di Chris Lofing
con Reese Mishler, Pfeifer Brown
Usa, 2015
genere, horror
durata, 116'
I protagonisti – pur introdotti da una lunghissima presentazione – non sono altro che calchi degli stereotipi umani del teen movie, e la scelta di utilizzare una soluzione registica così abusata non solo non è motivata, ma è addirittura resa incomprensibile dalla sceneggiatura, dal momento che a essere filmata è un'azione illegale e – nelle intenzioni – rapida da compiersi.
La decisione di utilizzare un'ambientazione così potenzialmente sinistra come un teatro, che ha anche fama di essere “infestato”, viene vanificata dal pessimo uso che si fa della scenografia, preferendo il ricorso a prevedibilissimi jump-scare, che interrompono la tensione e stravolgono il ritmo di quella che poteva essere una posata e graduale ascesa verso un finale che, seppure già rivelato, avrebbe potuto essere un'ottima chiusa.
A salvare la sceneggiatura non bastano nemmeno i pochi colpi di scena, che non riescono a smuovere l'interesse di uno spettatore ormai abituato a personaggi così bidimensionali che non aspetta altro che i cliché si succedano, uno dopo l'altro, fino al finale.
Le numerose contraddizioni interne – tra le quali spiccano tagli e riprese incoerenti – fanno implodere una struttura narrativa colpevole di molti, troppi sprechi, e rovinano un film che, se gestito con più cura, avrebbe potuto costituire un valido intrattenimento.
Michelangelo Franchini