Circa un mese fa ho dedicato un articolo (che trovate qui) al primitivismo e all'arte africana e oceanica, che hanno notevolmente influenzato, insieme alle diffusione delle stampe giapponesi, la nascita delle avanguardie artistiche del novecento. Riprendo oggi il discorso entrando nello specifico delle radici e degli immaginari che hanno dato vita all'espressionismo, tramite le opere di Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), probabilmente meno noto al grande pubblico rispetto a un Matisse o a un Van Gogh. Nelle opere di Kirchner emergono facilmente le influenze dell'arte primitiva, della scultura nera e polinesiana, e traspare un collage di immaginari e visioni che si configura come uno sfondo ideale per raccontare le dinamiche dell'espressionismo. Nei suoi colori, nelle sue forme si ritrovano le linee di Ensor, le sagome e i contrasti di Matisse, le emozioni della violenza cromatica delle stampe giapponesi e delle oniriche visioni vangogghiane, i pennelli psicologici di Munch. Insomma con Kircher possiamo sfiorare le varie fasi del movimento espressionista, dai precursori fino alle ultime sperimentazioni.
Le Anime, le Strade e il Dio Giallo di Kirchner
Creato il 24 agosto 2012 da Alessandro Manzetti @amanzettiCirca un mese fa ho dedicato un articolo (che trovate qui) al primitivismo e all'arte africana e oceanica, che hanno notevolmente influenzato, insieme alle diffusione delle stampe giapponesi, la nascita delle avanguardie artistiche del novecento. Riprendo oggi il discorso entrando nello specifico delle radici e degli immaginari che hanno dato vita all'espressionismo, tramite le opere di Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), probabilmente meno noto al grande pubblico rispetto a un Matisse o a un Van Gogh. Nelle opere di Kirchner emergono facilmente le influenze dell'arte primitiva, della scultura nera e polinesiana, e traspare un collage di immaginari e visioni che si configura come uno sfondo ideale per raccontare le dinamiche dell'espressionismo. Nei suoi colori, nelle sue forme si ritrovano le linee di Ensor, le sagome e i contrasti di Matisse, le emozioni della violenza cromatica delle stampe giapponesi e delle oniriche visioni vangogghiane, i pennelli psicologici di Munch. Insomma con Kircher possiamo sfiorare le varie fasi del movimento espressionista, dai precursori fino alle ultime sperimentazioni.
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