troppo spinti in pubblico non sono ben visti.“Non toccare la testa di un tailandese ”Il capo e i capelli sono la parte più alta del corpo, il tempio della persona e come tale degni di massimo rispetto. Evitate, anche se con fare affettuoso, di toccare la testa dei bambini, gesto per noi occidentali estremamente naturale ma visto qui come maleducato.La lista potrebbe essere ben più lunga e l’argomento è ampliamente trattato anche nelle guide turistiche in commercio ovunque. Aggiungo solo un altro paio di NON molto pratici validi anche fuori dalla Thailandia:
- Non venite senza assicurazione sanitaria internazionale: potrà sembrarvi una spesa inutile (diciamo sempre tutti “tanto che vuoi che mi capiti”) ma un inconveniente sanitario in un paese non convenzionato con l’Italia (e la cosa non riguarda solo la Thailandia) può risultare molto pericoloso oltre che costoso.
- Non ostinatevi ad usare la scheda telefonica italiana: a parte ad essere economicamente conveniente per chi vi chiama dall’Italia, questa pratica non ha nessun altro vantaggio. Spesso non sarete raggiungibili e se dovete fare una telefonata d’emergenza potrebbe risultarvi impossibile. Qui le SIM si possono tranquillamente trovare in tutti i 7 Eleven oltre che nei negozi di telefonia e anche in aeroporto.
- Non pretendete che siano gli altri a capirvi: siate pronti a dover fare i conti con scarso livello di conoscenza dell’inglese e una diffusa incapacità di leggerlo – ottima abitudine è munirsi di indirizzi scritti in tailandese da mostrare al tassista.
- Non fidatevi sempre dell’apparenza: sia in senso positivo che negativo. Qui si può mangiare benissimo e spendendo poco in chioschi di strada apparentemente sporchi e poco affidabili come si può restare delusi da ristoranti apparentemente belli e puliti; oppure si può prendere la fregatura da un elegante signore ipergentile che elargisce consigli turistici (spesso non richiesti) regalandoci invece il “pacco alla napoletana” (e non me ne vogliano i napoletani) mentre il brutto ceffo dall’aspetto poco raccomandabile può risultare invece una persona gentilissima e disinteressata.
- Non partite all’avventura: nonostante questo sia un paese con enormi risorse per l’incoming turistico nelle località più turistiche e in alta stagione è buona norma non affidarsi al caso (a meno che non abbiate uno spirito di adattamento molto alto). Prenotate con anticipo gli spostamenti (in aereo controllate sempre Nok Air e Air Asia), cercate di arrivare con quantomeno la prima notte prenotata (siti alternativi per la ricerca di hotel ai più famosi sono Agoda e AsiaRooms) e controllate su internet l’affidabilità dei tour operator locali che offrono pacchetti per escursioni.