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Le 10 tipologie di studenti agli esami. Ovvero della disperazione

Creato il 19 febbraio 2015 da Davideciaccia @FailCaffe

Ogni volta che mi reco in Università per dare un esame mi guardo intorno come un’antropologa che voglia classificare la fauna attorno a sé per comprenderla meglio.

Fotografia di Giovanna Silva

Fotografia di Giovanna Silva

 

Credo non mi sia mai accaduto di sedermi in un’aula (o più normalmente per terra in corridoio) e non essermi imbattuta in qualche strano abitante di Palazzo Nuovo, la sede della mia Facoltà di Filosofia, ma più in generale luogo di ritrovo di umanisti di varia natura. È raro che agli esami si presentino solo persone tranquille, silenziose, e che non danno nell’occhio. Naturalmente, nemmeno io rientro tra loro. Allora, ho pensato di raccogliere alcune delle esperienze più assurde che mi sono capitate e di riportarle in tipologie di studenti che non lascino trasparire troppo di chi effettivamente si tratti, ma rendano evidenti alcune caratteristiche. Se vi ritrovate in alcuni di loro, i casi sono due: o vi ho conosciuto, oppure siete strani anche voi.

    1. Lo sperduto. Accade sempre che, mentre ti trovi sommerso da pesanti tomi di Kant e Hegel e sei concentrato per non perdere il segno nella lettura dell’ultimo paragrafetto che ti salverà la vita all’interrogazione, qualcuno ti guardi e ti chieda
      - Scusa, che esame c’è qui?
      - Filosofia del linguaggio.
      - Ah, allora non sono qui, devo fare il classico su Wittgenstein.
      Respiri. Wittgenstein è filosofia del linguaggio.
      Oppure, qualcuno ti guarda e ti dice:
      - Devo fare un esame di filosofia. Dove devo andare?
      Tesoro, siamo nel dipartimento di filosofia. Se non sai CHE esame di filosofia devi dare, forse sarebbe più opportuno andartene.
    2. L’impanicato. Quando arrivi al momento dell’esame gradiresti silenzio, concentrazione, e sbrigartela il prima possibile. Invece no, arriva sempre qualcuno che attacca bottone e inizia a chiederti qualunque cosa possibile sui testi da portare e poi, la maggior parte delle volte, ti chiede qualcosa che nei testi NON c’è, e ti fa venire l’ansia. Gentilmente cerchi di tornare a leggere senza guardarlo mentre parla, mentre i vicini attorno a te iniziano a guardarvi male e il professore vi sgrida chiedendovi il silenzio.
    3. Lo storpiatore. Qualcuno che arriva all’esame e, mischiandosi con la categoria di cui sopra (l’impanicato) inizia a chiederti cose di autori che non comprendi. Ed è solo quando pronuncia Walter Benjamin all’inglese, come, non so, Benjamin Franklin, che capisci che non c’è speranza. Ma non glielo dici per non ferire i suoi sentimenti.
    4. L’inquietante. Questo è uno dei peggiori: arriva con il suo fare lugubre e ti si siede accanto fissandoti in modo inquietante. Quando gli chiedi se abbia bisogno di qualcosa, ti continua a fissare senza rispondere. Non ha libri, non ripassa, non sembra turbarsi per l’ingresso del docente in aula. Non sai chi sia, non ti sembra che nessuno lo conosca, e nonostante ciò resta per tutto l’esame seduto a guardare tutti gli interrogati come in un film sadico.
    5. Il marpione. Ebbene sì, c’è anche lui: quello che, mentre stai cercando di concentrarti perché le date di nascita e morte di 200 autori non ti escano dalla testa, inizia a parlarti chiedendoti cose non solo fuori luogo, ma anche moleste. E poi, quando si accorge della tua reazione, inizia a parlare dell’esame in modo insensato. “Che figo ma il libro l’ha scritto il docente? Posso vederlo? Wow”. Vorresti fargli notare che anche il libro che ha in mano lui l’ha scritto il docente, ma forse se sfoglia il libro sta zitto per cinque minuti, e quindi taci anche tu.
    6. Il pisciasotto. Non metaforico, ma letterale. È quello che va continuamente in bagno. Finché si tratta di essere in un corridoio e si limita a chiederti di guardargli lo zaino, va anche bene. La situazione peggiora quando in un’aula chiede continuamente a tutta la fila di alzarsi perché ha urgenza di andare in bagno. O, ancora peggio, quando viene chiamato dal docente e si alza per andare in bagno: tu sei il prossimo e quindi lo detesti, almeno per cinque secondi, fino a quando non ti siedi e non inizia il tuo esame.
    7. Il presuntuoso. Quello che arriva all’esame e ti dice “Io so tutto, non c’è problema”. Che sia vero o falso, comunque lo odi.
    8. Il pettegolo. Lo studente così è tipicamente asservito ai social network: ha chiesto sui gruppi facebook di Facoltà qualunque informazione possibile in merito al docente, agli assistenti, ai dottorandi, ai compagni, ai libri, e magari anche al marito della professoressa. E, quando arriva all’esame, non vede l’ora di dire tutto: semina il panico parlando dei cattivi umori di chi sta interrogando, distrae raccontando di “Quella volta che…” e ti ricorda che “Tanto se ha deciso che non ti vuole promuovere, ti boccia”.
    9. L’accettatutto. Quello che arriva e inizia a dire che “A me basta un 18 e va tutto bene”. Non capisci mai se va classificato tra gli spacconi, che poi prendono 30, o tra quelli che invece davvero vogliono un 18. Nel primo caso li ignori. Nel secondo, ti scervelli per ore chiedendoti come sia possibile una tale manifestazione pubblica della poca considerazione di sé.
    10. L’amicone. Lui è il migliore: simpatico, ma senza esagerare, non finge di conoscerti da sempre ma dimostra umanità e desiderio di empatia nei tuoi confronti. Chiacchierate un po’, un po’ ripetete, un po’ ognuno si fa i fatti suoi. Vi aspettate a vicenda per essere ancora più empatici, ma dopo l’esame non vi rivedete mai più. Per caso.

 

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