Io sono Arcorese. E sono donna. L’espressione donnine di Arcore, riportata in questi tristi giorni su alcuni giornali, mi ha molto colpita. Mi ha colpita con forza. Già, perché nel comune di Arcore si voterà questa primavera e tutto il Centrosinistra del paese, assieme a molti cittadini che con la politica non vogliono avere nulla da spartire, ha scelto una donna come candidato Sindaco. E ha scelto proprio me.
E’ evidente che, qui, dove sono nata e vivo, quello delle prossime Amministrative è un voto che porta in grembo una partita ben più ampia. Una sfida che va oltre la politica, oltre i partiti, oltre le coalizioni. E’ infatti anche la sfida delle donne per le donne. Delle Arcoresi per le Arcoresi. La sfida a dimostrare che le donne, quelle vere, non c’entrano nulla con il prototipo della femmina da festa, dell’aspirante velina, meteorina o chicchessia. Della donnina disposta a chiudere un occhio o entrambi gli occhi davanti alla prospettiva dell’avere tutto facilmente. Tutto subito. Una prospettiva che cancella centinaia di anni di confronti, lotte, impegno nella società e nella famiglia.
Polemizzare ancora su questo aspetto però, e sul quel velo di vergogna che recentemente sembra essere stato steso sulla mia città, mi sembra ormai obsoleto. Ora è importante fare il passo successivo. Basta col ribadire soltanto ciò che non siamo! Ora è il momento di chiarire una volta ancora ciò che siamo, ciò che sappiamo fare e che sappiamo fare alla grande.
Ad Arcore una donna, sostenuta da tutto il centrosinistra unito, sfiderà una Giunta di centrodestra che finora ha lavorato poco e male. Lo farà mettendosi in gioco e portando con sè un patrimonio di sensibilità civiche e di qualità comune a tutte noi: intelligenza, sensibilità, competenza, pazienza, positività, determinazione, forza e coraggio, concretezza, capacità di ascolto, tolleranza. Lo dimostriamo da millenni vestendo ruoli delicatissimi nella rete della struttura sociale, in tutto il mondo, sviluppato e non, ricco e povero, di qualsiasi credo religioso. Lo dimostriamo ancora oggi ad Arcore: presenti numerosissime nelle associazioni del volontariato sociale, culturale, assistenziale, laico e cattolico. Basti pensare che la presidenza delle più importanti associazioni presenti sul territorio è composta da, neanche a dirlo, DONNE. Che lavorano, studiano, mandano avanti la famiglia, si incontrano, si parlano, si arrabbiano e vivono!, non sopravvivono a loro stesse. Donne che sono maggioranza nel PD di Arcore stesso, sappiatelo! Ecco qual’è l’altra Arcore.
Da madre, moglie, lavoratrice, donna insomma, dico che è tempo di rimettersi in gioco. Facciamoci vedere, facciamoci sentire, raccontiamo una storia diversa, usiamo parole gentili, concetti chiari, toni sereni, ascoltiamo e rispondiamo sempre, a ogni domanda. E’ questo è il nostro stile. Oltre le gambe c’è di più: sta a noi tutte dimostrarlo.
Forza Donne! Forza Arcore!