Secondo Greenpeace, infatti, se le api stanno morendo e sono sempre di meno la colpa è dell'uso massiccio e indiscriminato dei pesticidi in agricoltura.
Anche gli scienziati di recente hanno manifestato la loro preoccupazione in proposito. "Se le api sono in una situazione di crisi, di fatto lo è anche l'agricoltura", ha detto Jennifer Sass, del Natural Resources Defense Council. Non escludendo però anche altri fattori. E' probabile, infatti, che le cause siano anche altre, ma in ogni caso un divieto seppur limitato dell'uso di pesticidi, permette di tamponare una situazione diventata drammatica, dando tempo agli scienziati di trovare altre soluzioni.
La decisione di abolire almeno tre sostanze usate in agricoltura è stata presa in seguito ai risultati di un rapporto commissionato dall'Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) dai cui risultati è parso chiaro che essi rappresentano un grande rischio per le api. Da qui il consiglio a limitarne l' uso.
Ma non è stato per nulla semplice prendere delle decisioni. Anche se la Commissione europea ha introdotto il divieto di utilizzare per due anni alcuni pesticidi-killer per la sopravvivenza delle api, il Comitato Ue di appello riunitosi a Bruxelles non ha espresso una maggioranza netta favorevole alla proposta della Commissione, perchè quindici stati hanno votato a favore, sette, compresa l'Italia contro e quattro si sono astenuti.
Quindi l'Italia non ha accettato questa decisione europea, perchè Bruxelles avrebbe introdotto " nuovi divieti per i 'trattamenti foliari'"- è stata la giustificazione - E perchè: " La Commissione europea, pur proponendo lo stesso approccio per lottare contro la moria della api, ha tuttavia esteso la proposta iniziale con una serie di condizioni piu' restrittive nell'applicazione delle misure".
Condizioni mutate quindi che hanno oggi indotto l'Italia a votare contro nel Comitato europeo di appello anche se il 15 marzo scorso, nel precedente Comitato di esperti europei, aveva votato a favore della proposta della Commissione europea.
Prima sì e poi no! Questo lascia abbastanza perplessi e le reazioni non si sono fatte attendere: ''Il declino delle api e' uno degli effetti piu' visibili e inequivocabili del fallimento dell'agricoltura di stampo industriale, che inquina l'ambiente e distrugge i migliori alleati degli agricoltori: gli insetti impollinatori'', afferma Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia. ''E' ora di smettere di incentivare pratiche agricole intensive basate sull'uso della chimica, per investire, invece, nello sviluppo di un'agricoltura di stampo ecologico e sostenibile sul lungo
periodo''.
"Nonostante l'Italia sia tra i paesi che hanno votato contro questa decisione per motivi legati alla maggiore regolamentazione dell'uso di queste molecole - commentano all'unisono i presidenti di Legambiente e dell'Associazione apicoltori - stimiamo positivamente il fatto che il voto a favore espresso dalla maggioranza dei paesi membri corrisponda all'opinione più diffusa
tra i cittadini e gli operatori del settore europeo". E sottolineano : "Ora attendiamo fiduciosi la formalizzazione della moratoria da parte della Commissione europea".
Già la moratoria. La Commissione aveva proposto che la misura entrasse in vigore all'inizio di luglio, ma poi ha accettato di ritardarla al primo dicembre per consentire agli agricoltori di adattarsi. Senza il consenso delle api, ovviamente.
Nel frattempo chissà se le multinazionali se ne staranno con le mani in mano? Un'attesa piena di insidie.
Anche per il nostro Governo sarà questo un primo vero banco di prova. Che farà il nuovo Ministro: si schiererà a favore delle api e di tutto l'ecosistema o abbraccerà, sposandole, le motivazioni dei signori della chimica, con tanti saluti all'ambiente e alla nostra salute?