Nel corso della storia del genere umano, le armi, oltre che una piaga, sono state l'espressione dell'ingegno umano. A volte, tuttavia, non si è trattato di genio, ma di errori di calcolo, di design, o più semplicemente di idiozia allo stato puro.Ecco alcune delle armi e dei sistemi d'arma più fallimentari dell'ultimo secolo.
La Chauchat aveva problemi a partire dal caricatore: due terzi dei malfunzionamenti erano causati proprio dal contenitore dei proiettili semicircolare. Un po' di sabbia o polvere potevano mettere fuori gioco l'arma, condizione non ideale per una guerra di trincea in cui fango e acqua erano all'ordine del giorno.
La Chauchat era anche difficile da puntare con precisione verso un bersaglio. Dopo 400 colpi, inoltre, il surriscaldamento della canna e del carrello erano tali da non poter utilizzare la mitragliatrice fino al completo raffreddamento dei componenti (circa 10 minuti).
L'idea era quella di lanciarla contro un veicolo corazzato facendo in modo che si attaccasse alla lamiera entro i cinque secondi che precedevano l'esplosione, ma potete ben immaginare in quali problemi si può incappare se si mescolano supercolle ed esplosivi.
Bastava una piccola disattenzione e la granata si attaccava alla mimetica dei soldati. I test condotti negli anni '30 non fecero altro che peggiorare la reputazione della granata. Faceva inoltre fatica ad attaccarsi ad un automezzo ricoperto di fango o sotto la pioggia, cosa che ne limitava l'impiego effettivo alle sole giornate prive di nuvole.
M-29 Davy Crockett Weapon SystemM-29 "Davy Crockett" Weapon System fu sviluppato per permettere il lancio di testate nucleari tattiche Mk-54 dalla fanteria. Il proiettile M388 conteneva una testata Mk-54 equivalente a 10-20 tonnellate di tritolo di potenza, per un peso totale di 23 kg, e veniva lanciata da due versioni, distinte per calibro e gittata, del sistema denominato "Davy Crockett Weapon System".
Tutto molto affascinante, oltre che terrificante: soldati di fanteria armati di testate nucleari lanciabili da qualunque postazione avendo solo qualche metro quadrato di spazio aperto.
Se volete vedere il Davy Crockett Weapon System in azione, ecco un video dell'esercito americano girato durante il test del proiettile M388 chiamato Little Feller I:
Peccato, però, che il sistema di lancio prevedesse una gittata massima di 4 km (2 per M-28), abbastanza da tener lontano i soldati dagli effetti più immediati dell'esplosione, ma non sufficiente a schermarli dalle radiazioni.Il sistema di mira, inoltre, non era dei più efficaci. Se sparato da una distanza di 400-500 metri, il proiettile M388 poteva somministrare in pochi istanti una dose letale di radiazioni. Di certo, la dose di radiazioni ricevuta a 2 km di distanza non sarebbe stata una botta di salute per nessun essere vivente del pianeta.Per gli ufficiali al comando, inoltre, non era il caso di mettere un'arma nucleare nelle mani di sottufficiali poco addestrati. I 2.100 esemplari prodotti dell'arma vennero ritirati nei primi anni degli anni '70.
Durante i test non c'era modo di fargli seguire una traiettoria rettilinea, e durante uno di questi alcuni dei 70 razzi montati sulle ruote del Panjandrum si staccarono e iniziarono a volare selvaggiamente per la spiaggia in cui veniva eseguito il test.
Nevil Shute, l'ideatore del Panjandrum, non si perse d'animo e continuò a lavorare sulla sua macchina per il test finale, che si sarebbe svolto di fronte a diversi ufficiali e scienziati della Marina, oltre che ai fotografi.Il test ottenne un risultato peggiore del precedente, e i razzi del Panjandrum rischiarono di uccidere qualche alto ufficiale che assisteva all'esperimento.
La causa più comune di rottura era legata al fragile sistema di trasmissione. E un carro armato immobile è soltanto una trappola per topi di lamiera. Il motore era inoltre sottodimensionato rispetto alla massa del veicolo corazzato.
Uno degli ufficiali affermò addirittura: "Questo carro non potrebbe attraversare neanche una pozzanghera". Senza contare che, per mirare correttamente, il T-35 doveva rimanere perfettamente immobile, e l'addetto al puntamento sperare di colpire il proprio obiettivo servendosi di un sistema di mira impreciso.
Si vocifera che fu grazie allo studio della tecnologia impiegata per costruire il carro T-35 che i tedeschi realizzarono l'inferiorità tecnica dell'Armata Rossa.
Il Lockheed F-104 Starfighter ha ottenuto nel 1977 un record di 25,7 incidenti ogni 100.000 ore di volo, record innalzato a 30,6 fino al 2007. Gli aerei della stessa classe registravano un tasso di 14-16 incidenti ogni 100.000 ore di volo.
L'aereo stalla molto facilmente, e capitava che iniziasse a girare su se stesso in modo irrecuperabile. Alcuni problemi di design dell'aeromobile hanno causato diverse morti, ma ci furono anche molti errori umani, specialmente con i piloti della Luftwaffe. I piloti deceduti in Germania durante un volo con il Lockheed F-104 Starfighter sono stati 110.
Per concludere con questo aereo, c'è da considerare anche la sfortuna. Nel 1962, quattro piloti a bordo di altrettanti Lockheed F-104 Starfighter stavano preparando l'esibizione per la cerimonia di varo dell'aereo; tutti e quattro si sono schiantati a terra dopo essere usciti da un banco di nubi, probabilmente a causa del disorientamento spaziale del leader della formazione.
Il progetto sembrava promettente a chiunque fosse stato il folle dietro all'idea, ma non andò come previsto. I cani venivano addestrati per attaccare carri armati immobili e inattivi, senza alcun proiettile o cannone funzionante, per poter risparmiare carburante e munizioni.
Una volta arrivati al fronte, i cani si rifiutarono di andare sotto ai carri armati nemici, in movimento e ben attivi nello sparare a qualunque cosa si muovesse. Si fermavano a metà strada, e ritornavano dal padrone, facendo saltare in aria la trincea dei loro addestratori.
Venne commesso un altro madornale errore: gli addestratori avevano utilizzato i carri diesel sovietici per istruire i cani. Ma questi corazzati emettono un odore differente dai carri tedeschi dell'epoca, spinti da motori a benzina; i cani, quindi, erano più propensi a puntare verso i carri alleati che quelli nemici, prendendo le missioni suicide come fossero un gioco.
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