Le ho ripulite con calma e pazienza, senza forzarle, dedicando ad ognuna il tempo necessario per renderla vivida, col sorriso e con tocco leggero. Sembravano fragili sotto le mie mani ed ognuna mi ha portato un ricordo di giorni o persone che hanno lasciato un segno nella mia vita. Il giallo intenso delle giornate luminose, l'arancione delle estati caldissime, il rosa della dolcezza dei bimbi, il rosso delle mie passioni, l'indaco dei pensieri morbidi e carichi di nostalgia, e poi via via il verde, l'azzurro, il blu, il viola tenero, fino al bianco che conservavano il volto di persone meravigliose, erano molte di più di quelle nere, sparse qua e là a ricordare i momenti bui. Quel tocco di nero sembrava dare maggior bellezza a quell'esplosione di colori e se non ci fosse stato l'effetto non sarebbe stato uguale.
Le ho aperte, schiudendole del tutto, e racchiuso lì in fondo c'era un cuore triste e ferito, con due ali bianche pronte al volo. Non c'è stato bisogno di pulirle. Con la luce dei riflessi delle ali anche il cuore ha sorriso e mi è volato in mano. Stava lì accoccolato in attesa di essere lasciato libero. Era lì, protetto dalle ali dell'anima e dei sogni, da tempo. Le ferite si erano rimarginate, qualche cicatrice ancora si vedeva e faceva ancora un po' male, ma non era più in pezzi. Le ali erano ricresciute come quelle dell'araba fenice.
Gli ho sorriso, consolata dal suo tenero palpito, ho alzato le mani invitandolo al volo e l'ho seguito con lo sguardo mentre mi frullava vicino.
Le ali hanno avuto un fremito felice insieme al cuore e si sono fatte indossare nel loro splendore. Hanno portato la mia anima in alto, per un attimo mi sono guardata da fuori ed ho capito che il momento del mio volo sarebbe arrivato presto.
Solo un po' di pazienza, per aspettare, come avevo promesso e poi sarei finalmente tornata a volare.