Alessandro Turati è nato nel 1981 a Lecco, quando era ancora in provincia di Como. Vive a Inverigo e lavora a Nibionno come consulente per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Inverigo è in provincia di Como; Nibionno è in provincia di Lecco. Ha una laurea conseguita qualche anno fa presso l’Università Degli Studi di Milano. Scrive con costanza dagli anni novanta, cioè da quando sua nonna, avendo la sciatica, abitava con lui e guardava Beautiful: il gioco era riscrivere la trama di ogni puntata. Conserva ancora quel quaderno dal titolo Opera di sapone: Ridge Forrester moriva subito. Le 13 cose è il suo primo romanzo.
Autore: Alessandro Turati
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Edito da: NEO Edizioni
Prezzo: 12,00 €
Genere: Romanzo, Narrativa
Pagine: 108 p.
Voto:
Trama: 13 sono le cose da fare. Le ha segnate Emilie su un foglio di carta otto anni fa. Da allora, Alessio lo tiene sempre in tasca. Ogni tanto lo apre e lo legge come fosse un rituale, un esercizio da fare per sopportare un’assenza.
Si dice che il problema sia di chi resta, non di chi se ne va. Emilie se n’è andata, portata via da un cancro. Alessio le è sopravvissuto. Sono passati otto anni ed è ora che tutto ha inizio.
Le 13 cose ci afferra dalle prime righe e ci trascina in un piccolo paese di provincia che pare evacuato, sempre pronto a riversarsi in un al di là parallelo simile a un campo sfollati. Alessio Valentino, protagonista suo malgrado, lega la propria vita ad assurdi vicini di casa e a personaggi improbabili. Figure sghembe e grottesche che innescano intrecci e situazioni inneggianti alla vita più stramba. Il suo mondo sembra uno sgangherato e divertente luna park, di quelli che stanno alle periferie dell’esistenza, dove la pena e la catarsi si tengono abbracciati, come amanti su un ottovolante per cui non hanno pagato il biglietto.
Alessandro Turati scrive un romanzo fatto di trovate e invenzioni ad ogni giro di pagina, dando prova di una straordinaria originalità stilistica e offrendoci un’inaspettata ironia che corteggia la comicità, ad un ritmo incalzante.
Recensione
di Debora
“L’autore di queste scempiaggini ha quasi 30 anni. Per questo motivo il seguente testo è privo di contenuti. Voi direte: La motivazione non regge! D’accordo.”
Poi chiuso il libro, accipicchia! Ho pensato che aveva assolutamente ragione. Sembra partorito dalla mente di un pazzo, ma sapete anche voi ormai chi non è pazzo nella nostra società? Forse io dai libri pretendo troppo: storie d’amore perfette, uomini e donne che lavorano, sani moralmente e fisicamente… non so. Se anche voi siete come me evitate questo libro. Se invece amate i personaggi folli, al limite della normalità, che bevono, fumano, fanno sesso e dicono parolacce ebbene questo è il vostro mondo!!!
A cercarla bene la morale forse c’è anche in questo libro ma io non ho voglia neanche di trovarla. Sembra che l’autore voglia affermare che l’uomo debba rinunciare alla speranza e rassegnarsi alla propria condizione. Traspare poi una grande condizione di solitudine. Il nostro protagonista ha infatti la sola compagnia dei cani, della birra Birra, come la chiama lui, e di Burano, un senza tetto che prende possesso della sua casa senza tanti complimenti. A dirla tutta una visitina nella casa di un personaggio del genere me la farei solo per curiosità, ma solo cinque minuti e via a gambe levate!
I titoli dei capitoli come ad esempio Treno fighe culi dicono tutto sul contenuto del libro (senza una virgola nel mezzo forse per esaltare ancor meglio il concetto?!); proprio come l’autore ci aveva avvertito. Ad Alessandro Turati piace ripetere certamente questo genere di parole. Ci sono molte frasi brevi, battute drastiche, fredde, ad effetto sicuramente. A volte strappa risate anche se un po’ amare, diciamo uno humor nero a volte eccessivo per i miei gusti. Il protagonista poi riflette (o almeno sembra riflettere), filosofeggia sulla vita a modo suo, rimembra il passato e le persone amate, che naturalmente, non ci sono più. A modo suo anche lui esprime, con questi ricordi, il suo modo di vivere un po’ sopra le righe, ai confini.
Il protagonista è sicuramente disegnato benissimo: il tipico sfigato a cui nella vita ne capitano di tutti i colori, che non si piange addosso ma che se ne frega. Anche se mi è venuto il dubbio che se ne fregasse solo perché estremamente stupido.
Vi consiglio anche di dare uno sguardo al booktrailer, che a mio parere rappresenta benissimo il romanzo. È folle anche questo, con delle idee davvero geniali e strampalate! Davvero se lo avessi guardato forse avrei capito che questo libro non è il mio genere, anche se l’autore dimostra di avere delle capacità notevoli.
Un libro diverso dal solito, sicuramente.